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Mi chiamo Armando Adolgiso e sono nato a Napoli.

Lo so: comincia male 'sto racconto, ma ogni biografia è un Museo degli Errori.
Sia come sia, è andata come segue.
Dopo un ragionevole periodo d'infanzia e adolescenza, presi a lavorare come aiuto-regista di Ernesto Grassi al Teatro Stabile della mia città.
Esordii giovane giovane nella regìa teatrale con "La Lezione" di Ionesco.
Lo devo al critico teatrale Mario Stefanile che ha sostenuto i miei primi passi professionali.

Ho messo in scena testi appartenenti in prevalenza alle avanguardie europee partecipando anche a rassegne e festival: TeatroGiovani, Gin & Menta, Nuova Scena Milano, XVI Biennale di São Paulo, Asti Teatro, Estate Romana, Festival delle Colline.
Alcuni spettacoli sono stati giudicati buoni, altri meno buoni e, purtroppo, talvolta mi ha detto cotica.
Uno che credo sia venuto abbastanza bene è stato "Guardiano alla tomba" (d'accordo, il titolo non seduce, ma l'autore è Kafka, prendetevela con lui), fu la prima parte da protagonista di Vittorio Mezzogiorno.
Mi piacerebbe ancora mettere in scena quel Kafka lì, e non è detto che non vi riesca.
Siete invitati a non state tranquilli!
Anche un Beckett figura nel mio carniere: “L’ultimo nastro di Krapp” interpretato da Romeo Vanni con cernecchi grigi che non appartenevano alla sua età. Fu bravissimo.
Un buon successo ha avuto anche un mio testo teatrale. Ha per titolo "Il Campionato che viene tra poco passerà": recitato per 10 repliche sulle carrozze in movimento - corsa speciale apposta per lo spettacolo, 80 spettatori per volta - del trenino che s'inerpica da Torino a Superga.
N'è stato trasmesso, e replicato, un adattamento su Radio Tre.
Ho allestito, inoltre, varie installazioni e performances multimediali: Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Palazzo delle Esposizioni; Pavia, Asti, Reggio Emilia, Ferrara, Monaco di Baviera, Reims, dove intere parti di queste città sono state coinvolte in un particolare evento da me chiamato azione mercuriale.
Perché lo chiamo così? Sono fatti miei.
Qualche titolo: "L'attore è un cane": diamond dog a spasso con un microfono al collo; "Succo di pera": videoinstallazione dopata; "L'opera tace e volge la cavità verso l'interno", ping pong fra 15 righe di Baruchello, musica di Vittorio Gelmetti; "Fisso chi legge": quaranta cantonate prese da Adolgiso e scritte sui muri; "Al loop al loop": allarmi ipnotici da audiotapes, "Antingonautopsia": Alfieri sezionato in 4 parti; "Legami pericolosi: analisi goethiana su 4 colle": libro oggetto rincorso fra due località; “I nodi sul Po: Laing sull’acqua e suoni subacquei”, “Stringendo i tempi”: Via col vento affettato in rulli di 20 minuti e proiettati contemporaneamente su 10 schermi.
Quella che ha suscitato maggiore scalpore: "Amore, carogna, esci dalla fogna: 3 giorni di affabulazione sotterranea attraverso 12 tombini della città di Roma".
Mi permise di farla Renato Nicolini nella prima “Estate romana” da lui realizzata.
Quella cosa ha avuto perfino imitatori... ma tu guarda! Chi l'avrebbe mai detto!
Fin da bambino ho collaborato con la Rai (ci andavo in monopattino) in qualità d'autore e regista.
Sono stato, con Enzo Lamioni, il primo regista della “Hit Parade” presentata allora da Lelio Luttazzi. Anni dopo, tentarono - fallendo - di rimettere in piedi la trasmissione, e un astuto direttore (lo stesso che ce l'aveva con l'uccellino...n'eliminò il gorgheggio dai programmi, proprio così! pensava di fare una radio nuova strozzando quell'innocente volatile)... un astuto direttore, dicevo, s'affannò invano a cercare la vecchia sigla di quel programma radiofonico, finendo per comprarla poi presso un collezionista... bel pirla!... di quella sigla n'avevo la copia, bastava telefonarmi!
In Tv ho realizzato varie serie di Trasmissioni Integrative Scolastiche prodotte dall'Istituto Luce e servizi per rubriche culturali e scientifiche, da "L'Approdo" a "Teleset", a "Tuttilibri", a "Scienza Futura", a tante altre che manco tutti i nomi ne ricordo. Ricordo, però, perfettamente è che si trattava di robe pallosissime, del tipo "la cultura come noia".
Assolvetemi, non è stata colpa mia; i capi di allora, e anche quelli di adesso, le vogliono fatte in tal modo (anche se affermano il contrario) le trasmissioni "culturali", e se non le confezioni come loro comandano, ti puoi scordare i contratti.
Un brutto giorno, per la Rai, fui assunto come regista in pianta stabile: alla radio.
Vi lavorerò (si fa per dire) fino al 1992, anno in cui lasciai l'ente radiotelevisivo di Stato... come dite?... sì, volontariamente, non fate gli spiritosi... lasciai l'azienda con la quale ho anche successivamente collaborato.
Ho firmato la regìa di racconti, sceneggiati e radiodrammi d'autori italiani e stranieri: da Brecht a Buzzati, da Campanile a Carver, da Cecov a Conrad, da Malerba a Mann, da Maraini a Moravia, da Pavese a Pontiggia, a tanti tanti altri.
Alla Rai mi sono anche occupato di nuova drammaturgia sonora e presso laboratori fonologici italiani e stranieri ho realizzato programmi invitati a rassegne internazionali fra le quali: Londra, Institute for Contemporary Art; Parigi, XII Biennale; New York, AudioArt. Alcune di queste opere sono conservate alla Discoteca di Stato, non meravigli, quindi, che quell'Ente sia in piena crisi d'identità.
Si tratta di cose che mi sono molto divertito a fare, nelle rubriche "I pensieri di King Kong" e poi "Fonosfera", "Audiobox", programmi prodotti da Pinotto Fava.
Forse, però, non si sono divertiti alcuni direttori che, essendo delle teste di cazzo, hanno abolito quegli spazi dal palinsesto; dopo che ero andato a fare danni da un'altra parte, e quindi a me nulla hanno tolto, agli ascoltatori sì; largo alla noia e ai paludamenti, sennò che cultura è?
Torniamo a me, è meglio và!
Spietato, ho pubblicato articoli d'argomento letterario e scenico su quotidiani ("Il Mattino", "Il Messaggero", "L'Informazione") e riviste ("Fare Musica", "Altri Termini", "Il Cavallo di Troia").
Crudele, ho scritto tre libri: "Epistolario" (1981), "Il resto è silenzio" (1982), "Film senza Film" (I Edizione: 1986, II Edizione presso Stampa Alternativa  2000).
Tre antologie sono funestate da brani tratti da miei volumi: "Letteratura degli anni '80" (responsabili: Filippo Bettini, Mario Lunetta, Francesco Muzzioli; 1985), "Coscienza & Evanescenza (colpevole: Franco Cavallo, 1986) e "La  Micronarrazione" (rei: Carlo Maria Conti e Lamberto Pignotti; 1988).
Costruisco oggetti, esposti in mostre tenute in Italia e all'estero, che chiamo di arredamento ludico.
Perché li chiamo così? Sono fatti miei.
Il più recente, sta a Londra nella collezione della Giovane, Vivace & Divina Irene Amore (una di cui sentirete parlare), ha per titolo: "Cartolina peripatetica"; mm 297x210, carta, legno, metallo, lattice e materiali aristotelici.

