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Un bar notturno dove gli avventori si conoscono tutti fra loro. Più per nome che per cognome.
Da un vecchissimo juke-box in fondo alla sala,
provengono le note della canzone che vi aggrada.
In Primo Piano, Adolgiso parla con i suoi amici di sempre, sfaccendati o peggio.

 

Succede ogni sabato

 

Scommettiamo un Campari che ho rititolato famose arie liriche?... è necessario... proprio così.
E’ finita l’epoca in cui la scena operistica era calcata da buzzicone da paura… già, ma che ne sapete voi che andate solo allo stadio… mo’ a cantare ci stanno certe strafiche che lèvati!... ah sì?...v’interessa mo’?... l’immaginavo.
Pensate, ad esempio, ad Elina Garanca, lèttone, trentun’anni, chili giusti ai posti giusti e più curve di un autodromo… pure in Italia ce ne stanno di brave e belle, chessoio, da Michela Carosi a Letizia Calandra a Paola Sanguinetti…
Sia come sia, bisogna adattare i testi al fisico delle nuove interpreti e vedrete quanta gente, persino voi, va a teatro!… cheee?... leggervi i miei nuovi titoli?... non se ne parla proprio… a quest’ora poi… come? m’offrite una birra alta… beh, se è così non posso rifiutare… ma pochi titoli, intesi eh?

 

Alcuni titoli possono restare come stanno, già funzionano, specie se l’opera è affidata a registi giusti, tipo Tinto Brass o Bigas Luna, tanto per dire. E così in tutt’altre atmosfere vivrebbero pezzi come il mozartiano “Batti, batti, o bel Masetto” cantato da una discinta Zerlina; “Oh! dolci baci, o languide carezze” di Puccini ché tanto lì già c’è un flashback hard; “E’ l’amore uno strano augello” dove la Carmen bizettiana, avvenente malavitosa, può essere ammiccante al punto giusto, si pensi al verso: ‘Credi averlo di già in tua mano’.
E altre ce ne sono dove basta dare un’aggiustatina al rimanente testo e la cosa va, del resto i librettisti che ci stanno a fare? Mica fa loro schifo beccare un adattamento in Siae, no?
In altre occasioni, però, l’intervento dev’essere radicale a partire fin dal titolo.

 

Può mai un bel soprano che interpreti una Norma fichissima rivolgersi alla luna dicendole Casta diva?
No, meglio Porno diva. In fondo, il pezzo termina con “e senza vel”. Vedete come tutto torna?

 

E Adriana Lecouvreur che canta Io son l’umile ancella ne vogliamo parlare?
Non è da preferire, forse, Io son piacente schiava? In quel suo schermirsi un po’ di s/m non guasta visto poi che lei pochi versi dopo si dice “mite, gioconda, atroce”.

Guglielmo nel II atto di ‘Così fan tutte’ (mo’ che le cantanti in scena sono da schianto) non deve limitarsi a  Donne mie la fate a tanti bensì passare ad un più deciso Donne mie la date a tanti; e, come si sa, sia pure incoraggiate da quella zoccola di Despina, le due Fiordiligi e Dorabella non sono stinchi di santo.

 

Con una delle cantanti liriche che vi dicevo, chi volete che creda al Rodolfo pucciniano quando in quell’equivoco buio del I Atto della Bohème canta Che gelida manina… meglio Che ardente signorina.
Così come si potrebbe rendere un po’ più allegro il tristanzuolo Filippo II che nel Don Carlos, solo, si strazia nel suo studiolo dicendo Ella giammai m’amò, macché, coraggio:Ella mai me la negò.
E visto che con queste nuove cantanti, giovani e belle, viene voglia di divertirsi che ne direste di finire la serata in discoteca? Con l’opera lirica non c’entra? Questo lo dite voi. Conosco un posto dove danno “Un ballo in maschera”, lì, come sapete dalla trama c’è pure Amelia che cerca una certa erba e il protagonista Riccardo, quindi, è giusto la smetta di cantare La rivedrò nell’estasi e passi a La rivedrò nell’extasy.

 

Per convincervi che queste non sono mie idee bislacche, ve ne racconto una breve breve.
Raniero de' Calzabigi, il collaboratore di Gluck nella riforma del melodramma, scrisse una commedia satirica dal titolo “L'opera seria”. In essa, il compositore Sospiro dice al poeta Delirio e all'Impresario Fallito:
‘...Io non bado che al mio motivo musico:
se mi circola bene e bene attacca.
E poi la poesia non stimo un'acca’.

 

…Ma che ora s’è fatta?... ‘azzo!… è tardi proprio!... e domattina ho una sveglia terribile, devo alzarmi per mezzogiorno.
‘Notte… buonanotte a tutti.

 


Tutti i testi di questa sezione sono registrati in SIAE alle sezioni Olaf o Dor.
Per riprodurli, due congiunte condizioni: citare l'autore e la sigla del sito.

 

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