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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L’ospite accanto a me è Katia Martinez. Storica. E studiosa di comunicazione radiofonica. Brasiliana, nata a San Paolo, laureata a 23 anni in Storia alla Ponticia Universidade Catolica di quella città, ottenne subito dopo una borsa di studio dall' Instituto per la Cooperacion Iberoamericana per svolgere un master in Studi Ispanici e Latino Americani presso il Centro di Studi Internazionali della Fundación José Ortega y Gasset a Toledo, in Spagna.

Ha vissuto due anni a Londra animando stages di comunicazione sociale, è approdata quattordici anni fa in Italia con una borsa di studio del Ministero degli Affari Esteri Italiano, per un dottorato di ricerca (tesi sullo studio comparato della regulation dei servizi di pubblica utilità in Europa, Stati Uniti e Brasile) all’Istituto Universitario Europeo, e, successivamente, ha lavorato a progetti del Dipartimento di Storia dell’Istituto stesso.

Attualmente, partecipa all'elaborazioni di campagne di informazione e pubblica utilità in Italia (Publiacqua, Consiglio Regionale della Toscana, e altri Enti), collabora a pubblicazioni specializzate sulla storia dei servizi pubblici e lavora da consulente per la presentazione di progetti culturali all'Unione Europea.

Arruffata capigliatura corvina su di un volto di pelle chiara, occhi vivacissimi dietro occhiali dalla pesante montatura, eloquio veloce e frizzante, grande sense of humour, in Italia è salita alla ribalta della cronaca per essere stata, insieme con altri operatori, la fondatrice di www.amicidiradiotre.com un frequentatissimo sito web che s’oppone al degrado di Radio Tre documentando l’abisso nel quale è precipitata quell’antenna radiofonica; imperdibile, ad esempio, è l’esilarante (e spietata) sezione che cita i più sonori ragli trasmessi dai microfoni di Via Asiago: http://www.amicidiradiotre.com/bb/viewtopic.php?t=298&start=0.

Questo prezioso sito, nato dalla ragionata indignazione di ascoltatori della radio pubblica (tantissimi gli interventi nei numerosi forum), da qualche tempo ha allargato il proprio intervento estendendolo anche ad altri campi della comunicazione che sta attraversando in Italia uno dei suoi periodi più bui; un motivo di più per visitare quelle pagine web che trovano sempre più eco presso istituzioni e prestigiose sigle dell’associazionismo culturale italiano.

Sono fra coloro che non ritengono che prima dell’attuale direzione della radio pubblica esistesse un’età dell’oro (che puoi aspettarti se a fare gli organigrammi Rai d’un tempo erano i Velardi, i Minniti, et similia?), si sono visti anche allora clientelismi, programmi di valore chiusi, dirigenti sgraditi ridotti al silenzio o costretti ad emigrare in altre aree aziendali. Eppure, va detto che mai s’era assistito (e a Radio Rai ci ho lavorato per molti anni) all’avvilimento culturale ed espressivo che è possibile notare oggi fino ad episodi che sconfinano nella comicità involontaria.

Ancora una cosa su Katia: se volete leggere un suo originale intervento sulla storia della satira politica oggi in Brasile – tema che da noi è, comprensibilmente, poco noto – cliccate con fiducia su: http://socialdesignzine.aiapnet.it/archives/000471.php

 

