"E' la tv cretina che oggi forma la gente", diceva giorni fa con
aria grave un prof universitario accanto a me al banco del bar. "E' l'aguzzina
del pubblico" incalzava la sua assistente.
Ho guardato i loro bicchieri: bevevano gingerini. Non ho attaccato discorso,
la mamma mi ha detto di non fermarmi a parlare con gli sconosciuti che bevono
gingerini.
Vecchia storia. La tivù abbassa e istupidisce chi la guarda. E se fosse
il contrario?
Ecco una domanda da proporre al Quiz Show che, si sa, è l'occasione
di una vita.
Da quando è finito il monopolio Rai, tutte le reti fanno i programmi
monitorando i desideri della maggioranza, proponendo, con alterna fortuna,
i modelli più convenienti per ottenere forti ascolti in grado di rastrellare
pubblicità. Ve lo dice uno che questo mestiere lo fa da trent'anni:
non esiste un gruppo luciferino che le studia tutte per traviare il popolo.
Le teste di silicio che dirigono le tv mica si sognano di contrastare gusti
e tendenze, non vogliono elevare né inabissare gli spettatori, perché sono
loro stessi ad essere telecomandati dal pubblico.
Gli strateghi dei palinsesti, sono ritenuti bravi da chi li paga, secondo quanto
sono pronti ad intuire la bassezza delle richieste popolari ed amplificarne
il segnale; i più apprezzati sono quelli tanto abili da confezionare
i prodotti fingendo sdegno sulle turpitudini mostrate, simulando drammaticità,
oppure esasperando comicità smutandate, pornografia del cuore, scurrilità adolescenziali
e sapendo scegliere oculatamente i conduttori delle trasmissioni: dal carciofo
buonista alla carampana fascista.
Per i Tg (e i Gr), la cosa è diversa, si limitano a disinformare. E'
il loro ruolo. Lo svolgono bene.
La tivù la fanno quelli che ci assordano al semaforo con lo stereo a
mille, bruciano a palla il rosso dei semafori, ci fottono il posto in
una fila, ci maltrattano agli sportelli pubblici, si scambiano sui bus e negli
uffici ripugnanti battutacce, barzellette sugli handicappati, gli ebrei, i
carabinieri: la tv è fatta dalle masse; andrebbero riconosciute loro
quote Siae.
Ecco perché mutuando una battuta di Nanni Moretti - ingenerosamente
rivolta ad Alberto Sordi -, si può ben dire alla massa (parola che fa
vibrare i cuori della sinistra quanto la madonna fa vibrare quelli dei baciapile): "Ve
lo meritate Berlusconi!".
Che, guarda un po', ci ha pure tante tv. Per restare in argomento.
Uno che nulla sa di dotti discorsi sulla televisione, ma ha capito chi la fa.
E gliela lascia fare. Gli viene facile, perché è uno di loro.
Vi ricordate le barzellette che raccontava? E racconterà.
"Oh, che schifo la tv!" si sente dire "Mai un bel programma!"
Ma
su che?
Me lo dite per favore?
E tanti, intellettuali e non, continuano ad incolpare la tv dell'imbarbarimento
del gusto e, visto che ci siamo, anche della (eterna) crisi del libro.
Già, perché - come dice Beniamino Placido - senza la tv, è chiaro,
staremmo tutte le sere a leggere Kant. E le operose massaie - aggiungo io -
non distratte dalle soaps, tra una scopata sul pavimento e l'altra, sfoglierebbero
avidamente l'appassionante Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein
E' la tv che spinge al cattivo gusto e alla violenza? Mah, ci credo poco.
Non mi risulta che la notte di S. Bartolomeo fosse in onda il palinsesto notturno
di Gabriele La Porta (anche perché se così fosse stato, approfittando
del serra-serra, qualcuno si sarebbe recato da quel Direttore che, ugonotto
o no, non avrebbe visto l'alba), eppure un pocolino di violenza ci fu il 24
agosto del 1572; e all'epoca dei gulag e dei lager, non trasmettevano il Grande
Fratello (che imprigionerà, in modo un po' meno aspro, un gruppo di
personcine, tutte meritevoli di un trattamento ben più severo in quella
clausura), eppure
Prevedo un'obiezione. Ma esistono anche persone che vogliono vedere qualcosa
di diverso o no?
Certamente. S'arrangino, pròvino a guardare qualche tv satellitare
ah,
un piccolo particolare: se hanno i soldi per pagare, s'intende. Pure i palinsesti
notturni sono fatti prevalentemente per loro. Tanto, quelli lì di mattino
mica devono andare al lavoro, sono disoccupati o no? E se qualche insonne appartenente
alla maggioranza dei teleutenti capitasse lì per sbaglio? Niente panico.
Bussi al videocitofono di La Porta e gli sarà aperto
La Porta,
Porta a Porta, quante porte ha la Rai!
Poi ci sono quelli che rimpiangono la tv di una volta. A Viale Mazzini sono
in tantissimi a dire che Bernabei è stato il più grande Direttore
nella storia della Rai. Lo dicono anche funzionari di sinistra. E si capisce
bene. E' riconoscenza. Molti fra loro sono stati assunti proprio da lui che
intuendo il centrosinistra nascente, corse ai cancelli dei centri studi di
partiti e sindacati ad ingaggiare le nuove leve di funzionari. Ma ve la ricordate
quella tv? Autorevoli ministri tirandosi giù la coppola storta affermavano
al tg che la mafia non esisteva, Fo cacciato, Volontè esiliato, tanti
altri nomi meno noti allontanati, sessuofobia sfrenata, la cultura con l'approdo
sulla noia. Si poteva sì parlare male dei colonnelli greci ma guai a
non incensare il consigliere comunale fanfaniano, fosse pure di una sperduta
comunità montana. Chi non lo faceva, si trovava al mattino in moviola
con i moncherini.
E la decantata bravura manageriale di Bernabei? Pur agendo in regime di monopolio,
lasciò la Rai con 16 miliardi di debiti, sedici miliardi di un quarto
di secolo fa!
Ma ecco uno che, anche lui imprenditore ed operaio, aveva capito chi fa la
tv.
Usava dire che i programmi si fanno "per alcuni milioni di teste di cazzo".
Mo' produce Bibbie e vite di santi. Appunto. Milioni di teste di cazzo
espressione
rozza, semplificatoria, ma sostanzialmente esatta. Insomma, anche una volta
la tv trasmetteva merda, però in diversa confezione perché diverse
erano le proposte degli autori
cioè dei telespettatori, sono quelli
gli autori, chiaro no? E' un'ingiustizia che non passino i loro nomi nei titoli
di testa.
La cosa della staffa: ho fatto un sogno, vedevo sfilare lentamente un contrito
corteo di popolo e tutti, con la testa incappucciata in un preservativo, autoflagellandosi,
in coro cantilenavano:
Quelli della tivù sono innocenti / Siamo noi i veri delinquenti!
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