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Un bar notturno dove gli avventori si conoscono tutti fra loro. Più per nome che per cognome.
Da un vecchissimo juke-box in fondo alla sala,
provengono le note della canzone che vi aggrada.
In Primo Piano, Adolgiso parla con i suoi amici di sempre, sfaccendati o peggio.

 

Opposizioni d'antan

Scommettiamo un Campari che ho scoperto documenti politici, finora inediti, di tanto tempo fa?... sì, giuro!
Colpito dalle critiche che in tanti rivolgono al modo, considerato troppo morbido, di fare opposizione al Governo italiano in carica, ho voluto verificare: un’invenzione veltroniana o ci sono state precedenti esperienze simili?
Perché qualcosa mi diceva di sì. Felice intuizione. I fatti mi hanno dato ragione. Non solo, ma ho rinvenuto testi che attraverso i secoli – incredibile a dirsi! – usano esattamente le stesse parole, uguali uguali, dette o scritte dai Ministri ombra di Veltroni o da altri esponenti del Pd!
Esempi?... no, è tardi. Sarà per un’altra volt… m’offrite una birra alta?... vabbè… però solo pochi esempi, poi tutti a nanna.

 

Il primo documento è molto antico, risale ad un secolo circa prima di Cristo, è scritto in latino e mi avvalgo di una traduzione di Vanna Marchi.
Licinio Crasso, volendo accrescere la sua popolarità nella vita politica di Roma, ritenne un ottimo trampolino di lancio politico un suo intervento nella terza guerra servile. Al comando di otto legioni mosse contro Spartaco che capeggiava una rivolta. Spartaco fu vinto. Alcuni sostengono che cadde in battaglia, altri che, catturato, fu crocefisso insieme con un altissimo numero di suoi compagni.
Il sindacato dei Servi e Gladiatori, invece di darsi a sconsiderate azioni alle quali purtroppo alcuni s’abbandonarono, dopo la sconfitta, stilò un comunicato. Ecco un passaggio: Il Governo ha fatto una scelta unilaterale che sfiora la radicalità e deve riflettere sulle conseguenze che potrebbero venirne. Noi faremo la nostra parte facendoci carico della nuova situazione e, pur senza alcuna preconcetta opposizione, vigileremo sull’evolversi di quelle discutibili decisioni per decidere sul da farsi.

 

Altro esempio. Le critiche alla corruzione della corte romana d'Alessandro VI e dei mercanti fiorentini provocò dapprima l’arresto di Gerolamo Savonarola che, poi, al termine d’un processo per eresia, che in realtà celava motivi politici, nel 1498 fu sospeso ad una croce ed arso vivo secondo la ‘Pratica Inquisitionis’.
I Piagnoni (così erano chiamati i seguaci di Savonarola), per bocca di un loro esponente, fecero sapere, in via non ufficiale, che …quest’esecuzione corre il rischio di rappresentare un’interferenza nel pensiero di quanti agiscono liberamente nel rispetto del credo religioso di ciascuno. Bisogna sgombrare il campo da equivoci e incomprensioni. Se, come si dice, il buon giorno si vede dal mattino, questo spiacevole episodio è più eloquente di quel che s’intende fare.
E’ urgente trovare un tavolo intorno al quale serenamente studiare soluzioni agli scottanti problemi d’oggi.

 

Anche in occasione di grandi sciagure collettive è prevalsa spesso pacatezza.
Si pensi alla terribile pestilenza che colpì il territorio milanese nel biennio 1629-1630. Dopo l’arresto e la terribile esecuzione di Gugliemo Piazza e Gian Giacomo Mora, l’epidemia non si fermò; pochi ravvisarono nell’inettitudine delle autorità preposte alla Sanità pubblica i responsabili del massacro.  
Ho rinvenuto parole di un certo Renzo Tramaglino, un focoso capopopolo di allora che un tempo era fuggito dalla città dopo aver preso parte a sommosse. Ecco le sue parole mentre nelle strade giacevano migliaia di morti: Inutile negarlo, il problema esiste. Ma è illusorio pensare di risolvere tutto con un “dalli all’untore” o colpi di spugna. Le responsabilità vanno accertate e perseguite laddove esistono, però questo, non è il momento delle polemiche ma di misurarci in un confronto costruttivo.


A Milano, Il 7 maggio 1898 il generale Fiorenzo Bava Beccaris spara cannonate sulla folla facendo una strage fra quanti manifestavano per la mancanza di pane. Gaetano Bresci, della Federazione Anarchica, affermò: Le questioni della sicurezza sono fondamentali per tutti i cittadini, e ci sono state sempre a cuore. Per questo vanno affrontate con misure utili e non propagandistiche com’è stato fatto. E’ opportuno evitare forzature che finirebbero solo per intasare le carceri. Oggi è necessario puntare a una visione condivisa dei problemi, pur nella distinzione dei ruoli fra governo e opposizione.

 

Si dirà che finora ho portato solo esempi italiani contrassegnati da cedevolezza di nostri politici all’opposizione tempo fa, quasi a volere giustificare l’attuale. E allora spostiamoci nel lontano Oriente. Presso un popolo noto per la sua durezza guerriera: i giapponesi.
Nell’agosto del 1945, subito dopo Hiroshima e Nagasaki, l’Imperatore Hirohito (si apprende dalla lettera di un suo dignitario di corte che ne riporta il pensiero) affermò in una riunione facendo opportunamente filtrare all’esterno queste sue parole: Non sono contrario al nucleare, ma critico la cronologia della realizzazione. Viene da chiedersi, piuttosto, se si è pensato al complesso dei problemi legati alla capacità del nostro Paese e delle società occidentali d’affrontare la grande questione energetica.

 

Insomma, un’opposizione così come quella che vediamo oggi in Italia, non è cosa nuova. Si può fare.


Ma che ora s’è fatta?... ‘azzo, s’è fatto tardi… domani ho una sveglia terribile, devo alzarmi per mezzogiorno… ‘notte… buonanotte a tutti.

 


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