L’ospite accanto a me è Simone Frasca. Illustratore. Anzi, illustrautore come si definisce volendo così indicare il binomio illustratore-autore, ma, con tutta evidenza, volendo soprattutto alludere volpinamente all’altro binomio, più esplicito, illustre-autore.
Accanto alle illustrazioni di libri suoi e di altri, svolge campagne informative per enti pubblici su temi quali salute, ambiente, alimentazione, multietnicità, educazione civica.
Come si legge da una recensione sul web: “Delle sue creazioni, la più nota è forse ‘Bruno lo zozzo’, indomito ragazzino che, con Giovanni, maialino immaginario ma molto reale, attraversa la giungla della vita con grand’allegria e senza paura di sporcarsi le mani”.
Per forza, aggiungo io: è zozzo!
Con la prima puntata delle avventure di Bruno, Simone si è guadagnato l’European Award 1996.
Bibliografia essenziale: “Minaccia dallo spazio”, Fatatrac, 1991, “Bruno lo zozzo”, Piemme, 1995; “Renato e la tivvù dei pirati”, Piemme, 1997; “Clara nella nebbia”, EL, 1997; “Bruno lo zozzo e la dieta mostruosa”, Piemme, 1998; “Quale mondo?” (con Guzzieri Ceccatelli), Loggia de’ Lanzi, 1998; “Parla Rodrigo!”, Feltrinelli, 1999; “Ma dov’è il carnevale?”, Piemme, 2000; ”Il baco Gigi”, con Cecilia Fabbri, Giunti (Gruppo Editoriale), 2002; “Bruno lo zozzo e il Megapanettonesauro”, Piemme, 2002; “Firenze Istruzioni per l’uso”, (AA.VV.), Mandragora, 2002; “Romolo e Remo”, con Sabina Colloredo, Carthusia Edizioni, 2004.
Parecchio tempo fa, a Firenze, davanti ad una ribollita e un fiasco di Chianti, ebbi modo di conoscerlo da vicino, apprezzarne la vivacità intellettuale, la battuta pronta, una predisposizione a giocare anche con i giocattoli degli altri, cosa questa che, praticandola anch’io, molto mi mise a mio agio procurandomi una gioiosa serata.
Mi pare che vi ho detto tutto e non manchi niente… ah, che distratto!... dimenticavo di segnalare il suo sito web: www.simonefrasca.it; altre sue notizie e foto (non si dispiaccia, ma a lui preferisco nettamente Sharon Stone) su http://www.bardamu.it/soci/simonefrasca.html
- Benvenuto a bordo, Simone …
- Klaatu Barada Nikto, Armando, come diceva il robot Gord in Ultimatum alla terra…
- Robert Wise, 1951!
- Complimenti, hai una cultura cinematografica encomiab… scusa ma quel libro che hai tra le mani non è il Morandini, il Dizionario dei Film?
- Come dici?... no… sì… sai lo sfogliavo così, distrattamente…
- Uhm!... capisco…
- Passiamo ad altro. Voglio farti assaggiare questo rosso "Diacono Gerardo 1028" Gutturnio Riserva Doc di Torre Fornello … qua il bicchiere…ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Simone secondo Simone…
- Potrei risponderti con Braccio di Ferro “Io sono quel che sono, e questo è tutto quel che sono” ma cercherò di entrare più nel dettaglio.
A cinque anni ho visto il mio primo film: una preistoricata con Raquel Welch
- Ah, Raquel Welch, nata nel 1942, attrice di orgine bolivian…
- Armando!! Dai, chiudi quel libro, l’ho visto sai che leggevi…
- Ma no, ti sbagli… vabbè, scusa non t’interrompo più, vai avanti
- una preistoricata con Raquel Welch, dicevo, dove sullo sfondo scorazzavano un sacco di dinosauri. Non so se a causa di Raquel Welch o dei dinosauri, ma da quel momento le immagini sono entrate prepotentemente nella mia vita. L’infanzia l’ho passata arrampicato su un grande leccio vicino a casa mia, dove divoravo libri, fumetti e fette di pane spalmate con pasta di acciughe.
Disegno da allora e da dieci anni sono riuscito a fare del disegno una professione e questo mi rende abbastanza felice.
Poi, in ordine sparso:
Ho letto Guerra e Pace.
Una delle mie poesie preferite è “Il gatto in un appartamento vuoto” di Wislawa Szymborska.
Ho visto non so quante volte “Narciso nero” e “Die hard”.
Amo Tin Tin.
Sono curioso come una scimmia.
Per esempio a che serve quel pulsantino rosso lì?... Lo tocco?
- No! Ti prego, sta’ fermo, non toccarlo!...
Qual è il principale cambiamento avvenuto nell’immaginario infantile oggi che si confronta col vivere metropolitano, con i mezzi di comunicazione di massa, con i nuovi linguaggi portati dall’elettronica?
- Tutto fa brodo. Le paure possono momentaneamente cambiare nome, come gli eroi e le mete da raggiungere ma il fondo dell’immaginario rimane lo stesso.
Sennò come si spiega che i bambini continuino ad amare i i pirati e le isole del tesoro?
La mia storia più conosciuta parla di un bambino che odia lavarsi e del suo maiale invisibile. Non è il massimo del trend ma ai bambini piace parecchio.
Del resto basta guardare i film di Tim Burton…
- La letteratura per ragazzi – da Tolstoi a Stevenson fino ai nostri Calvino, Malerba, ed altri ancora, solo per fare alcuni nomi fra i tanti celebri – è giustamente ritenuta una delle pratiche di scrittura fra le più difficili. In che cosa consiste, secondo te, la sua difficoltà?