Nel '99 e nell'estate 2000, a spettatori colpevolmente vacanzieri è stato inflitto il mio "Bel colpo, Callaghan!", giallo comico inserito nel repertorio delle loro tournée dalla Compagnia La Mosca al Naso.
Col nuovo secolo sintetizzo cose fatte di cui conservo ricordo.

-  2000:  a giugno , è uscito per le edizioni Pendragon un saggio di Billi Bilancioni intitolato: "Spirito fantastico e architettura moderna"; Billi, in uno dei suoi frequenti momenti di generosità, si è lì prodotto in un saggio a me dedicato.
Mai l'editore glielo perdonerà. La mia presenza, infatti, è l'unica pecca di un libro meraviglioso.

-  2001: nell'estate,  la Compagnia "La mosca al naso", diabolicamente perseverando, ha rappresentato in località marine, montane e termali, una nuova avventura scenica del mio detective Callaghan stavolta "In un nido di vipere", ancora un testo giallo come il limone, torrido come il meteo stagionale reclamava.

-  2002: piovosa l'estate. Tra un diluvio e l'altro, perciò con tante repliche saltate, è andato in scena un mio monologo intitolato "Forza Terra" messo in scena dalla Compagnia Vannini.
Nel novembre dello stesso anno, a vent'anni dall'uscita della prima cartella serigrafica della collana "Il Trisegno" - ideata da William Xerra e pubblicata da Tam Tam di Adriano Spatola - vengono esposti, al Laboratorio delle Arti di Piacenza, miei lavori che proprio a quella prima cartella appartennero.

-  2003: calma di mare e viaggio felice nei mesi estivi per "Vacanze da brivido", spettacolo con miei testi che - con fiero sprezzo del pericolo - è stato proposto dalla recidiva Compagnia Vannini.

