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Alla Tv. Un attore alla ricerca di pubblicità, in uno dei reality show che funestano la tv, ha bestemmiato in diretta facendosi così espellere, per regolamento, dalla famigerata gara.

S’è abbondantemente scusato in una successiva puntata dove c’era l’immancabile Don Mazzi.

Un sacerdote che, forse, ha partecipato più a trasmissioni televisive che a messe.

E che cosa ha detto quella tonaca tosta? Ripetendo, da secchione, robe mandate a memoria in sacrestia, s’è lasciato andare ad una violenta reprimenda (e fin qui pace, è il suo mestiere), ma è andato ben oltre, invocando un “cartellino rosso”, sue parole, per l’attore e chiedendo che fosse tenuto lontano dallo schermo tv.

Come stesse a lui deciderlo e quello schermo fosse del Vaticano e non della televisione pubblica.

La Ventura , interpretando il ruolo della zia che chiede clemenza per un nipote bricconcello (invece di stoppare l’intervento intimidatorio), pigolava richieste di perdono, ma l’inflessibile prete sentenziava, in non pochi minuti, ch’era necessaria una punizione esemplare.

Non uno della Sinistra s’è fatto sentire in Parlamento per condannare quell’esibizione.

 

 

Astemi. Che il governo israeliano compia nefandezze, nessun dubbio. Bene fa la Sinistra a denunciarle. Vorrei, però, che fosse riservato lo stesso aspro trattamento a chi come Ahmadinejad nega l’Olocausto, fa mostre antisemite, dice che Israele deve sparire dalle carte geografiche, roba da far invidia perfino al più competente gruppo di neonazi.

C’è dell’altro. Di recente il capo iraniano ha rifiutato di partecipare ad un pranzo di diplomatici perché in tavola ci sarebbe stato del vino. Ha detto poi che, oltre ai suoi convincimenti religiosi, è un convinto astemio… ah, sì? Quell’uomo è un pericolo! Pussa via, infedele!

 

 

Attrice in parte. La deputata italoforzuta Elisabetta Gardini è tornata alla ribalta. Della cronaca.

Tempo fa, s’arrabbiò d’essere stata definita “soubrette” e inondò le redazioni con comunicati stampa in cui, rifiutando quella dizione professionale, rivendicava il ruolo di “attrice”, invitando (un po’ seccamente in verità) a chiamarla soltanto così.

Giusto. Joséphine Baker, una che ha fatto storia nello spettacolo, usava dire: “Al termine attrice, preferisco quello di soubrette”. Quindi se la Baker è una soubrette, non c’è posto per Gardini.

L’Enpals, nel trattamento pensionistico, non fa differenze fra le due dizioni; chissà che non debba rivedere il suo lessico.

Ora la Gardini, avendo incontrato Vladimir Luxuria nei gabinetti per donne della Camera, s’è lasciata andare ad un’indignata reazione a voce alta finita su tutti i giornali.

Delle tante scenografie nelle quali ha agito l’attrice Gardini nelle sue performances sceniche, quest’ultima mancava. E’ risultata molto azzeccata per l’interprete. Si replica?

 

 

Ministri ed ex. Roberto Calderoli dice che “Napoli è una fogna che va bonificata''.

Sarà difficile farlo. Ancora più arduo appare bonificare Calderoli.

Amato: “Napoli non è il Far West”. Vero. E’ molto peggio.

 

 

Morale della fola. Il “Catholic News Service” dei vescovi americani sintetizza un documento di 220 pagine della Pontificia Accademia per la Vita riguardante gli atti del convegno tenuto in Vaticano per condannare il problema dei preti pedofili.

Coraggiose e lodevoli le gerarchie ecclesiastiche, infatti, con tale condanna rischiano d’interrompere uno dei più collaudati rapporti fra i sacerdoti e i giovani.

 

 

Penne ambigue. L’uso di gerghi critici può giocare brutti tiri.

Un critico d’enologia ha scritto a proposito di un vino: “L’ingresso in bocca è potente e vellutato, con un intenso rilascio di note aromatiche a livello retronasale. Gran bel Sangiovese”.

Sangiovese?!... Strano, ad altro faceva pensare quell’imprudente giro di frase.

 

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca sto al bar.

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