- Vincere l’istinto di scrivere un “libro per ragazzi “ (bambini nel mio caso) con tutto il corollario di categorie e melensaggini che qualcuno sente d’obbligo.
Vincere la tentazione di salire in cattedra, di abbandonarsi a pistolotti (anche di sinistra)… tutte cose che hanno funestato la letteratura per ragazzi specie durante e dopo il fascismo.
Noi adulti abbiamo questa tentazione continua di spiegare la vita ai bambini, ci fa sentire importanti e realizzati, ma ai bambini fa due scatole…
Un autore contemporaneo che ha l’atteggiamento giusto verso i bambini e che scrive storie bellissime, è Ulf Stark. Svedese, naturalmente.
- E' nelle arti visive oppure in altre aree che trovi oggi i lavori più interessanti nella ricerca di nuove modalità espressive?
- Pittura, illustrazione, fumetti e cinema sono i referenti visivi più diretti del mio lavoro.
Il resto dato che sono un curioso e aperto alle sollecitazioni lo assorbo, lo metabolizzo (in parte), lo espello, il tutto più o meno consciamente.
- I nuovi media quali vie aprono al linguaggio dell’illustrazione?
- Per quanto riguarda l’illustrazione l’unico traguardo significativo ottenuto con l’uso del computer penso che siano quei librini 3D realizzati con i frattali, che se li guardi incrociando gli occhi vedi le immagini venire fuori.
No, non credo che l’illustrazione per bambini ci guadagni “mostrando” il computer e te lo dice uno che il computer lo usa parecchio.
Naturalmente ci sono delle eccezioni, per esempio le bellissime illustrazioni di Jotto, se tu e i tuoi avventori volete vederle, cliccate su www.jotto.com.
Lì il computer si vede, ma solo perché Jotto “imita” le sintesi grafiche e i colori piatti dell’illustrazione anni ’60. Niente di troppo nuovo, quindi.
… Vuoi dirmi a cosa serve quel pulsantino rosso?
- Te lo spiegherò dopo. E’ una cosa complessa. Mo’ non farmi perdere il filo del discorso…
Aldilà delle diverse finalità di comunicazione, una campagna informativa presenta differenze di linguaggio con quello della pubblicità?
- Pubblicità ne ho fatta poca e male quindi non faccio testo. Per le campagne informative cerco di tenermi più vicino possibile al linguaggio del fumetto e della narrativa per bambini, cercando di non tradirne lo spirito in funzione del contenuto.
Preferisco dire meno cose ma creare qualcosa di divertente e interessante, che non trovarmi a scrivere e illustrare cose che so già che i bambini non leggeranno o leggeranno alla stregua di un libro scolastico.
In questo senso mi aiuta l’essere spesso chiamato dalle scuole a raccontare e disegnare le mie storie. Dopo qualche centinaio di incontri in giro per l’Italia, da Bassano del Grappa a Montalbano, posso forse dire: I know my chickens.
- Fumetti. A 35 anni dallo < Zap> di Crumb, esiste a tuo parere ancora una forma
di fumetto underground? Se sì, puoi fare degli esempi?
- Ma che sono domande da farsi a uno che ha detto che ama Tin Tin?!!
- Beh, io pensavo che…
- Per questa volta passi. Comunque provo a risponderti.
Mi sa che per fare un fumetto underground ci vuole la cultura underground e cioè tutto quel misto di sesso, violenza, psichedelia e musica rock che ha caratterizzato gli anni 60.
I pacifisti di oggi sono macrobiotici, preferiscono il vino agli acidi e Norah Jones è brava ma Mick Jagger era un’altra cosa. E fare illustrazioni per la copertina di un cd, non è certo la stessa cosa che farle per la copertina di un Lp.
Comunque l’underground come stile grafico è ancora un forte riferimento, vedi i fumetti di Spiegelman e Joe Sacco.
Senti… ehm… quel pulsantino rosso…
- E’ una sorta di sistema… speciale… per chi… via, diciamo che non ti riguarda…
Piuttosto, parliamo ancora di fumetti. Hanno affrontato anche temi scabrosi. Penso, ad esempio, ad Art Spiegelman che con il suo < Maus> – vincitore di un Pulitzer – raccontò l’Olocausto come una storia di gatti e topi finiti scannati in un posto chiamato Mauschwitz. Suscitò un putiferio. Insomma, come la pensi sul politically correct?
- Il sonno dello scorretto genera mostri.
Nella mia top hundred dell’illustrazione i primi posti sono occupati dagli illustratori più scorretti della storia: Edward Gorey, Tomi Ungerer, Ronald Searle, Charles Addams e Art Spiegelman, naturalmente.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Mi piange il cuore risponderti che ST non rientrava nelle mie preferenze. Avendo avuto l’inprinting con Raquel Welch, e prima di scoprire Russ Meyer, nella mia bassa adolescenza mi guardavo la serie Ufo, più per le cosmonaute che per il comandante Straker.
- Siamo quasi arrivati a Fràskia, pianeta illustrato che mai subisce minaccia dallo spazio… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di "Diacono Gerardo 1028" Gutturnio di Torre Fornello …
- Armando, mene tekel fares, come diceva il Protagonista di un best seller Fantasy di ambientazione mediorientale, e grazie per il passaggio!... Senti io però prima di scendere quel pulsantino rosso lo devo pigiare! Ecco fatt….
aa a a a a aaaaaa !!
- ‘zzo… ha premuto il comando dell’EPOM! l’Eiettore Per Ospiti Molesti! E’ stato scaraventato nello Spazio e mo’ chissà dov’è finito! Eppure glielo avevo detto che quel pulsantino non stava lì per lui!... Che faccio adesso?... Può sembrare fuori luogo dire, come sempre dico congedando gli ospiti, la solita battuta lunga vita e prosperità?
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