-  2004: a gennaio esce "Idee", di Fabrizio Bellavista e Fabio Colacchio, la creatività attraverso le parole di 116 pubblicitari fra i quali figuro, e me ne vanto, accanto a: Pasquale Barbella, Klaus Davi, Edward de Bono, Massimo De Nardo, Michele Gottsche, Emanuele Pirella, Gavino Sanna, Annamaria Testa. Casa editrice: Finedit Italia;
A marzo, nelle inusuali vesti di poeta, provo a impedire il successo dell'antologia "Io sono il titolo: autoritratti in versi di poeti contemporanei" comparendo in quelle pagine. Niente da fare: gli altri 79 autori lì presenti sono assai bravi e al poeta Sergio Zuccaro, ideatore e curatore del libro, il successo arride lo stesso.
A maggio, esce “Odradek 2004: almanacco di scritture antagoniste" dovuta agli scrittori Mario Lunetta, Francesco Muzzioli, Sandro Sproccati, i quali, generosamente sfidando la prudenza, mi hanno inserito nella pubblicazione.
Nel corso dell’estate, l’attrice Gloria Satriani, durante il suo tour estivo da one-women-show “Gloria all’estate”, ha inflitto agli spettatori alcune mie pagine; altri autori presenti nel recital: Goldoni, Gozzano, Queneau, Ragazzoni. Che faccio me ne vanto o me ne vergogno?... come dite?... ecco, già la conoscevo la risposta.

-  2005:  ho sempre ammirato le Garzantine e mai avrei immaginato un giorno di far parte d’una di esse e, invece, contro ogni pronostico, è avvenuto. Si sono ricordati di me nell’Enciclopedia della Radio.

-  2006: lieto per la cacciata dal governo del malefico nano, giro alcuni spot per espositori alla Fiera di Milano, Bologna e del Levante; curiosamente non risultarono cali di vendite per quelle ditte.
La Casa Editrice Datanews, pubblica un libro d’interviste a Camilleri e fra quelle inserisce una da me condotta a bordo della nave spaziale Enterprise.
A Lisbona presento tre conferenze-spettacolo di videoart. Dubito che gli spettatori (stranamente numerosi) conserveranno memoria del mio passaggio; i bar della città, certamente sì.

-  2007: giro per la Tv francese alcune interviste a scrittori d’oltralpe residenti in Italia, s’ignora se Sarkosy le abbia viste.  Collaboro a tre sceneggiature per spot pubblicitari, non se ne conoscono i risultati persuasivi.

-  2008: servizi per le tv francese e tedesca; Fiera del Libro e Festival di Mantova.
Collaboro a perverse ideazioni di spot pubblicitari.
A settembre, presso Scheiwiller, esce il volume collettaneo “Le Aziende In-Visibili”, a cura di Marco Minghetti, con un mio racconto sul destino di Maurilia, una delle città immaginarie di Calvino.

-  2009: Invitato dallo spericolato Istituto d’Arte di Isernia, produco l’intervento “Reuse ID” sul reuse design.
Scrivo febbrilmente i testi per 6 clips  di 3’00” ciascuno sul futurismo italiano venduti alla tv francese e tedesca.
-  2010: realizzo il video "Dimore storiche" (sta su Youtube); debutto in Belgio e successivamente in circuiti festivalieri di videoart.
-  2011: La minieditrice “FuocoFuochino” – diretta da Afro Somenzari – pubblica in una serie di copie numerate: “Contraccettivi letterari”, miei suggerimenti su come prevenire nascite indesiderate di romanzi; lo scritto sarà poi a giugno su AlfaLibri (supplemento alla rivista Alfabeta) a cura di Andrea Cortellessa e Maria Teresa Carbone.
Terminata non senza fatica la produzione di “Soap Opera Masaccio” con la partecipazione involontaria di molti alberghi con i loro saponi.
Assistiti da potenze celesti e sulfuree, vedono la luce due oggetti di arredamento ludico: “Sono stato molto amato” (con la collaborazione di una sodale Madonna) e “In Memoriam” (ideato e cominciato nel 2000, realizzato solo adesso).
Nelle giornate del Festival di Filosofia, a Modena, regìa del recital fra Kierkegaard e Schopenhauer: “Primum vivere deinde philosophari”.

-  2012: consulenze per produzioni artistiche di new media con Enel, Marelli SpA, Medec France.
Collaborazioni con il Corriere della Sera
La casa editrice Corraini audacemente m’include nell’antologia letteraria “FF2”.
Partecipo, alla teleperformance internazionale  “La Festa dei Vivi”: Addis Abeba, Buenos Aires, Cairo, London, Phnom Penh, Roma, São Paulo, Shanghai. L’azione è stata poi invitata a Documenta Kassel di quell’anno.

