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  • Due considerazioni sui risultati elettorali. Una dolcissima, l’altra amarissima.
    La dolcissima.
    Quando una squadra di calcio mi sta antipatica, godo nel vederla perdere per 1 a 0 al 90° minuto per autogol. Meglio, quindi, che i voti di scarto fra l’unione e la CdL fossero stati non già 25000 e passa, ma uno solo. Inoltre, chi poteva impedirmi di pensare che quel voto fosse stato proprio il mio? Ch’ero stato proprio io, insomma, a vincere le elezioni?
    Dite che pensarla così è da coglione? Già. Appunto.

    L’amarissima.
    Forse Berlusconi sta antipatico pure a qualcuno dei suoi elettori, ma il berlusconismo no, e piace a 1 italiano su 2. Altrimenti non si spiegherebbe come, dopo tutto quanto di sconcio ha combinato SB per 5 anni e in campagna elettorale, in tanti lo votino ancora.
    Piace il berlusconismo, quel misto tracontante di volgarità e aggressività, quell’anima malavitosa con la giubba da sbirro, il disprezzo per i deboli.
    E la speranza di riuscire ad essere un giorno come Lui.
  • Come un tempo il voto per la Dc, quello per Forza Italia è un voto occulto.
    In altre parole: ci se ne vergogna.
    Per saperlo sarebbe necessario, come si fa per il corpo umano, di quel corpo elettorale analizzare il sangue occulto nelle feci.
  • Di malvagi sconfitti, ce ne sono di grandi e di mediocri. Berlusconi appartiene ai secondi. Come tale, allorché come adesso morde la polvere, alterna ruggiti a belati.
    E, subito dopo, essendo un mediocre, smentisce, dice che l’ha detta tanto per dire.
    Un bel libro di Alberto Scarponi (“Si fa per dire”, ve ne parlerò presto in Cosmotaxi) si apre con una poesia che ben si presta ad essere qui citata.
    <Si fa per dire> disse il mentitore / dicendo cose dette per mentire / e ancora, dopo un’ora, <per favore / credete>” disse <lo si fa per dire>.
  • I dirigenti di uno schieramento politico per essere tali e non un’accozzaglia di genterella, devono avvalersi contemporaneamente di due motori che li colleghino al proprio elettorato: una forte idealità e una mutua prosperità.
    Se c’è solo il primo è misticismo; se è presente soltanto il secondo è clientelismo.
    I vincitori del 10 aprile sono avvisati.
    Nel ’96, forse per la gioia d’aver vinto, si dileguarono davanti agli elettori che li avevano votati; nel 2001, per il dolore d’aver perso, idem.
    Se fanno lo stesso nel 2006, non ritroveranno molti di noi al prossimo appuntamento.
    I vincitori del 10 aprile sono avvisati.
  • Foto di grande eloquenza d’immagine: giorno di chiusura della campagna elettorale.
    I capi del centrodestra su di un palco con tanta vita dentro quanta ne hanno i manichini in una vetrina. Tra loro, un indumento usato lasciato lì sbadatamente dai vetrinisti: Stefania Craxi. Sembra che abbia la mano sul cuore, in realtà sta sul portafogli.
    Vecchio vizio di famiglia.
  • Sono stato tra i primi firmatari dell’appello: “Tremaglia santo subito!”.
  • Non basta avere Fede per avere diritto ai miracoli.

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.

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