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Referendum: un vezzeggiativo, chiamiamolo Renzino

 

-  30 ragioni per votare NO.
Fino al giorno in cui si voterà per il referendum aprirò la sezione Spacenews con questo link.

 

 - Ho letto il “Manifesto per il Sì”. È formato da 1865 parole. I dieci Comandamenti, guida morale da oltre 2000 anni per miliardi di persone, ne contengono, in italiano, 47.

 

 

 - Mattarella ai terremotati: “Non sarete soli”. Presidente, prevede altri terremoti?

 

 

 - Di Maio, a proposito di una mail che tempestivamente lo informava d’un avviso di garanzia all’assessore all’Ambiente di Roma, prima nega d’averla ricevuta, poi afferma: “L’ho letta ma non l’ho capita”. Molti gli hanno dato del bugiardo giudicando infantile e indecente quella scusa.
Io, invece, lo difendo e gli credo, ritenendolo ben in grado di non capire ciò che legge.
Sulle capacità politiche e la sua cultura se ne hanno lucenti prove. Ad esempio, volendo rassicurare un interlocutore, naufraga nella lingua patria dicendo “la telefono”… poi affoga sui congiuntivi: “Come se presentassi 20 esposti contro Renzi, lo iscrivessero al registro degli indagati, poi verrei in questa piazza e urlerei Renzi è indagato”… indica tra le insidiose lobby esistenti in Italia quella dei malati di cancro… a sentir lui Pinochet ha fatto un colpo di Stato non in Cile ma in Venezuela…
Di costui, vicepresidente della Camera (sic!), si parla come di un possibile futuro “premier”.
Signor Grillo, dirigenti del M5S, evitate altri errori, dopo quelli già commessi.
Scegliete un aspirante premier con la testa adibita non solo a separare le orecchie.
L’Italia già disastrata competentemente da Renzi, più non ha forze per reggere anche Di Maio.

 

 

 - Renzi Matteo, presidente del consiglio (sic!), a Bologna, alla festa dell’ex gramsciano l’Unità, nello scontro con l’Anpi, parla di "Battaglia di Marzabotto" e non di strage fatta dai nazisti.
C'è chi ha commentato: chissà quando Renzi ci parlerà della disfida delle Fosse Ardeatine.

 

 

- Una volta alle feste dell’Unità ai partigiani onori e applausi. Una volta. Tempo fa.
Ora il Pd nega all’Anpi spazi per illustrare le ragioni del “No” al referendum dopo che nel maggio scorso al congresso nazionale dell’Associazione tale decisione fu presa con 347 voti a favore contro 3 astensioni. A quella festa (… ma che ci avranno da festeggiare?... i milioni di voti persi?) si è arrivati perfino a un dibattito sull’argomento che ha visto da una parte il 93enne Smuraglia, uno nella Resistenza armi in pugno, una persona luminosa, perbene, e dall’altra Renzi.
Contro l’Anpi c’era già stato durante l’estate un avvertimento.
Il renzianissimo Dario Nardella, sindaco di Firenze nato a Torre del Greco (Na), quest’anno nella ricorrenza della liberazione della città (11 agosto 1944) non aveva invitato l’Anpi. Associazione che, come riconosciuto dal Tribunale militare di Verona, rappresenta tutti i partigiani.
A Firenze combatterono per la cacciata dei nazifascisti, lasciando sul terreno, 205 morti e 435 feriti.

 

 

-  Ma chi c’era a queste feste dell’Unità… presto le chiameranno party… vietate all’Anpi?
Ospite d’onore a Catania, ad esempio, l’immarcescibile Mirello Crisafulli (vedi QUI  nel paragrafo “procedimenti giudiziari”; e apparso nella lista degli impresentabili alle scorse politiche) con uno stand per promuovere la sua università di medicina. Scandalo? No, è un esempio di rottamazione.

 

 

 - E al Festival nazionale? Che ci riserva quel diavolo d’un Renzi? Quale eroe del pensiero?
Una superstar: il capitano Kirk di Star Trek!
Per incontrare l’attore William Shatner: 50 euro per un autografo, 60 per una foto e addirittura 150 per assistere a un piccolo show e avere un ricordo da portare a casa.
Chissà se alla fine dello spettacolino, Kirk, teletrasportato alla festa, dentro di sé non abbia pronunciato la sua famosa frase: “Tirami su Scott, non c’è vita su questo pianeta”.

 

 

 - Mentre la cosiddetta grande stampa, dopo le note concentrazioni avvenute, va sempre più allineandosi ai dettati renziani, alla direzione dell’Espresso va Tommaso Cerno (che è anche un po’ Cer) il quale nel suo primo editoriale afferma che il settimanale (affinché nessuno pensi che fiancheggerà il NO al referendum, mai sia!) non avrà una linea.
Complimenti, direttore! Questa sì che è un’idea!
E pensare che quel periodico ne ha avuta una per sessant’anni! Poi, per giustificare tal eroica decisione in polemica con imprecisati altri che invece una linea ce l’hanno, li rimprovera con parole di Flaiano: “In Italia, la linea più breve fra due punti è l’arabesco”. E giacché siamo a Flaiano, ricordo un suo aforisma oggi più attuale che mai: “Come mi sento fesso, ho appena finito di leggere l’Espresso”.

 

 

 - Madre Teresa di Calcutta è stata fatta santa.
Per conoscerne vita e opere, consiglio la biografia di Christopher Hitchens: "La posizione della missionaria", Edizioni minimum fax.

 

 

- Una risposta alla Lorenzin e al suo Fertility Day, le viene dallo scrittore americano Edward Bellamy (1850 – 1898): “La vita: malattia grave sessualmente trasmissibile”.

 

 


Esco e chiudo. Se qualcuno mi cerca, sto al bar.

        

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