-  2013:  Consulenza per la pubblicità di New Tech Mobil e Telepart International.
 “Uh Magazine” pubblica una parte dei miei commossi “Coccodrilli”.

-  2014: “Lassù qualcuno mi ama”, cartolina d’artista da un’installazione audiovisiva.
“In viaggio col gatto Fifì”, San Cesario di Lecce, nel corso di ‘The Celebration of the Living (who reflect upon death)’
Art Project di Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce.

-  2015: - Collaborazioni con Teleciak: articoli e servizi audiovisivi
 “Terre fredde”, installazione mobile per “Patria portatile” di Alfonso Lentini (a Favara)
A Lubiana, nella festosa Metelka, spericolati italianisti festeggiano i 15 anni del mio “Film senza Film”.

- 2016: La NASA ha invitato artisti di tutti i paesi a inviare proprie creazioni per metterle a bordo della nave spaziale Osiris-Rex diretta all’asteroide 101955, chiamato Bennu. Lì volerà “Il segreto dell’arte”, un oggetto di mia fabbricazione che girerà per millenni nel cosmo.

-  2017: Roma, Foro Boario, “Storia d’O”, disgrazie e virtù di una lettera dell’alfabeto.

- 2018: La mia audioperformance “Situazione in corso” partecipa al Festival “Dissolvenze” a Torbellina
Continua la mia collaborazione a Teleciak con servizi scritti e tv sull’attualità culturale

Per la ‘Notte lucente’ (Notte bianca a San Gemignano): recita di “Diario di un vecchio porco”

Per “Lungo il fiume e tra gli alberi” a Roma,  lettura a più voci tratta da ‘Film senza Film’

 

Ecco alcuni siti che ardimentosamente ospitano notizie che mi riguardano:

 

 

Mi è stato garbatamente fatto notare che questa bio è d’insopportabile lunghezza.
Roba che se campo ancora qualche anno diventa un romanzo in più tomi.
Condivido.
Perciò da ora in poi le notizie che riguardano mie produzioni saranno di volta in volta segnalate nella sezione “Cosmotaxi” di questo sito. Era ora.

 

 

Ricordo, con animo grato, quelli che generosamente si sono occupati di me con interventi scritti, radiofonici o televisivi:


Gabriele Albanesi, Marco Baliani, Willer Barbieri, Renato Barilli, Giuseppe Bartolucci, Ernesto Bassignano, Berenice, Billi Bilancioni, Ninì Candalino, Maria Teresa Carbone, Franco Cavallo, Rita Cirio, Geraldina Colotti, Maria Corti, Corrado Costa, Anna Grazia D'Oria, Agnese De Donato, Paola De Sanctis Ricciardone, Antonio Debenedetti, Saverio Del Gaudio, Alberto Dentice, Rodolfo Di Giammarco, Natalia Di Iorio, Vittorio Fagone, Giordano Falzoni, Nicola Fano, Paolo Fenoglio, Federico Frascani, Silvia Garambois, Attilia Garlaschi, Nico Garrone, Patrizio Gerus, Stefano Giovanardi, Giuliano Gramigna, Ernesto Grassi, Paolo Guzzi, Viviana Kasam, Mario Lunetta, Giorgio Manacorda, Antonella Martini, Aldo Mastropasqua, Paolo Mauri, Giacomo Mazzone, Nicola Merola, Renato Minore, Valerio Miroglio, Carlo Monterosso, Giuseppe Neri, Renato Nicolini, Paolo Opice, Alessandra Orsi, Elio Pecora, Mauro Pedretti, Mario Perniola, Gloria Piccioni, Lamberto Pignotti, Franco Quadri, Antonella Rampino, Gianni Romano, Aldo Rosselli, Patrizio Roversi, Giuseppe Saltini, Gianfranco Salvatore, Napoleone Scrugli, Adriano Spatola, Paolo Staderini, Mario Stefanile, Marcella Valentini, Sebastiano Vassalli, Marisa Vescovo, Francesco Vincitorio, Ugo Volli.

 

* * *

 

In quest’elenco (non esaustivo, redatto a memoria) sono compresi solo attrici, attori, musicisti, presentatori con cui ho fatto fino all’anno in corso lavori alla radio, in televisione, in teatro, in pubblicità.
Non sono menzionati i nomi di quelle/i intervenuti come ospiti d’onore in trasmissioni da me dirette.