Benvenuta a bordo, Katia…
Saravá Armandinho! Ma che bella astronave! Nooo... c'è anche una radiolina che prende le trasmissioni spaziali! Ma… non credo alle mie orecchie… sono cascata proprio nel programma "La battaglia degli gnomi contro la loro ombra sulla via Lattea", condotto dal direttore di Radio Rai 2 e 3! Che ora sia diventato anche direttore di Radio Spazio Rai? Non c'è scampo! Quest'uomo è un prezzemolo spaziale... Aspetta, ora spengo la radio e mi metto a sedere qui accanto a te.
Il sommellier Giuseppe Palmieri de “La Francescana” di Modena, diretta dal patron e magico chef Massimo Bottura, mi ha consigliato di farti assaggiare durante la nostra conversazione nello Spazio questo <Sacrisassi> rosso annata 2001 dell’Azienda ‘Le due terre’, inviandomi anche una nota in spacefax che dice “è un vino che proviene dalla regione Friuli Venezia Giulia, uve refosco e schioppettino, appartiene alla cultura del biodinamico quindi niente chimica niente fisica”…qua il bicchiere.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Katia secondo Katia…
Sono curiosa e testarda. La curiosità e la voglia di conoscere mi hanno spinto a viaggiare e a studiare in ambienti internazionali… ora poi, la curiosità mi ha portato letteralmente nello Spazio, proprio qui sull'Enterprise!
Che dirti, credo che la testardaggine sia ereditaria. Per darti un'idea, i miei nonni paterni, che erano spagnoli, volevano sposarsi ed emigrare in Brasile. Il prete della cattolicissima Ponferrada voleva in tutti i modi impedire quel matrimonio. La mia nonna, che aveva un caratterino niente male, disse terrorizzando il prete che se non acconsentiva a sposarli, lei e mio nonno sarebbero diventati conviventi. Risultato: si sono sposati e sono partiti.
Dal lato materno, il mio bisnonno, era italiano, ed è scappato in Brasile perché era un cocciutissimo anarchico. Quindi, quando mi metto una cosa in testa, è difficile levarmela... la testardaggine, come ti dicevo, forse è ereditaria.
Capisco. E meritoria testardaggine dimostri anche nel condurre tante polemiche su “Amici di Radio Tre”, sito web che da tempo, caparbiamente si batte per ridare stimabilità alla radio pubblica italiana dopo i rovesci culturali e tecnici in cui è incorsa.
Quel sito nacque – lo ricordo a chi non lo sapesse – da una lettera che inviasti a Repubblica il 14 agosto del 2002. Facciamola scorrere sul nostro spacescreen di bordo:
”Venerdì, il conduttore di "Mattino Tre di Radio3, ha comunicato che la
direzione della Rai ha deciso la fine del programma a settembre. La
notizia, al contrario della chiusura dei programmi di Biagi e Santoro non ha
ottenuto la dovuta attenzione. In questo periodo "Mattino Tre", contenitore
d'interviste, musiche, storie, presenta i diari d'estate, dove per una
settimana un personaggio (intellettuale, artista, giornalista) propone temi,
musiche, letture su diversi argomenti. Dato lo spessore culturale degli
invitati (Minà, Monicelli e altri), molte riflessioni hanno toccato temi relativi alla libertà (d'espressione, di stampa, eccetera). Il cambio d'un programma d'alto profilo culturale, con un gran seguito d' ascoltatori sembra un atto di censura. Sono brasiliana, nata e cresciuta
durante la censura imposta dalla dittatura militare che per vent'anni ha
governato il mio paese. La stupidità del regime ha lasciato, oltre alle
vittime, anche aneddoti come l'irruzione dei poliziotti in un teatro per
arrestare un certo "Sofocle". Già che tutto è mercificato, vorrei che i
vertici della Rai si ricordassero che gli ascoltatori di Radio3, che pagano
il canone come gli altri, non sono disponibili a serate a tema sulla salama
da sugo o sulle gesta di Padre Pio ma vogliono continuare ad ascoltare
programmi di qualità come "Mattino Tre".
Che cosa accadde dopo?
La lettera fu rilanciata da diversi siti web, e ricevetti moltissime e-mail di persone che condividevano le mie parole. Si formò rapidamente un foltissimo gruppo di ascoltatori interessati alla cosa, e, per lanciare il primo appello contro lo smantellamento di Radio 3, creai la casella di posta amicidiradio3@yahoo.it che poi ha dato il nome al sito. Via via quel gruppo vieppiù s’infittì e Paco Maschio mise a disposizione un forum per discutere di Radio 3. Dato l'enorme afflusso d’interventi, decidemmo di creare un sito vero e proprio, di cui tutt’oggi il forum è la parte più attiva. Sin dai primi appelli si é vista la forza della Rete: intasammo le mail dei giornali e riuscimmo a riportare l'attenzione sul cambiamento (in peggio) di Radio 3. Ne dà conto ancora oggi la sezione di rassegna stampa del nostro sito.
Sono trascorsi due anni da quei primi momenti. In questo periodo avete anche organizzato manifestazioni all’esterno dell’attività web promuovendo incontri pubblici ai quali hanno aderito tanti nomi di spicco dello spettacolo e della cultura in Italia. Non mi pare però che Radio Tre abbia avuto la capacità di raccogliere i vostri preziosi contributi. Insomma, qual è oggi la situazione della programmazione di Radio Rai?
