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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Valerio Magrelli. Lo ritengo uno dei maggiori poeti italiani dei nostri anni.
Vi piaccia o no, l'ho detta.
E' docente di letteratura francese all'Università di Cassino. Massiccia la sua presenza sul web.
Biografia e alcune liriche le troverete cliccando su http://www.italian-poetry.org/Magrelli.htm, mentre suoi interventi li incontrerete 24 ore su 24 alla voce "Autori" su www.fub.it/telema.
Marco Forti, commentando il suo inserimento nell'antologia "Poeti italiani del Secondo Novecento", ha scritto: <… i versi di Valerio Magrelli hanno saputo, con molta precocità, esprimere sé e il proprio pensiero, piuttosto che confessare passioni, in un titolo a suo modo emblematico come Ora serrata retinae. Ottima scelta di un poeta, intellettuale prima di tutto, non a caso francesista di gusti infine illuministici, volto allo scavo di una lingua che al suo culmine-limite, gli avrebbe fatto scoprire un "secondo tempo" poetico e antropologico >.

 

Benvenuto a bordo, Valerio...
Grazie per il passaggio.
Voglio farti assaggiare questo Barbera di Clerico…qua il bicchiere…ecco fatto.
Senti, il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a palla", la cosa che sto per dirti io l'ho già fatta minuti fa, anche tu, in poche battute, trasmetti sulla Terra il tuo ritratto…no, non fare quegli scongiuri!…ci sto pur'io su 'sto tram…mica m'auguro che…
Risponderò con due mie poesie. La prima descrive una malattia:
Il male della pietra
ha fatto del mio corpo una miniera.
Nella curva del dorso ha preso forma
il cristallo doloroso grande
quanto una sillaba.
Questo fruttificare di sassi
è il miracolo del sangue
che si fa gemma e rosa del deserto.
Come per una lenta
resurrezione minerale
l'uomo giunge per gradi
fino a comporre
dentro di sé la terra.

Il secondo testo, invece, racconta l'esito di un incidente automobilistico:

Porto nel corpo viti, fisse, nascoste
e sembrano dare al passo un fervore
meccanico. Stringendole
accordo lo strumento,
ogni suo cavo, lo tempero
e ne regolo il gioco sull'infisso
metallico come una stella
chiaro che mi brilla nell'anca.
Ciò spiega, forse, perché mi interessi il cinema di Cronenberg, la body-art e ogni altra forma di mutazione corporea.
Ha scritto Roman Jakobson in Poetica e Poesia: "Il confine che divide l'opera poetica da ciò che non è tale, risulta più labile di quello dei territori amministrativi cinesi".
Sei d'accordo con quella enunciazione?
Replicherei riportando la citazione di Charles Péguy con cui si apre un libro di Filippo Firmiani recentemente uscito da Liguori (Poetiche e genealogie: Claudel, Valéry, Nietzsche).
Dico questo, perché l'ho letta appena ieri, e nella sua fragranza, mi è sembrata veramente magnifica, te ne leggo un passaggio: "Se è veramente un autore, l'autore vive in un perpetuo affiorare di testi […] In ogni istante, una massa enorme (e non soltanto di pensieri), preme: interi mondi, vogliono passare per la punta della sua penna […] Eppure, da lì può passare solo lo spessore, la larghezza di una punta".
Dalla poesia alla lingua. Ma anche viceversa - tanto, mica è senso vietato! - il passo non solo è corto, ma obbligato…toh! anche la rima!…
Molti linguisti affermano che la Rai ha divulgato, unificandola, la lingua italiana nei nostri stessi confini. La Rai si presenta al tuo esame, la promuovi oppure no?
La rimando a una seduta d'esame fissata per mezzanotte, ossia alla stessa ora in cui, se ce ne sono, vengono in genere collocati in tv i programmi culturali.
Naturalmente l'esaminatore resterà a dormire, così come purtroppo è costretto a fare il potenziale pubblico di quelle trasmissioni spesso, ahimè, molto belle.
Dopo vent'anni di lavoro, Hans Magnus Enzensberger ha presentato "Poesie-Automat", un computer programmato per scrivere versi. Come giudichi quell'esperienza?
Vecchia, anzi, vecchia come può esserlo solo un'iniziativa che voglia essere nuova a tutti i costi. Lo ha spiegato assai bene Alberto Arbasino, parlando delle forfore nei musei del dada.
In Italia, e non solo in Italia, gli editori arretrano pallidi di fronte all'idea di pubblicare poesia.
Ritieni che il web possa essere una soluzione del problema?
Potrebbe diventarlo, ma non riesco a immaginare i nuovi scenari telematici.
Devo dire, però, che detesto ogni forma di euforia al riguardo.
Forse perché continua ad indignarmi l'idea di aver speso centinaia (sic!) di ore, nel corso degli anni, per l'assistenza-computer. E' questa, al momento, la realtà italiana, senza neanche scomodare i virus: i veri virus, infatti, sono gli incompetenti che gestiscono un mercato di vittime predestinate, ostaggi di una tecnica inaffidabile e stracciona.
La domanda di prima m'induce a fartene un'altra che è riferita particolarmente al web, riguarda la proprietà intellettuale al tempo di Internet. E' chiaro che non mi riferisco a plagi o cose simili, ma a fenomeni che teorizzano (a ragione o no, è tutto da vedere) il sabotaggio del diritto d'autore.
Tu che ne pensi dei vari Luther Blisset, Wu-Ming, eccetera?
Ribadendo l'enorme divario che corre tra pratica e teoria, e denunciando il silenzio che circonda il western del computer…altro che trionfalismi!…direi che sono questioni di estremo interesse, poiché mettono in crisi concetti ancorati a pratiche ormai desuete.
Certo, tutto comincia con l'"io è un altro" di Rimbaud, ma la moltiplicazione identitaria attivata dalle nuove tecnologie apre scenari totalmente inattesi.
A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, chiedo una riflessione su Star Trek…come sai, Roddenberry ideò il suo progetto avvalendosi non solo di scienziati ma anche di scrittori lontani dalla fantascienza, tanto che ST risulta ricca di rimandi letterari sotterranei, e talvolta non troppo sotterranei…che cosa rappresenta secondo te quel videomito…
Non ho mai seguito la serie, ma ho cercato inutilmente di procurarmi il dizionario "startrekkese-inglese" uscito qualche anno fa negli Stati Uniti.
A titolo di pura informazione, segnalo una mia prosa in cui (sia pure incidentalmente) metto in rapporto l'opera di Alberto Giacometti con la figura del dottor Spock
Siamo quasi arrivati a Magrellya, pianeta di nature e venature, abitato da alieni dediti ad esercizi di tiptologia …se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia del Barbera di Clerico. Però torna a trovarmi, io qua sto…intesi eh?
D'accordo, a te tante care cose
Vabbè, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