 

Gianni Agus – Anna Maria Ackerman – Roberto Accornero – Silvio Anselmo – Renzo Arbore – Domenico Attanasio – Vittorio Battarra – Gianfranco Bellini – Isa Bellini – Warner Bentivegna – Nicoletta Bertorelli – Laura Betti – Isabella Biagini – Serena Bennato – Paolo Bonacelli – Gianni Bonagura – Anna Bonasso – Giulio Bosetti – Liù Bosisio – Walter Branchi – Mario Buonoconto – Ezio Busso – Fernando Caiati – Giancarlo Cardini – Anna Carini – Pino Caruso – Massimo Catalano –  Angela Cavo – Enzo Cerusico – Violetta Chiarini – Gloria Christian – Gin Coccimiglio – Ombretta Colli – Carla Comaschi – Renato Cominetti – Oliviero Corbetta – Mico Cundari – Lia Curci – Franco Cuomo – Delia D’Alberti – Carlo D’Angelo – Ferruccio De Ceresa – Luciano De Crescenzo – Ruggero De Daninos – Wilma De Eusebio – Isabella De Paz – De Eusebio– Armando Del Cupola – Dino Desiata – Rita Di Lernia – Ida Di Benedetto – Isa Di Marzio – Sara Di Nepi – Sandro Dori – Carlo Enrici – Marisa Fabbri – Adolfo Fenoglio – Nadia Ferrero – Gloria Ferrero – Gabriella Ferri – Fiorenzo Fiorentini – Francesca Fiorentini – Armando Francioli – Pier Sandro Freglio – Corrado Gaipa – Graziella Galvani – Vittorio Gelmetti – Gioietta Gentile – Valeriano Gialli – Laura Gianoli – Sergio Gibello – Maria Grazia Grassini – Giancarlo Guardabassi – Antonio Guidi – Roberto Herlitzka – Eligio Irato – Susanna Javicoli – Giorgio Lanza – Lilly Lembo – Oreste Lionello – Carlo Loffredo – Sergio Lori – Vittoria Lottero – Angela Luce – Alberto Lupo – Lelio Luttazzi – Walter Maestosi – Elena Magoia – Giovanna Mainardi – Marcello Marchesi – Vittorio Mezzogiorno – Diego Michelotti – Minnie Minoprio – Michele Mirabella – Renato Miracco – Domenico Modugno – Paolo Modugno – Marina Morgan – Fiamma Negri – Renato Nicolini – Renzo Nissim – Giancarlo Palermo – Claudio Parachinetto – Quinto Parmeggiani – Andreina Paul – Angela Parodi – Germana Pasquero – Dario Penne – Gianna Piaz – Daniele Piombi – Alfredo Pirri – Paola Pitagora – Franco Pucci – Salvatore Puntillo – Paola Quattrini – Angiolina Quinterno – Grazia Radicchi – Marcello Rosa – Massimo Ranieri – Carlo Reali – Alberto Ricca – Luciano Roffi – Alberto Rossatti – Maria Teresa Rovere – Valeria Sabel – Patrizia Sacchi – Anna Salvatore – Agostino Salvietti – Vittorio Sanipoli – Sandro Sardone – Stefano Satta Flores – Deddy Savagnone – Lunetta Savino – Sonia Scotti – Tino Scotti – Linda Sini – Gisella Sofio – Enza Soldi – Ivano Staccioli – Renato Tagliani – Lilian Terry – Ugo Tognazzi – Carla Torrero – Renato Turi – Marcello Tusco – Franco Vaccaro – Mafalda Valle – Carlo Valli – Barbara Valmorin – Franco Valobra – Romeo Vanni – Ornella Vanoni – Mila Vannucci – Gianfranco Varetto – Stefano Varriale – Santo Versace – Raimondo Vianello – Paolo Villaggio – Guido Zaccagnini – Pierluigi Zollo – Mario Zucca.

 

 

 

 

Hanno scritto di me

 

Dal webmag “Critica integrale”
Il libro del giorno
di Francesco Muzzioli
I coccodrilli di Adolgiso
22 novembre 2019

 

