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Forche, forchette e forconi

 

8 – 12 – ’13 (1). Ho scelto di non votare alle primarie. Non sono pentito.
Straordinario il successo di Renzi. Differenza sul passato?
Forse basta una piccola osservazione per coglierla.
Dopo la vittoria, un tempo (senza primarie), il segretario eletto avanzava sul palco con passo lento mentre in sala riecheggiavano le note dell’Internazionale.
L’otto dicembre, dopo la vittoria, Renzi è balzato sul palco mentre gli altoparlanti diffondevano una hit da discoteca: “Un, dos, tres” cantata da Ricky Martin. Quella diversità dice molte cose. L’Internazionale, nelle sue varie versioni, dalle parole ovvie e retoriche (ignorata sempre la splendida traduzione di Franco Fortini), ha una musica straordinaria sia se eseguita dal coro solenne dell’Armata Rossa sia nelle lacerate rielaborazioni degli “Area”, e sia nella versione romantica di Robert Wyatt. Non dimentico, però, che quelle note suonavano la sveglia per i prigionieri nei gulag.
No, preferisco il segretario accompagnato da “Un, dos, tres”.

 

 

8 – 12 – ’13 (2). Renzi è di sinistra? Strano interrogativo, come se i Bersani, i D’Alema, i Veltroni (costui ha affermato d’essere mai stato comunista… era segretario nazionale della Fgci nel Pci!... mentiva allora o mente adesso?) calzato un colbacco al ristorante “Fortunato al Pantheon” (locale dove s’intrattiene spessissimo la casta per niente illibata), fossero stati in questi anni strenui sostenitori del bolscevismo. Quella sinistra che alcuni dormienti – o, forse, prede di un coma –sognano, piaccia o dispiaccia, è finita per sempre.
Se il Pd può vincere (e, “vincere” – bene ha detto Renzi – non è una parolaccia fascista ma l’obbligo che ha una dirigenza politica) lo può fare solo con una persona come il neo-eletto.
Riuscirà a resistere agli agguati della vecchia guardia Pd? Riuscirà a imporre la sua agenda al governo e all’opposizione? Vedremo. Se sì, lo voterò alle prossime elezioni, in caso contrario raggiungerò quel 50/% circa d’elettori che s’astengono dall’andare a votare.

 

 

Apartheid a parte. Mandela ha avuto, giustamente, molti commossi omaggi.
Forse precedendo perfino Obama e la Merkel, il senatore Pdl Antonio Razzi (lo stesso che ha paragonato la Corea del nord alla Svizzera) è scattato commentando: "Da quando Mandela ha offerto sé stesso alla causa dell'apartheid, l'umanità ha fatto grossi passi in avanti”.
‘il Giornale.it’, forse battendo sul tempo il “New York Times”, ha titolato: “Sudafrica, il padre dell’apartheid Nelson Mandela muore a 95 anni”.
I corsivi sono miei, il resto no.

 

 

Democrak. Sempre in nome della democrazia, Danilo Calvani, leader dei forconi, chiede un governo dei carabinieri; Beppe Grillo, sempre in nome della democrazia, scrive ai comandanti di Carabinieri, Finanza e Polizia di Stato invitandoli a ribellarsi e unirsi ai forconi, usando fraudolentemente la ragione di togliere la scorta ai politici.
Si capisce bene a quali nefaste mire puntano st’attrezzi che grufolano attorno allo stesso trogolo.
Tempo fa persino Asor Rosa cadde in un equivoco simile (simile, non uguale) ignorando che da noi mai ci sarà una rivoluzione dei garofani, ma, nel caso, è più probabile una dei crisantemi.

 

 

Domande. Forza Italia ha in animo di proporre che i condannati a pene detentive non possano andare in carcere dopo i 75 anni d’età. Quali teneri cuori battono nei petti italoforzuti!
Chiedo: anche se i 75enni sono in salute e svolgano, ad esempio, faticose campagne elettorali?
E chi si trova in cella e ha raggiunto quell’età – Riina, Provenzano, altri – può essere liberato?

 

 

 

Fatalità. Per Federico Perna, con disturbi psichici, tossicodipendente, affetto da cirrosi epatica e da epatite C cronica, era stata chiesta più volte l’incompatibilità carceraria, ma, a Poggioreale, undicesimo detenuto in una cella di undici metri quadrati, lì e morto a 34 anni.
Si è trattato di una fatalità: la Cancellieri non aveva il numero di telefono della famiglia Perna, e la famiglia Perna non aveva il numero della Cancellieri.

 

 

Forconi. Dopo il comizio a Genova, il leader del “Movimento nazionale 9 dicembre”, sale su una Jaguar scortato da 5 uomini e si dirige verso Torino dove è atteso per un altro comizio.
Non solo forche, ma quante forchette spuntano dietro quei forconi!

 

Fornero. L’indimenticata (… e chi se la scorda?) ministra voluta da Monti, ha dichiarato che avrà incontri con la stampa e altre occasioni pubbliche solo con stranieri, e all’estero, mai in Italia.
Comprensibile. Proteggere la propria incolumità è un diritto. Prevenire è meglio che curare.

 

 

Zoom. “Non temo le streghe né i fantasmi, nulla temo eccetto gli uomini”.
            Francisco Goya.

 

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.

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