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commenti presenti

Ha ragione Adolgiso a dire di Magrelli che è uno dei maggiori poeti dei nostri anni. E' il mio preferito, difficilmente provo emozioni così forti quando leggo altri nostri poeti contemporanei. silvia v.

inviato da silvia visani
 

Valerio Magrelli mi ha fatto riscoprire il piacere di leggere poesie, sepolto nei libri pieni di polvere chiusi nello stanzino di casa. Grande Valerio, a quando il prossimo libro?

inviato da Gianfranco C.
 

Stasera magrelli era ospite dalla Dandini. E' stato un caso che abbia seguito parte del suo intervento.Ma secondo voi è davvero un poeta con l'animo del poeta chi afferma che "non è poesia quella in cui si parla di tramonti e di gabbiani "mentre una delle piu' belle poesie del secolo scorso è ,secondo lui,quella in cui si parla di un frigorifero che si apre? credete che Joyce Pascoli D'annunzio Nievo Campana Cardarelli Valeri Heine Ungaretti e mille altri ancora non si possano chiamare poeti? Questa si' che si chiama "presunzione poetica". Nulla di personale.

inviato da aurora demo
 

Non ho visto la trasmissione a cui si riferisce la lettrice, ma se Magrelli h a detto che "non è poesia quella in cui si parla di tramonti e di gabbiani ", la cosa non può che farmi aumentare la stima che ho per lui. Pino De Cristoforo

inviato da Pino De Cristoforo
 

Confesso che non conoscevo questo poeta. Ho letto attraverso il link alcune sue poesie. Sono bellissime! marta de luca

inviato da marta de luca
 

Magrelli è un poeta della Modernità (checché ne dica di Enzesberger in quest'intervista in quell'affermazione che non mi trova d'accordo) che del verso fa l'uso piu moderno che si possa fare, cioè lo mette in crisi con la logica di un fisico quantistico. Perché meravigliarsi se parla della poesia di una porta del frigorifro che si apre? Ha perfettamente ragione, le regioni della poesia oggi sono lontane da tramonti, albe, gabbiani. Lasciamo quelle cose al sottobosco letterario. AmoEscher

inviato da AmoEscher
 

bene avere intervistato magrelli ma ho un appunto da rivolgere a questo sito perché si occupa troppo poco di poesia. cordialità mario de filippi

inviato da mario de filippi
 

Non mi ricordo chi ha paragonato qui Magrelli a un "fisivo quantistico". E' vero, a leggerlo sembra di leggere un teorema in versi. g. de silvestri

inviato da g. de silvestri
 

Grandissimo Magrelli :-) E sacrosante le sue parole sui tramonti ed i gabbiani eheheh Ho goduto con "nel condominio di carne" ed ora lo faccio con "disturbi del sistema binario". Mi piace questo posto

inviato da bis(bet)ica
 

 

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