Questa volta il libro del giorno non è proprio appena uscito, ma tengo molto a segnalarlo.
Armando Adolgiso è un autore lanciato nel futuro, già da tempo deciso a intervenire e a pubblicare nella rete, come luogo giusto di innovazione e di battaglia culturale. E da tempo collabora al sito Nybramedia, in particolare con la sua rubrica Cosmotaxi dove inserisce tra l’altro interviste “fantascientifiche” che, svolte da un’astronave come sono, vengono dedicate di volta in volta a scrittori e intellettuali “alieni”. Interviste sempre spiritose nel duplice senso dell’ironia e del rimando enologico…
Sono ora in rete anche i suoi due libri editi in cartaceo negli anni Ottanta: Il resto è silenzio (1982), serie di paratesti introduttivi e di commento a un testo che, in definitiva, non esiste; e Film senza film (1986), grandioso romanzo parodistico che si svolge davanti ai nostri occhi nel rapporto dell’autore con i personaggi che sono noti eroi ed eroine della letteratura inviati ad intrecciarsi in altri “mondi possibili” a loro non appropriati, per cui alla fine il testo è «una somma ubriaca di avvenimenti incongrui e folli che s’inseguono attraverso anni e pagine sbronzando l’esistenza e i sogni».
Un nuovo libro è in Rete, s’intitola “Sette coccodrilli”:
In esso l’autore s’immagina defunto e prevede i sette “coccodrilli” – non gli animali, ma i necrologi giornalistici – che gli verranno dedicati post mortem. Perché sette? L’autore risponde: «Perché tante sono le lettere che compongono il mio nome: armando»; sia pure, ma sette, ovviamente, è un numero dalle molte associazioni mitiche e culturali (i magnifici sette, le stelle dell’Orsa, i re di Roma, il settimo cielo, sette e non più sette, ecc.). Quindi, vada per il sette, che è un numero dispari e quindi si addice alla disparità dei brani. Perché in essi si succedono sette voci differenti, a caratterizzare ciascuna un personaggio tipico. Seguendo, uno per uno:

– L’Astioso che, sia incuria o volontà denigratoria, commette vari errori (storpiando perfino il nome in “Adalgiso”) e finisce per dir male:

Trascurato dalla critica, respinto da più editori, ignorato da troppi lettori, fu questo il suo destino di cui talvolta si mostrava fiero (ma dobbiamo credergli?), o non c’era forse dietro quella sua fanciullesca insolenza, inconfessata amarezza? Chissà!

– L’Egoista, che invece di parlare del caro estinto finisce per parlare di se stesso:

Mi scuso con la Redazione per queste poche righe che in¬vio rispondendo all’invito richiestomi di scrivere su di lui, ma sto annegato nella correzione delle bozze di “Interviste a me stesso” che uscirà per l’editore L’Abisso il mese prossimo.

– Il Filosofo, che coglie l’occasione per meditare sulla morte in toni astrusi e cervellotici:

E la morte?
La morte arricchisce e spiega la realtà materiale, e unifica in una sola prospettiva gli ideali, gli spiriti, gli enti di ragione e anche tutto quanto si coglie con i sensi.
A me è cara la visione stoica che va da Zenone a Seneca.

– L’irregolare, che regala all’autore il destro per un gustoso pastiche di linguaggio parlato:

Certo che ne abbiamo di roba! Nel senso di ricordi. Eppure sai che abbiamo detto ieri con Rita e Leo Er Secco?… Che sei da invidiare…
Sì, proprio così. Non ci crederai. Da invidiare. Ti sei tolto dai cogli cogli con tutto il carico.
E te ne stai comodo là, tranqui.
Mo’ esco. Ho capito che non ti va di parlare.
Prima o poi m’assommo a te. Ciao, ci ribecchiamo a ?na certa.

– La Modaiola, che rievoca abbigliamento e nuances:

Quando veniva a trovarmi, non potevo fare a meno di notare l’accurata combinazione dei colori fra giacca, pantaloni, camicia… ora una sinfonia di grigi, ora una suite azzurrina.

– La Poetessa (forse il brano più ferocemente satirico di tutti) che gli dedica versi retoricissimi e si spiega così una sua, comprensibile per noi, ritrosia:

Ricordo quella volta che al telefono si scusava perché non gli era possibile venire ad ascoltare un mio recital di versi appena pubblicati… era stato colpito da una febbre improvvisa e si capiva quanto gli dispiacesse quell’impedimento.

– Per ultima viene la Scalognatrice, che nemmeno la debita scaramanzia è riuscita a fermare:
Scrivo questo ricordo di Armando confessando che ebbi uno strano presentimento l’ultima volta che lo vidi poco prima della sua scomparsa. Tanto che gli chiesi se si sentisse bene. Tuffò le mani in tasca con quel suo modo spavaldo e mi rispose che sì, andava tutto bene. Restai dubbiosa. E insistetti. Allora cavò un mazzo di chiavi da una tasca e mettendomele sotto il naso le agitò dicendomi d’avere fretta d’andarsene per un certo appuntamento a casa sua.
Esercizi di stile ben condotti e rivolti in autoironia sull’autore stesso (magari con un pizzico di esorcismo). Si può dire che Adolgiso abbia portato alle estreme conseguenze la morte dell’autore diagnosticata da Barthes! Mantenendo sempre una doppia voce, in quanto ogni brano è preceduto dal commento dell’autore, “morto che parla”, a mettere in chiaro le strategie dei diversi personaggi, l’esito è quello dell’humour noir. In questa prova, Adolgiso non solo conferma la sua tecnica di “sottrazione” e di “resistenza del nulla” contro la forma narrativa (perché alla fine non si racconta niente e a smentire lo scritto l’autore è ben vivo e vivace), volgendo al registro del bizzarro e dello stravagante, ma compie anche un giusto rovesciamento dell’autobiografismo oggi imperante: tutti i possibili dati riguardanti l’autore, infatti, sono schermati e resi “dubitabili” dalla forma-coccodrillo, eminentemente ipocrita.

