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Anvedi come balla Renzi

 

243. Tanti, dall’inizio dell’anno al 23 maggio, i morti nelle fabbriche, nei cantieri e nelle campagne in Italia.
Dati dell’Osservatorio bolognese sui caduti sul lavoro.
Dovrebbero in Parlamento occuparsene ben prima delle cose sulle quali chiocciano, invece nessuno se ne occupa.
Sarà un caso, e lo sarà pure, ma tant’è: la Toscana, patria del premier, è la prima in Italia per numero di morti sul lavoro; già 30 dall'inizio dell'anno in quella regione.
Qui il caso c’entra meno: da quando Renzi guida l'esecutivo, i morti sul lavoro sono cresciuti nel 2014 del 12,5% rispetto al 2013 e al 23 maggio 2015 si registra un aumento del 9,1%; vuol dire che su questo problema nessuna, proprio nessuna attenzione è stata dedicata.
Nessuno alla lavagna, gessetto in mano, che ci spieghi perché.

 


Ah sì, versate lacrime! È questo un canto funebre che riecheggia nella Settimana Santa in Sicilia e, talvolta, nelle conferenze stampa del governo italiano. Splendida fu l’esecuzione interpretata da Elsa Fornero il 5 dicembre 2011 quando con commossi accenti intonò lo straziante testo che diceva dello stop all’adeguamento delle pensioni al costo della vita.
Ora la Corte costituzionale ha definito illegittima quella legge e solo adesso la Fornero – trascorsi in silenzio oltre 3 anni dal dì della sua emozionata performance – dichiara che quella legge non le appartiene, fu scritta da altri, dice, e imposta al suo Ministero contro la sua volontà.
Perché allora non si dimise?

 

 

Alzheimer. Il morbo di Alzheimer è un tipo di demenza che provoca problemi con la memoria, il pensare e il comportamento. Generalmente, i sintomi si sviluppano lentamente e peggiorano con il passare del tempo, diventando talmente gravi da interferire con l’attività quotidiana, ma non con quelle di deputati o senatori che, per effetto dello stesso male, se ne credono esenti.
Brunetta e i suoi, infatti, attaccando il Governo sulle recenti vicende delle pensioni, hanno dimenticato che votarono a favore della legge Fornero.
Renzi – a onor del vero – allora in Parlamento non c’era. Né c’erano i grillini e Rifondazione, i primi non vi erano ancora giunti, i secondi perché bocciati dall’elettorato.
Contro la Fornero, piaccia o non piaccia, votarono la Lega e Di Pietro.

 

 

Anvedi. Ve lo ricordate il bidello Nando che s’esibiva in frenetici balli in tv da Mammucari?
Ora il maestrino Matteo s’esibisce (con qualche incertezza linguistica) alla lavagna ballando col gessetto.
Al primo punto scrive “Alternanza Scuola/Lavoro”. Dice che alla scuola deve seguire l’occupazione. Bene! Però non spiega (guardate il video) cosa farà per ottenere quel risultato.
In fondo per la scuola ha già fatto tanto: non assumendo una parte di precari che ne avevano diritto e rendendo i presidi manager, sceriffi e secondini al tempo stesso, facendo crescere il clientelismo e l’influenza dei partiti sui docenti. Un’ideona!

 


Appare meno. Qualcuno attribuisce una minore presenza di Berlusconi sui media al suo declino.
Forse. Va notato, però, che ora può dedicarsi alle sue aziende da vicino e non, come una volta, telepilotarne i destini. Ha più tempo. A Palazzo Chigi c’è chi gli porta avanti il lavoro.

 

 

Avviso agli elettori. Su Renzi, ritratti, giudizi, opinioni. Chi è? A quale uomo politico rassomiglia?
Eppure il suo decisionismo misto spesso ad arroganza, l’attaccare i giudici, i sindacati, irridere le opposizioni, maltrattare le minoranze, sopportare liste imbottite (a sua insaputa, s’intende) di ceffi indagati e organizzatori di gite a Predappio, ricordano un’addizione mica tanto complicata da fare: Craxi + Berlusconi = Renzi.
Domenica 31 maggio se lo ricordino quelli che votando Pd credono di votare a sinistra.

 

 

Barbaramente. Ho spesso apprezzato le idee di Barbara Spinelli, parecchio meno i suoi comportamenti dal 25 maggio 2014. Allora fu eletta come capolista per L'Altra Europa con Tsipras e pur avendo affermato in precedenza che avrebbe rinunciato al seggio essendosi candidata solo per portare voti, smentendosi, occupò il posto a Bruxelles soffiandolo a Marco Furfaro, primo dei non eletti.
Giorni fa, nuova performance: si dimette dal suo partito, ma non dal Parlamento europeo tenendo ben serrate le manine sui braccioli della poltrona.
Pare sia molto inquieta la tomba di suo padre, Altiero, un grand’uomo.

 

 

Bonus. Nell’aggirare la sentenza della Corte costituzionale, Renzi si è giustificato affermando che diversamente non poteva fare per mancanza di soldi in cassa.
E togliere il vitalizio, almeno, a tutti, proprio tutti, i deputati e senatori condannati non è possibile?
Chiudere tanti enti inutili come prospettato da Cottarelli (invece di licenziarlo), neppure?
Acquistare qualche F 35 in meno, costo unitario 100 milioni di euro, no?

 

 

Correndo correndo. Nella corsa affannosa a distinguersi quale fiancheggiatore di Renzi, un apprezzabile scatto in curva l’ha fatto tal Antonio Penati il quale su “Repubblica” approva la decisione del premier di non restituire il maltolto ai pensionati, se non in modesta quantità.
Scrive: "Da più di vent'anni gli interessi dei giovani, di chi lavora, degli imprenditori, sono sacrificati sull'altare dei Diritti Acquisiti. E ogni volta che un governo cerca di contenere la spesa pensionistica, basta invocare i Diritti Acquisiti. E si blocca tutto. Così ha fatto la recente sentenza della Corte costituzionale, dichiarando illegittimo il blocco temporaneo dell'indicizzazione".
Poi si slancia in paralleli temerari paragonando la pensione allo stesso rischio di altri investimenti, omettendo che la pensione, a differenza di titoli di Stato, azioni in Borsa, acquisto di case, si matura solo lavorando e versando per decenni contributi in anticipo sulla data del pensionamento.
Penati, correndo correndo, non scrive di chi ottiene più di quanto ha versato.
Eppure poteva chiederlo, solo affacciandosi in un corridoio della redazione, a qualche beneficiato, per esempio a Scalfari o ad Augias. Purtroppo, corsa finita. Non ha avuto il tempo di farlo.

 

 

Manifesti elettorali.  Uno, da Destra, severamente ammonisce: “Nessuno tocchi il mio popolo”…
Alle regionali si è candidato pure Mosè?

 

 

Zoom. “Niente è sacro in una famiglia”.
Donatien-Alphonse-François Marquis de Sade

 

 

Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.

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