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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Lamberto Pignotti. Narratore, poeta, saggista, tra i fondatori del Gruppo '70, docente dapprima all'Università di Firenze, poi a Bologna…basta mo', non ho mica uno scultore a tiro per erigere a LP una statua equestre, ammesso che lui sappia stare a cavallo. Però 'sta birba sa stare bene sulla pagina e sui muri delle mostre, per conoscere la sua biobibliografia in modo pressoché esaustivo, cliccate su http://www.cgil.it/autorieartisti/autori/pignotti.htm …ho detto mostre, certo, perché Lamberto è uno dei massimi poeti verbovisivi europei dei nostri anni, per saperne di più, andate con fiducia su:
http://www.caldarelli.it/fotografia/pignotti.htm e anche sulla scritta che segue
http://digilander.iol.it/illuminazioni/pignotti

 

Benvenuto a bordo, Lamberto…
Ciao Armando e grazie per l'invito…ma cos'è questo luogo: un'astronave arredata come un'osteria o un'osteria mascherata da astronave?
Francamente non lo so. Colpa dei miei ospiti, per farli stare a loro agio, offro sempre da bere e così un bicchiere mo', un altro dopo, un altro dopo ancora…sto sempre 'mbenzinato e ci piglio poco. Ecco, assaggia questo Piodilei di Pio Cesare…qua il bicchiere…ecco fatto. Mo' senti a me, il Capitano Picard è bravissimo, a Roma direbbero "è un bel manico" per lodarne la guida, però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a palla", prudenza vuole che tu, in poche battute, trasmetta sulla Terra il tuo ritratto, insomma come vorresti essere ricordato dagli umani…no, non fare quegli scongiuri! Ci sto pur'io su 'sto tram, mica m'auguro che…
In altri tempi essere ricordato a cavallo con la corona d'alloro in testa e con qualche musa seminuda di contorno non mi sarebbe dispiaciuto affatto…Ora ho alquanto ridimensionato le mie aspirazioni a proposito dell'eternità. D'altronde col bicchiere che mi hai appena offerto mi sento più incline alla commedia brillante che all'epopea pesante
La scrittura verbovisiva, anche titolo d'un tuo libro scritto con Stefania Stefanelli, che cosa rappresenta nello scenario delle avanguardie?
Mi schiarisco la voce come fanno i conferenzieri e ti rispondo. La scrittura verbo-visiva è un salto di qualità, una maggiore consapevolezza, nell'uso simultaneo di più codici estetici, è l'apertura verso la multi-medialità, oggi tanto di moda, più a parole che nei fatti. Ma le masse non mi hanno capito, cioè non mi hanno fatto fare tutti quei soldi che m'aspettavo
Le nuove tecnologie, ti tentano oppure no?
Mi ha sempre interessato il linguaggio delle nuove tecnologie.
Parlo del linguaggio ad uso estetico e ideologico.
Spesso i nuovi mezzi sono invece usati per fare vecchie cose, come quando si trasporta un quadro su un quadrante
L'arte elettronica, la vedi come una smaterializzazione del corpo fisico delle arti così come le conoscevamo? O come una sua protesi? Oppure una mutazione genetica?
Smaterializzazione, protesi, mutazione genetica…io ci vado cauto. Non so ancora se il futuro sarà dell'elettronica. Conservo ancora una pagina del Corriere della Sera del 1965.
Annunciava con un titolo a tutta pagina…era la terza: "Il 2000 sarà della petrolchimica". Nel 1966 era finita la petrolchimica. D'altronde, ricorderai le schiamazzanti previsioni (profezie…) di una rivista allora in auge intitolata "Futuribili"
Il futuro del rapporto Arte-Scienza?
Alla fine degli anni '50 e un po' dopo, di tale rapporto ne scrivevo con convinzione ed entusiasmo. L'intuizione scientifica mi sembrava allora avvicinarsi all'intuizione artistica. Oggi l'universo altamente scientifico tende a opprimere, e quasi far fuori, l'universo artistico
In quale delle aree espressive - arti visive, letteratura, musica, etc. - credi che ci siano oggi i lavori più interessanti nella sperimentazione di nuovi linguaggi?
Nelle aree espressive più inclini alla convergenza dei segni e dei sensi.
Teorizzo e cerco di praticare - in modi né ossessivi né sistematici - la plurisensorialità, la sinestesia. Ma in proposito non posso che rimandare con necessaria immodestia a qualche mio libro come "Sine Aesthetica" del 1990 e "I sensi delle arti" del 1993
Cartelloni, insegne, vetrine, giornali, la pubblicità condiziona il nostro sguardo. Per non dire della tv, dove accade anche che, talvolta, la pubblicità è più bella dei programmi che interrompe.
All'Università di Bologna hai lavorato sulla struttura delle tecniche pubblicitarie, inoltre ricordo un tuo libro, "PubbliCITTA'", che pubblicato nel 1974 è ancora attuale nel suo approccio semiologico.
Che cosa è cambiato da allora ad oggi nella comunicazione pubblicitaria?
Partirò un po' da lontano.
Negli anni '50 ero più attratto dalla pubblicità, dalla moda, dai mass-media in generale che dalle forme artistiche allora proposte come nuove. Erano tempi di neorealismo in letteratura e di informale in pittura, espressioni che mi sembravano anacronistiche.
La pubblicità, che gli intellettuali a quel tempo ignoravano o snobbavano, calamitava invece la mia attenzione per certe sue potenzialità innovative.
Successivamente, ho usato per finalità artistiche il suo linguaggio verbale e visivo, sono stato il primo ad avere una cattedra universitaria denominata "Tecniche pubblicitarie", nel '71, al DAMS dell'Università di Bologna. Ho scritto "PubbliCITTA'" che hai ricordato, ma anche "Il supernulla" nel '74 e "Il discorso confezionato" nel '79.
Non ho mai fatto il pubblicitario di professione.
Ma per venire al nocciolo della tua domanda, devo dire che la comunicazione pubblicitaria è cambiata nel corso degli anni progressivamente in peggio. Magari è più "bellina" per via dei reggimenti di nudità provocanti che a ondate successive manda sui campi di battaglia del consumismo, ma è più urlata, onnipresente, uniformata anche in quelle che dovrebbero essere le innovazioni.
Personalmente, anche se ci sbatto l'occhio e l'orecchio, non la vedo e non la sento più.
Effetto della saturazione
Arte e Mercato secondo alcuni sono termini inconciliabili. Anche tu li ritieni tali?
In ogni epoca i due termini hanno dovuto essere conciliabili, in modi flessibili.
Oggi, in cui si sprecano parole di moda come globalità e flessibilità, il mercato dell'arte è diventato sempre più globale ma inflessibile.
Per l'arte che non vuole identificarsi con l'"arte del mercato" - del mercatone - è preferibile riferirsi a mercati - mercatini - alternativi.
Sarà economicamente meno redditizio, ma sicuramente più creativo e divertente
Proprio perché l'Enterprise naviga nello spazio, cerco di fare anche domande che rimandino alla Terra, ma non proprio terra terra. Pareri, suggerimenti, o anche insulti, che dall'Enterprise sono trasmessi alle Istituzioni coinvolte nelle conversazioni…un tuo consiglio, gratis, da girare al Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria di Palazzo Chigi affinché meglio orienti le sue energie…un intervento, una cosa che ti piacerebbe vedere realizzata…
Rispettose domande, riverenti suppliche, oppure veementi insulti diretti al potere al fine di ottenere che cosa? Ma poi quale potere? D'altronde ho avuto sempre paura quando Ministeri, Dipartimenti, Palazzi e Chiese indirizzano le loro energie, i loro interventi, i loro finanziamenti verso la cultura. A beneficiarne è, invariabilmente, la peggiore cultura
A tutti gli ospiti di questa vineria chiedo sempre di fare una riflessione sul mito di Star Trek…che cosa rappresenta secondo te…
Ma sai, io sono stato a scuola prima da Flash Gordon e poi da Ray Bradbury. Il mito dei voli spaziali preferisco affidarlo alla mia immaginazione che vedermelo rappresentato iperrealisticamente
L'intervista è finita. E pure la bottiglia di Piodilei di Pio Cesare…però Lamberto, torna a trovarmi, t'aspetto…
Te lo prometto
Bene, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.

Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy.

 

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commenti presenti

Grande Pignotti! Ho visto una sua mostra a Firenzed e mi entusiasmò. Fate bene a presentare questi personaggi di cui non parla il Cooriere della Sora... non è un lapsus calami... voglio dire della Sora perché parlano lì solo di quelli della Grande Famiglia. Bye! carlotta de mayo

inviato da carlotta de mayo
 

Nell'intervista si parla di due libri: "Sine Aesthetica" del 1990 e "I sensi delle arti" del 1993 Non sono indicati gli editori. Chiedo a Pignotti di conoscerli per l'acquisto. Perché richiesti in libreria non sono riuscito ad averli. Grazie.

inviato da luigi de rosa
 

Vivo in Francia da molti anni e mi fa piacere apprendere che ci sono ancora in Italia persone come Pignotti perchého l'impressione che nel mio paese d'origine si sia smarrito ogni idea dell'arte fatta dall'homo ludens. Complimenti al sito, fatto benissimo. wanda miraglia

inviato da wanda miraglia
 

Vivo in Francia da molti anni e mi fa piacere apprendereche in Italia ci sono ancora persone come Pignotti. Complimenti al sito per accorgersene. Ho l'impressione che nel mio paese (lasciato nel '73) si sia smarrita l'idea dell'arte prodotta dall'homo ludens. enzo di mauro

inviato da enzo di mauro
 

Non c'è spazio per le cose che fa pignotti perché è mancato un centro propulsivo che le diffondesse. Ad esempio è venuto memo a questo ruolo il Gruppo '63 ma anche il Gruppo '70 di cui Pignotti faceva parte e pure movimenti successivi. Ognuno di questi grupi, più o meno potente, ha pensato più a combattere i vicini che non a d affermare il proprio messaggio.

inviato da Belfagor
 

Se la Sinistraavesse dato spazio a in campo culturale gente come Pignotti oggi non ci troveremmo nel cesso in cui ci troviamo. Sono stati preferiti, da sempre, vecchi bacucchi (si è vecchi bacucchi anche a ventanni) obbedienti a line di partito, ossequienti con i capi della Kutura. Visti i risultati? Scusate lo sfogo Guido Sartori

inviato da Guido Sartori
 

Sembra confermare, questa intervista di Lamberto Pignotti, la cecità della nostra Sinistra, che negli anni non ha trovato di meglio da fare che ignorare intelligenze come il grande Poeta/Visivo. I risultati purtroppo si vedono.

inviato da Angelo Liberati
 

Sembra confermare, questa intervista di Lamberto Pignotti, la cecità della nostra Sinistra, che negli anni non ha trovato di meglio da fare che ignorare intelligenze come il grande Poeta/Visivo. I risultati purtroppo si vedono.

inviato da Angelo Liberati
 

 

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