Qualche lettore baciapile ha minacciato di citarmi in tribunale (qualche
altro, piamente, di rompermi le ossa), farò anch'io oggi qualche citazione,
ma non giudiziaria.
Comincio con Victor Hugo: "Inferno cristiano: fiamme; inferno maomettano:
fiamme; inferno ebraico: fiamme; inferno indù: fiamme
che Dio sia
un rosticciere?".
In tempi di terroristici proclami mortiferi, è bene ricordare che paura
e intolleranza non covano solo sotto il turbante ma pure sotto la mitra, che,
com'è noto, è anche il femminile della nota arma.
C'è chi ha detto: "Io, il signore Dio tuo, sono un Dio geloso,
che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione
per quanti mi odiano". Carino proprio. E misericordioso. Non me la sono
inventata io, sta nel Deuteronomio 5,9. Da chi la pensa così cosa ti
puoi aspettare?
Ma la Bibbia ne ha tanti e tanti d'inviti a stecchire, da rendere dissuasiva
l'estrapolazione.
E le 114 sure del Corano e i 613 comandamenti del Talmud fanno insieme 727
disgrazie.
In un fazzolettino di terra sono nati tre cancri che ancora rodono il mondo.
Da lì è partita la gioiosa idea che i princìpi religiosi
debbano essere forma di vita politica e leggi dello Stato.
Fondamentalismo e integrismo appartengono ai popoli del Libro, e quel libro
ha avuto successo editoriale perché forse sposa bene la natura dell'uomo.
Che, ci viene detto, è fatto a somiglianza di Dio, e questo spiega perché di
Costui è meglio non fidarsi.
Insomma, non è necessaria una lieta gita nelle accoglienti terre dei
mullah per ispirarsi alla beatitudine del genocidio. N'è ricca anche
la storia cristiana. Non solo dei secoli scorsi.
Appena ieri Pio XII benediceva i gagliardetti fascisti in partenza per la guerra
di Spagna, bloccava l'enciclica contro il razzismo del suo predecessore Pio
XI, non s'avvedeva dei crimini nazisti, né s'accorgeva della deportazione
degli ebrei romani. "Era un tipo un po' distratto", conclude Jacopo
Fo commentando quegli episodi nel suo "Il libro nero del Cristianesimo",
Edizioni Nuovi Mondi.
E, appena oggi, Wojtyla accarezza Pinochet, incrementa stragi per Aids nel
terzo mondo con la sua politica sulla natalità, beatifica Pio IX, nemico
del liberalesimo, antisemita, promulgatore del "Sillabo"; leggetelo
nell'edizione a cura di Ernesto Rossi, Kaos Edizioni, e poi mi date una voce.
A proposito di libri, ve ne segnalo alcuni da regalare a Natale, quando nasce
Gesù Bambino: "Storia criminale del Cristianesimo" di Karlheinz
Deschner, Ed. Ariele, primo uscito di dieci volumi; poi, costano meno di venti
carte, due chicche: "Dio cavalca un cherubino", esilaranti stravaganze
(e spesso cruente) della Bibbia edito da Baldini&Castoldi, e "La posizione
della missionaria", sulle malefatte di Madre Teresa di Calcutta, pubblicato
da Minimum Fax.
Segnalo vigorosamente anche tutti i libri del grande Piergiorgio
Odifreddi.
Si dirà: ma i cattolici tra le loro fila hanno oggi da noi anche persone
degne, come il Cardinale Martini, Monsignor Bettazzi, Don Ciotti
che volete
vi dica
sono credenti che sbagliano.
Gianni Baget Bozzo, un tipo coerente con la sua fede, sostiene invece l'attualità di
una guerra santa contro i musulmani; un tempo craxiano, ebbe a dire a Verona
in un congresso: "La politica di Craxi ha per sé il presente
ed il futuro, ha per sé l'eterno". In Cielo quella battuta
la presero male, dell'eterno sono i proprietari e non l'affittano nemmeno con
i patti in deroga. Oggi, don Gianni, diventato italoforzuto, afferma: "La
marcia della pace Perugia-Assisi è un flagello di Dio. Porta male. I
terremoti in Umbria sono un segno del Cielo: San Francesco vuole che la terra
sia liberata dalla Perugia-Assisi. Finché ci sarà, i terremoti
continueranno". Chi non sapeva che il Giullare di Dio fosse un sismologo,
adesso lo sa. Né risparmia Giovanni Paolo II, e strilla: "
dimentica
i martiri, i cristiani perseguitati nei paesi musulmani
i cristiani muoiono,
papa Wojtyla tace!".
E qui, anche se quella tonaca tosta esagera, qualcosa di vero c'è. Stavolta
il pontefice non si è schierato con la sua solita durezza (riservata,
ad esempio, ai temi laici) contro gli arrabbiati di Allah, perché è più intelligente
di Baget Bozzo
scusi Santità, so che non è un complimento,
perché ci vuole poco. Egli sa che non è più tempo di saracini,
con quelli là vorrebbe più unirsi che dividersi. Nel mondo occidentale
in cui vive, soffrendolo, vede nei vecchi nemici tante cose comuni che quelli,
nel buio di un loro medioevo, non scorgono; ogni guaio che capita al monoteismo
gli appartiene. Dice Mohamed Arkoun, professore di storia del pensiero islamico
alla Sorbona, che l'Islam ha forme "teologicamente protestanti e politicamente
cattoliche". Wojtyla sa bene che dietro i B-52, perfino aldilà della
stessa volontà di chi li guida, non c'è una crociata, ma roba
che non gli conviene. Vengono avanti valori a lui invisi: libertà di
costumi, pluralità di pensiero, razionalismo e nuove forme di spiritualità,
conquiste scientifiche che lo atterriscono perché con esse la vita è sempre
meno un prestito fatto da Dio.
Chissà se nei cortei antiamericani a queste cose hanno pensato, e chissà se
fra quanti inneggiano balordamente alle armi americane quelle stesse cose le
sanno.
E' quello il migliore dei mondi? Forse no, ma certamente è più libero
di quanto vorrebbe il Libro nelle sue varie edizioni.
Ho cominciato con una citazione, altre ne ho fatte, concludo con la prossima,
diceva Friedrich Nietzsche: "Dopo essere venuto a contatto con un uomo
religioso, sento sempre il bisogno di lavarmi le mani". Anch'io. E per
fargli maggiore dispetto, uso sapone allo zolfo.
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