Claudio Sinatti, videoartista
Sono nato a Milano nel 1972.
Dal 1996 ho diretto numerosi videoclip per artisti come 99 Posse, Neffa, Carmen Consoli, Articolo 31, Alex Britti, Alexia, Eiffel 65, Sarah Jane Morris, Africa Unite...
Nel 1999 ho fondato il collettivo di sperimentazione audiovisiva Sun Wu-Kung tra i primi in Italia a lavorare sui live video mixmediali, e sul vjing.
Nel corso dello stesso anno creo la band audio-video Crop con il musicista Sergio Messina.
Nel 2004 nasce la band mixmediale Pirandélo dall'incontro con Andrea Gabriele e Marita Cosma.
Attualmente focalizzo il mio lavoro su performance mixmediali, installazioni e film sperimentali con un interesse costante all’interazione con la musica espresso da numerose collaborazioni con musicisti come Christian Fennesz, Ulrich Troyer,Tu M', Mou Lips!, Pierpaolo Leo, Retina.it, Kyò...
Tengo corsi sperimentali di film e video pressol'Istituto Europeo di Design di Milano.
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Nei miei progetti cerco sempre di creare delle atmosfere e generare dei sentimenti più che stupire.
Direi che la lettura del mio lavoro richiede una immersione e dunque da un lato un uso decisamente non distratto, dall'altro la disponibilità ad abbandonarsi a suoni ed immagini.
Utilizzo vari metodi espressivi per costruire queste suggestioni.
I più diretti dei quali sono probabilmente in ambito performativo.
Uso le immagini ed i suoni con ritmi e tempi che assomigliano a quelle della grammatica cinematografica.
C'è spesso uno strato di colonna audiovisiva in cui le progressioni sono lente e impercettibili, affinché ci sia un piano quasi inconscio di lettura.
Elemento fondamentale della struttura di una performance è molto spesso il loop.
A stacco o perfettamente circolari diventano il ritmo su cui costruire, stratificando, gli ambienti.
Si creano loop composti da altri loop, formando una gerarchia di loop e sottoloop in cui si perde l'effetto di ripetizione e ci si trova in un gioco di onde in continua trasformazione.
Sfrutto sempre più spesso i computer per realizzare e gestire video, ma con un uso discreto della tecnologia. In cui il risultato non sia pura ricerca tecnica, ma un motore sentimentale, di grazie e poesia.
Attualmente sto lavorando alla relazione tra performance e cinema, di cui il primo risultato sarà un film (quasi) muto di cui il montaggio viene eseguito in tempo reale.
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