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commenti

Sebbene concordi con Giuseppe riguardo il fatto che siamo lontani dalle modificazioni delle percezioni che presenta il nostro corpo nel flusso delle comunicazioni tecnologiche, leggo sempre meno il concetto per il quale tutto ciò che consideriamo post-umano sia attribuibile esclusivamente ad una elite di umani alla quale noi apparteniamo. Esistono interi popoli in questo nostro mondo che non conoscono l'elettricità, anzi non riescono ad elaborarne il senso nemmeno concettualmente. Figuriamoci tecnologie superiori. Essi sono la maggior parte della popolazione. Noi minoranza, quindi, non siamo già post-umani? Abbiamo una durata della vita ed un suo tenore di gran lunga superiore alla media mondiale. Insomma, parliamo di umanità pur guardandola dall'alto pensando a quanto "siano futili i pensieri" della maggioranza.

inviato da Giuseppe Gensabella
 

Umanità accresciuta... condivido la scelta delle parole, ma credo che trans o post umano sia più godibile e affascini meglio i media. Perché le motivazioni di Granieri sono assai convincenti e meriterebbero un'eco maggiore anche fra i non addetti ai lavori. Ma "umanità accresciuta" non aiuta la promozione dei pensieri di Granieri. Spero di sbagliare. Cari saluti a tutti gli amici di nybramedia. marina sabbatini

inviato da marina sabbatini
 

Bella questa converazione. Ben condotta e ben interpretata da Granieri. Non era facile vista la materia piuttosto ostica (almeno perme). Faccio ora unadomanda io all'intervistato: internet dà notzie anche politiche censurate da altri media, che cosa c'è da fare per promuovere la diffusione della Rete presso coloro che ancora non la frequentano ? Grazie. Alberto Laghi

inviato da Alberto Laghi
 

Dice Granieri "l’innovazione nella scrittura (e nel modo in cui pensiamo il testo) è solo più difficile da descrivere' No n sarebbe megklio dire "da scrivere"? Se, faccio un esempio si dovesse applicare un metodo di "scrittura mutante", per citare l'intervistatore, avremmo per uogni link altrettanti siti web, sia pure di concisa fattura. Si pensi ad una narrazione sia pure di 100 pagine, con ognuna i suoi molteplici link. Una fatica pazzesca! Quando le tecnologie si semplifecheranno solo allora avremo (forse) una vera scrittura mutante. sergio bellodomini

inviato da sergio bellodomini
 

Ha ragione Gensabella che ha aperto la discussione. I postumani siamo già noi delle società dalle tecnologie più avanzate. Ma se devo giudicare l'uso e i risultati (guerre, carestie, sfruttamenti) che di queste tecnologie facciamo, c'è da dubitare di tutta l'avventura futura del pstumano. Verso il quale, come ho letto, in altre parti del sito, Adolgiso se ne fa entusiasta sostenitore. Comunqueè un gran bel sito. Non lo conoscevo. saluti a tutti.

inviato da bebo di fonzo
 

Di Granieri conoscevo Bolg generation, ma non sapevo di questo suo nuovo libro che ora acquisterò; grazie della segnalazione francesca monaco

inviato da francesca monaco
 

Insubbiamente facciamo pessimo uso delle tecnologie come nota chi mi ha preceduto. Ma, se non traviso l'idea dei teorici del postumanesimo, mi pare che sostengano la diffusione di quelle tecnologie proprio affinché non siano - come oggi accade - in mani di pochi e dei loro interessi economici, militari, etc. Succede invece che in molti si rifiutino di aderire al nuovo (i tecnofobi di cui si parla nell'intevista) lasciando così campo libero ad una fascistizzazione dei progressi tecnologici. E' necessario che, la scuola in primis, spieghi e insegni a fare uso dei nuovi processi. Da qui potrà nascere una più democratica partecipazione al progresso. Cari saluti. giancarlo delle piane

inviato da giancarlo delle piane
 

Questa intervista come altre che ho viste mi sembrano le solite conversazioni che si fanno tra i soliti intellettuali di sinistra che escludono tanti dalla comprensione di ciò che si dice. A proposito, mai che siano invitati uomini di destra. Bell'esempio di democrazia che dai Adolgiso!!

inviato da Aquila Nera
 

 

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