 

 

dal Blog “La Voce Regina”
Film senza film… per sognare
di Enzo Minarelli
27 febbraio 2023
Armando Adolgiso, Film senza film, Stampa Alternativa, 2000.


Perché occuparsi di un libro uscito per la prima volta nel lontano 1986 e poi nel 2000? Perché, in primis, è esaurito, come l’autore stesso, [così si legge nelle note on line], poi perché è un libro nel suo genere, indefinibile, nonostante compaia la dicitura «romanzo» nel sottotitolo. Sfuggente e sfuggevole, collocabile più dalla parte di Marchesi (Marcello, di cui il Nostro era amico) che da quelle di Camilleri (Andrea) o Rossi (Aldo), sarebbe interessante conoscere come questa coppia abbia interagito con l’autore, probabilmente, dato l’esaurimento in atto, non lo sapremo mai.
Come Laurence Sterne fa comparire l’attesissimo Tristram Shandy bel oltre la metà del noto, corposo libro, il Nostro si arrovella dentro un tourbillion di quesiti estetici assai saggi del tipo: come scrivere, quali personaggi scegliere, come impostare la trama, come iniziare…, senza fornire risposta alcuna. Da par suo, menando il can per l’aia approda ad un punto fisso: “prediligere caratteri dai tratti universali, superando così barriere di tempi, regni e parlate”. Preso in parola, fulmineo scodella a ripetizione boutade che contemplano Lucia Mondella pronta a visitare Karl Marx in quel di Londra, oppure Molly Bloom, giustamente, fa una capatina a Vienna per consultarsi con Freud, mentre le sadiane Justine e Juliette si trasformano nelle gemelle Kessler adorate da Don Chisciotte e dal suo scudiero Sancho Panza. In simile contesto, ogni trama diviene superflua, un effluvio incessante e stucchevole da anarchico flusso di coscienza, appoggiandosi come puntello teorico al genio metanarrativo di Petrolini, “scopone / spariglio i sette / compro le scarpe / mi vanno strette / se qualche volta in festa io ballo / la mia compagna mi pesta un callo / monto in vettura / muore il cavallo”. I personaggi sono nominali e nominati per nome e cognome, ed evocati attraverso un prezioso e certosino lavoro di citazione, per esempio, prima battuta pronunciata da Molly Blum nell’opera di James Joyce Ulisse, 1922, oppure prime battute pronunciate rispettivamente da Justine e Juliette nell’opera di D.A.F. De Sade La nuova Justine ovvero le disgrazie della virtú, 1791, e ancora la prima battuta pronunciata da Lucia Mondella nell’opera di Alessandro Manzoni I promessi sposi, 1827. Se tanto mi dà tanto, vanno annotate anche le ultime parole pronunciate dal Mostro in Frankenstein di Mary Shelley, le ultime parole pronunciate da Don Chisciotte nell’opera omonima di Miguel Cervantes e le ultime parole pronunciate da Cosini ne La coscienza di Zeno di Italo Svevo.
Un collage di scritture dove il citazionismo esasperato si confonde con quella del testo stesso, se non ci fossero le note a specificarlo, nessuno si accorgerebbe delle diverse provenienze dei materiali letterari adottati.
A questo punto, ogni accadimento è possibile, l’unica certezza è che siamo di fronte a film senza avere a che fare con film, e forse questa è la vera maniera per sognare e realizzare l’impossibile, ad esempio, la Lady Roxana del Daniel Defoe va in sposa a quell’impotente dichiarato del bell’Antonio (Vitaliano Brancati); oppure s’insegue l’utopia del cambiamento radicale, “il movente del governo popolare nella Rivoluzione è la Virtù. E il Terrore è giustizia pronta ed inflessibile nel sangue, esso è dunque emanazione della Virtù”, così Robespierre nel 1793 circa i principi del governo rivoluzionario.
La parte più accattivante, come sempre succede in opere di questo genere, va colta nel linguaggio, qui nel ruolo di un vero ascensore, in gran spolvero dall’aulico al volgare. “La svelta e la lenta: modi gergali per definire, rispettivamente, la cocaina e l’eroina”, tanto per intenderci, avanzando per freddure, che so tornar comodo soprattutto nell’estati roventi, “se l’ozio fosse disciplina sportiva, vincerei l’oro alle Olimpiadi” azzeccato autoritratto dell’autore. La comicità è il fil rouge che attraversa tutta l’opera, si consulti il cruciverba a luci rosse, “ 13 or. Virili condanne [Pene], 10 or. Resurrezione della carne [Erezione], 28 or. In due per un bacino [Cosce].
C’è una battuta di Totò nel film I due orfanelli, 1947, dove il comico parte-nopeo e parte-napoletano, dopo aver ammesso sotto tortura molte incredibili colpe, ne confessa anche una che ritiene gravissima: la scoperta dell’America, e proprio in America, esattamente a New York, termina una dei più bei film di Luis Buñuel Simon del deserto, 1966, la cui ultima battuta la pronuncia il demonio sotto le spoglie di un’avvenente signora bionda, rivolta a Simon, non più eremita ma seduto a sorseggiare un drink in una rumorosa discoteca di Manhattan, “è la vita ubriacone devi sopportarla ! Devi sopportarla fino in fondo!”.