Sicuramente uno degli aspetti più importanti della nostra home è la funzione di osservatorio della programmazione radiofonica di Radio Tre.
Il direttore ci ha sempre osteggiati…
Beh, questo lo capisco. Lo fate a pezzi un giorno sì e l’altro pure!
…ha perfino tentato di bollare la bellissima serata a Correggio, (organizzata da Laura Testi e da altri amici dell'Emilia-Romagna e del Trento), come "un’adunata di reduci", affermando che gli Amici di Radio 3 erano vecchi come quelli di Radio Maria, e giù di lì.
Che strano! Perché non mi meraviglierei se quei vegliardi ascoltatori di Radio Maria fossero adesso più numerosi di quelli di Radio 3 ridotta ora suppergiù a un citofono… e poi, essere vecchi è un’offesa? Via, sono sicuro che hai capito male… insomma, a Via Asiago non raccolgono le vostre critiche?
Sai, apparentemente sembra che ci ignorino, ma non è proprio così…
Puoi fare un esempio?
Certamente. Per esempio, dopo che sul nostro sito sono apparse critiche sull'uso smodato, e spesso improprio, di musiche di sottofondo, e di sigle d’incomprensibile lunghezza su molti programmi – musiche che fruttano ingenti guadagni Siae ai fortunati compositori di quei brani –, e per saperne tecnicamente di più, consiglio di cliccare su http://www.amicidiradiotre.com/bb/viewtopic.php?t=224&start=0, ecco, dopo quelle nostre critiche abbiamo notato dei cambiamenti: dimagrimento dei commenti musicali in sottofondo… sigle accorciate… sarà un caso?
Mah! Chissà. Forse erano troppo sazi di musica e hanno scelto di praticare un prodotto acustico meno ricco. Dimmi ancora qualche cosa sulla programmazione…
Da due anni la programmazione di Radio 3 é caratterizzata dal flusso musicale denominato "Il Terzo Anello", che copre all'incirca 50% della programmazione giornaliera. Ogni settimana c'è un tema: "Il fiato grosso","Folklore immaginario", "Il sesto senso", "Il dio dell'ebbrezza". Mi viene il dubbio che l'ebbrezza sia la causa della scelta tematica...
Fra le tante goffaggini della direzione di Radio Tre, ce n’è una che, se tragica non fosse, indurrebbe a divertenti riflessioni come quelle che si leggono in quella sezione del vostro sito, già da me prima citata con il relativo link. Spiega ai miei avventori in che cosa consiste il “Selector” tracciato da chi viene definito, con tic linguistico da provincia dell’Impero, “sound designer”… ma tu guarda che tocca sentire!... insomma che cos’è ‘sta cosa che qualche buontempone spaccia per strumento tecnologico?
Ben venga l'uso della tecnologia più avanzata, ma soltanto se questa é adatta alle esigenze di una radio con intenti colti. Invece, a Radio 3 è stato impiantato il Selector . Un sistema con una tecnologia inadeguata, ideato per le radio commerciali, dai costi non indifferenti. Pensa che la licenza del programma costa cinquecentomila euro all’anno!
Il conto andrebbe presentato aI "sound designer" Marco De Dominicis, che dopo la fallimentare esperienza del "Cammello di Radio 2", ha pensato bene di diffondere il contagio a Radio 3. Il Selector é un gestore di database, che funziona così: un gruppo di lavoro scheda i brani (che non dovrebbero superare 5 minuti) secondo il "beat" (classica, jazz, pop e world music) e li classifica, utilizzando categorie misteriose come "mood" ed "energy " . Su questa base il Selector dovrebbe stilare la playlist del Terzo Anello. I conduttori oltre a correggere le baggianate contenute nelle famigerate schede di presentazione musicali da noi riportate nel link che hai ricordato prima, debbono arrampicarsi sugli specchi per cercare una linea di continuità in questo flusso musicale.
Vuoi la ciliegina sulla torta?
Sembra che per varie incompetenze il costoso giocattolino Selector non venga ancora utilizzato per la playlist, ma solo come database. Spendere tutti quei soldi per un semplice programma di archiviazione musicale mi sembra la madre di tutti gli sprechi!
Fra le più recenti ferite inferte alla radio pubblica italiana c’è stata anche quella che ha visto la programmazione di radio 2 e radio 3 entrambe private della trasmissione in onde medie. Siete stati i primi a lanciare l’allarme su quanto stava accadendo, e chi vi ha dapprima smentito è stato poi sbugiardato dai fatti. Vuoi spiegare in che cosa è consistito quel vulnus e quali danni ha provocato?
