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Animali. Ho visto due spot per la Ford SportKa, mostrano come la macchina si sbarazza di due passeggeri sgraditi: un gattino curioso (che viene decapitato dal tetto metallico) e un grazioso piccione (ucciso dal cofano che s’alza di scatto). Si tratta del cosiddetto viral marketing, pubblicità messa in Rete dalle aziende e che i consumatori fanno circolare inoltrandola ad amici e conoscenti.

Diverte tanto vedere quelle cose? Evidentemente sì, a molti piace e forse si sganasciano.

Quei video in Rete restano poco, ho provato a cliccare sui siti che li riportavano e non s’aprono più.

Ma restate con noi, ci vediamo subito dopo la pubblicità.

 

 

Dio mio! Ho scritto finora d’animali massacrati per reclamizzare con la loro morte automobili, ma d’immagini d’altre stragi di umani su umani sono ricche le fotocineteche che frequento per lavoro: gassati della prima guerra mondiale, straziati in lager e gulag, gente che ride reggendo per i capelli una testa mozzata, pelli lacerate dal fall out atomico o dal napalm.

Le carneficine riguardano tutte le epoche, fatte da uomini bianchi, neri, gialli.

“Dio creò l'uomo a Sua immagine e somiglianza”, (Gen. 1:26). Ecco, forse questo spiega tutto.

 

 

Ei Fus. Dopo tanti grandi orrori, seguono piccoli raccapricci.

Renato Brunetta, yes man di Berlusconi, uomo bassino perché nato in ginocchio, ha detto che i tagli al Fus (Fondo Unitario per lo Spettacolo) “sono sacrosanti, i soldi per fare cultura si destinano alle scuole per acquistare libri, non a chi detiene l'egemonia culturale”.

Le biblioteche pubbliche stanno alle prese con il possibile licenziamento d’impiegati, altro che acquisti di volumi, gli istituti scolastici hanno difficoltà perfino per l’acquisto di materiali igienici.

Ma i Brunetta straparlano con lingua marrone… sono come i rotoloni Regina: non finiscono mai.

 

 

Flash back. Settembre 2000.Bari (città, e anche plurale di baro)

 

 

Gesùgesù! “Povero Pinocchio”, questo è il titolo d’un libro di ludolinguistica a cura di Umberto Eco che Comix pubblicò anni fa. Titolo che qui uso per commentare le tante infelici incursioni letterarie e sceniche sopra il libro italiano più letto al mondo. Accanto, infatti, a molte grandi esercitazioni intorno al famoso burattino (ricordo Carmelo Bene, Savinio, Zolla, Contini, Paolo Poli, Citati, Totò, Manganelli, Malerba, Pignotti), ce ne sono altre proprio imbarazzanti.

M’è capitato, ad esempio, d’apprendere di uno spettacolo a Parma, dalle buone intenzioni, con titolo non breve – “Beati i perseguitati a causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli” – in cui Pinocchio si ritrova in carcere con Gesù (d’accordo è un birichino ma ritrovarsi quel compagno di cella mi pare una punizione di durezza eccessiva!). Il Salvatore gli chiede “Devi essere molto giovane tu”, e Pinocchio “È da quando son nato che non sono più cresciuto”.

Praticamente il massimo dell’handicap!

A Collodi credo che siffatta cosa sarebbe piaciuta né punto né poco e, parafrasando Geppetto, dalla tomba esclami: ”E pensare che ho penato tanto per farne un buon libro! Ma mi sta il dovere! Dovevo pensarci prima!”.

 

 

Palombelli zompa e vola. La signora Barbara conduce alla Rai, su Radio 2, una trasmissione di 28’00” che si chiama “28 minuti”… però, che fantasia! Chissà in quanti, e per quanto tempo, si saranno strizzate le meningi, dopo averle faticosamente cercate, per varare quel titolo!

Venerdì 2 dicembre, usando barbaramente il centenario della battaglia d’Austerlitz, la Barbara ha invitato al microfono, “in veste d’autore” (parole sue) uno che (… ma tu guarda il Caso che combina!) è il Direttore di Radio 2 e 3. Già, perché costui, informato da volenterosi collaboratori sulla partecipazione di Napoleone a quella famosa battaglia, vi ha scritto di recente un libro sopra. E forse anche sotto.

Domanda a Meocci e Petruccioli: un tempo esisteva una circolare che vietava ai dipendenti Rai di parlare alla radio o in tv su proprie opere, è stata abrogata?

E se la DG (Direzione Generale) l’ha abrogata, rendendo così perfettamente legittima quell’esibizione, mi chiedo se non esiste una disposizione del BG (Buon Gusto) che dovrebbe consigliare comportamenti ben diversi. Spesso nelle interviste che conduco in questo webmagazine ascolto lagnanze d’autori e editori che si sentono trascurati dai media. Perché mai? Un rimedio c’è. Diventate Direttori di qualche programmazione Rai e, di sicuro alla radio pubblica nello spazio della Palombelli, il problema è risolto. Come avete fatto, a non pensarci prima?... Che sbadati!

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.

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