Enzo Minarelli

 

 

 

dal webmagazine “Fosforo”, 8 – 10 – ‘18
Sette coccodrilli
di Sergio Messina

 

Vi segnalo “Sette coccodrilli”, e-book (gratis) di Armando Adolgiso, amico e scrittore, tra i suoi temi ricorrenti c’è l’Assenza (infatti non è su Facebook), che in “Sette coccodrilli” diventa finale.
Divertente, scaltro e molto di più.

 

 

 

 

da “Il Paginone”, RaiRadioTre, 7 marzo 2000
Film senza Film
di Renato Nicolini

 

Parte degli insulti che ho ricevuto da assessore alla Cultura me li indirizzarono perché avevo ospitato, nella prima o seconda Estate Romana, non ricordo con precisione, una  performance con voci che attraversarono la Capitale inseguendosi da tombini a tombini. Ne fu autore lo stesso Armando Adolgiso di cui ho letto il suo libro “Film senza Film” non meravigliandomi che qui altre voci s’inseguono fra schiamazzi e sberleffi tra dieci momenti essenziali della Memoria occidentale fra mito, storia e cronaca: dal Diluvio Universale al primo viaggio umano nello Spazio passando attraverso la scoperta dell’America, la rivoluzione francese ed altro ancora. Qui voci sotterranee s’inseguono non più da tombini ma da capitoli abissali del volume. Sono quelle di famosi personaggi letterari che a ben ragione amano poco Adolgiso, poco riamati da lui che li costringe a pericolose avventure nei meandri della Storia. La Storia fatto canzoniere. Canzoniere canzonato.
Un romanzo? Non direi perché del romanzo in Film senza Film” Adolgiso se ne fa beffe scrivendone una sorta di inglorioso epitaffio. Insomma, un pastiche stilistico e linguistico illuminato da lampi di Oulipo… chapeau!  E così anche la rima è servita.

 

 

 

 

da “L’Immaginazione”, Aprile 2002
Film senza Film di Armando Adolgiso
Stampa Alternativa
Recensione di Lamberto Pignotti

 

Un lettore di gusto buono deve devotissimamente manifestare un prostrato ringraziamento alle italiane lettere per l’edizione stampalternativistica di “Film senza Film” scritto con dotta, coinvolgente giocoleria dal gran Giocoliere Armando Adolgiso. Giocoliere che onora le beffe e si beffa degli onori. È allegro, ma non giocondo. Infrange ma non fracassa. Gli piacciono i tarallucci e il vino, ma li consuma come aperitivo e mai a fine pasto. Adolgiso è tutto questo. Giudizioso architetto dei crolli e attento costruttore di macerie, si burla del romanzo scrivendone uno dalla finta trama che corre fra veri episodi storici vissuti da celebri personaggi di fantasia. Storia vera interpretata su di un set immaginario da figure (Don Chisciotte, Zeno Cosini, Molly Bloom…) appartenute e generate da altri scrittori. Tutti famosi: Manzoni, Cervantes, Svevo, e altri ancora. Dentro e oltre la Storia, in un percorso metaletterario dentro e oltre la parola e chi viaggia, come Adolgiso, oltre l’orizzonte della parola vuole andare lontano sì, ma smemorando la meta.
“Film senza Film” guarda al passato storico  in modo affabilmente feroce, facendone «una somma ubriaca di avvenimenti incongrui e folli che s’inseguono attraverso anni e pagine sbronzando l’esistenza e i sogni».

 

 

 

 

 

Lettera Andrea Camilleri, Maggio 1981

Epistolario di Armando Adolgiso

 

 

 

 

 

L'“Estate romana”, la Repubblica, 1° Agosto 1980

Articolo di Rodolfo di Giammarco

 

 

 

 

 

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