Con la scusa di razionalizzare gli impianti di trasmissioni della Rai, dal 15 maggio 2004, Radio 2 e Radio 3 sono ascoltabili soltanto in modulazione di frequenza (mf). Quindi tanti radioascoltatori che vivono in aree non raggiunte dalla mf, o raggiunte con forti disturbi, e che sentivano i programmi in onde medie sono stati privati di questo servizio. L'alternativa, il sistema Digital Audio Broadcasting (DAB), che permetterebbe un’ottima qualità di ascolto, è ancora in fase di sperimentazione e non copre l’intero territorio italiano. Abbiamo lanciato l'appello "Radiorai: cronaca di una morte annunciata", indirizzando la protesta a Radiorai e alla Commissione Parlamentare di Vigilanza. La quantità di e-mail arrivata in Commissione è stata talmente grande che il Presidente Claudio Petruccioli prima ci ha contattato e poi ha parlato della nostra iniziativa nella seduta del 18 maggio 2004. Per conoscere la portata dei danni causata dalla chiusura delle onde medie, Vittorio Bongiorno ha ideato un strumento per creare una mappa della qualità di ricezione di Radio 3. Invito tutti a cliccare (e a votare, si fa in pochi secondi) su: http://www.socialcounter.it
Voglio aggiungere che oltre alla presenza già consolidata di importanti gruppi editoriali italiani nella radiofonia (L'Espresso e Il Sole 24 Ore), in questi giorni (in barba al conflitto di interessi, vista la proprietà) anche la Mondadori approda nel settore. Per queste ragioni, è intollerabile che la Rai abbia disperso un enorme bacino di utenza con la dismissione di Radio 2 e Radio 3 dalle onde medie, avvenuta prima di assicurare un’adeguata copertura alle modulazione di frequenza e al DAB.
Katia, basta! Non ce la faccio più alla descrizione di tanti orrori! Roba degna di figurare nella sezione di un museo di criminologia sonora.
Parliamo di cose serie: nello scenario dei media, come vedi il ruolo della radio?
La radio ha un ruolo di crescente importanza, e lo dimostra il fatto che si sta verificando, in percentuale, un incremento dell'ascolto radiofonico e un calo di quello televisivo. Lo si rileva anche dall'impennarsi dell’investimento pubblicitario che sempre più, anche in Italia, impegna consistenti energie nel mezzo radiofonico.
Le risorse della radio, inoltre, restano immense anche in presenza di nuovi strumenti della comunicazione sorti nel tempo e con i quali, peraltro, il mezzo radiofonico ha trovato interfacce. La radio, insomma, mi pare conservi una posizione inespugnabile. Forse perché, come sostengono alcuni sociologi s’avvale di una fruizione prevalentemente individualizzata (cosa ambita in un’epoca come la nostra), non di gruppo come in larga parte è quella televisiva. Forse perché, come afferma il cyberpensatore De Kerckhove, questo nostro tempo – da lui definito delle psicotecnologie – è contrassegnato dal Suono molto più di quanto si creda, e porta ad esempio il grande consumo dei files audio, il successo dell’Mp3, la telefonia mobile…
Di sicuro, la radio si trova in una posizione di centralità nell’ambiente mediatico in un mondo che si fa sempre più occhiuto. E condivido quanto spiritosamente dice uno storico di arti acustiche e visive, Vittorio Fagone, che afferma: “Il paradossale panegirico della cecità come Inno alla Radio, che faceva Rudolf Arnheim, resta sempre proponibile e attuale”.
Nonostante si faccia un gran parlare di rapporti radio-web, tutte le esperienze di radio su Internet degli ultimi anni sono state fallimentari, limitandosi alla trasmissione di qualche diretta..
Quali cause determinano questo flop?
A differenza delle prime radio libere, le radio-web non sembrano aver avuto la preoccupazione di cercare un nuovo linguaggio, puntando piuttosto sulla specializzazione di generi musicali. Così la diffusione di piattaforme internet che consentono di scaricare brani musicali dalla rete e di creare una propria "playlist" ha colpito in pieno le radio-web. Un altro grosso limite di queste radio è che, al contrario dell'iPod e tecnologia similare, non sono "portatili". E questo limite è ancora più evidente se si pensa che tanto ascolto della radio avviene in automobile. Non ultimo, ci sono cause economiche. Per poter sentire una radio-web ci vuole un collegamento internet veloce, tipo ADSL, che tuttora in Italia non è capillarmente diffuso anche perché resta per molti ancora troppo costoso.
Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
E qui casca l'asino, o meglio, Spok. Quando ero piccola, mentre i miei fratelli che sono più grandi di me, andavano pazzi per l'Enterprise, io preferivo di gran lunga la Jupiter 2 di “Lost in Space”, con il robot e il perfido Dr. Smith.
Siamo quasi arrivati a Radiokatya, pianeta marconiano abitato da alieni che si cibano di prelibatezze sonore e condannano chi compie reati fonici ad una pena atroce: ascoltare i programmi dell’attuale Radio Rai…se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di <Sacrisassi> rosso dell’Azienda ‘Le due terre’ consigliata dal sommelier Giuseppe Palmieri de “La Francescana” di Modena…. Però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
Un "muito obrigada" di cuore Armandinho per aver portato nello spazio la testimonianza della distruzione di questo patrimonio culturale che è (o era) Radio Tre. Invito te, l'equipaggio e tutti i navigatori a fare un viaggio con noi, nel sottomarino giallo degli Amici di Radio 3. A presto e... saravá!
Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuta.

Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy.

 

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commenti presenti

Pensavo di essere sola, m'accorgo, invece, che siamo in parecchi a pensarla allo stesso modo su radio3. Un vero peccato aver cestinato una parte non piccola della cultura radiofonica italiana. Che poi non è soltanto radiofonica. saluti carissimi.

inviato da carla d'ossola
 

Avevo già visitato qualche volta il sito amici di radio tre; dopo quanto ho letto qui, tornerò a farlo più spesso. auricolare

inviato da Auricolare
 

Queste sono denunce culturalmente importanti. Capisco che in Italia c'è anche molto altro che non va (ospedali, scuola, carceri, etc.), ma l'opposizione dovrebbe far sue, in Parlamento e sui suoi organi di stampa, pure le questioni rappresentate in conversazioni come questa che mettono a nudo il degrado culturale che sta conoscendo il nostro Paese. In verità, credo che pure le parti politiche che hanno deciso gli organigrammi Rai d'adesso dovrebbero (perfino nel loro interesse) rimuovere gli uomini che hanno messo a dirigere le aziende pubbliche quando, come èil caso della radio italiana, quei dirigenti ,aldi là della loro collocazione partitica , dimostrano incapacità.

inviato da wanda de bellis
 

Mi sembra troppo severo il giudizio dato da Adolgiso sulle trascorse gestioni di Radio Tre. Anche l’attuale direzione, pur destinata a non essere ricordata nella storia della radiofonia italiana come la più brillante, esce malconcia da questa conversazione più di quanto forse non meriti. Non vi pare? Su di una sola cosa concordo: il Selector. E’ fallito. Dovrebbero onestamente prenderne atto e abolirlo.

inviato da Etneo
 

Caro Etneo, Adolgiso è famoso per le sue provocazioni. Tra le sue "performance" ne ha fatta una perfino a Roma nelle fogne. Doveva restarci.

inviato da GioveTonante
 

Chiarissima e giustamente implacabile la Martinez, con Adolgiso che ha condotto benissimo la conversazione. Forse proprio per queste cause qualcuno s'innervosisce. E' bene dirlo con sincerita, gli attuali dirigenti sono pessimi e forse questo fa risaltare in meglio il passato. I due che parlano se n'intendono di radioe dimostrano d'essere bene informati, c'è ben poco da replicare a quel che affermano. Anche se capisco qualche amarezza (a leggere le cose che dice Adolgiso) poiché anch'io soffro a sentire gli errori commessi in passato. Martinez è anche lei tagliente. Spero che continui così. A proposito complimenti per il sito amici di radio tre, non lo avevo mai visto prima d'ora. Saluti a tutti.

inviato da Giuliano Barilli
 

Ho letto questaa intervista dopo aver visto la segnalazione contenuta nella recensione al libro di Fabbri L'ultimo tabu. Questo si chiama parlar chiaro! Sono anch'io deluso da Radio3. Metterò questo sito tra i miei "preferiti".

inviato da mariano d'alatri
 

 

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