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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L’ospite accanto a me è Luisa Carrada. Studiosa di comunicazione, è copywriter ed editor in una grande azienda high-tech. Laureata in lettere, con specializzazione in storia dell'arte, ha lavorato per cinque anni a Radio Rai.
Gestisce in Rete un sito dedicato alla scrittura professionale e alla comunicazione aziendale: http://www.mestierediscrivere.com.
Vi consiglio di visitarlo, è estremamente ben fatto.
Nel catalogo dell’editore Lupetti si trova un suo titolo, Scrivere per il web, e se cliccate su http://www.calibrozeroquindici.sinp.net ne troverete un altro: Cari piccoli giornalisti “una mini lezione sulla scrittura, con la cordialità di una lettera” così è detto nel quarto di copertina. E’ vero; una volta tanto, il “bugiardino” è sincero. Il testo è scaricabile gratuitamente. Su Calibro Zeroquindici torneremo anche fra poco.

 

Benvenuta a bordo, Luisa…
Grazie, ma preferisco “benvenuta nella vineria” piuttosto che sull’astronave, visto che soffro di vertigini e che salgo sempre con le gambe che tremano pure sull’aereo…
Allora dimentica di stare su di un velivolo spaziale e assaggia questo Sauvignon Doc Colli Piacentini di Torre Fornello…qua il bicchiere…ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Luisa secondo Luisa…
Mamma mia…. che domanda difficile! Il ritratto interiore… be’ vediamo. Sono un’introversa di fondo che, a forza di fare un lavoro di comunicazione, sembra il massimo dell’estroversione…e magari nel frattempo lo è pure diventata. No, scherzo: sono una persona molto riservata e al tempo stesso molto curiosa degli altri. Per questo Internet è davvero il mio medium: mi permette di far arrivare le mie parole ovunque, ma standomene abbastanza nascosta. Adoro scrivere (ma non mi viene affatto facile, né naturale), e ancora di più amo leggere e immergermi nei mondi letterari. Più sono grandi e complicati, più mi piacciono.
Ora che i miei avventori ti conoscono meglio, dì loro quando e come ti è venuta l’idea di mettere in Rete “Il mestiere di scrivere”…
Per gioco, solo per provare che effetto faceva vedere le proprie parole su uno schermo. Qualcosa da dire la avevo, ma molto poco. All’inizio del 1999 ho messo su Internet alcune pagine, molto manualistiche, di consigli per chi scrive all’interno di un’organizzazione. Ne ho approfittato per fare qualche riflessione sul mio lavoro e per mettere nero su bianco alcune regole utili prima di tutto a me e poi – immaginavo – a chi faceva il mio stesso mestiere. Pensavo, insomma, che sarebbe rimasto un sito per quattro gatti.
Ma non è andata così. In tanti, tantissimi, ci hanno trovato qualcosa di utile: non solo professionisti, ma anche studenti, docenti universitari bravissimi nelle loro materie ma digiuni di nuovi media, aspiranti scrittori, casalinghe con poesie e romanzi nel cassetto. Segno che il bisogno di esprimersi e comunicare è davvero di tutti.
Parlaci dei contenuti e delle finalità di quel tuo sito web
Dopo cinque anni di vita, il sito è molto ricco di contenuti. Per fortuna non solo miei, perché ricevo e pubblico contributi e articoli anche da parte di altri professionisti esperti su temi che io magari conosco poco. Ci sono le regole della scrittura di lavoro (non tassative, ma sicuramente utili): prendere appunti, fare scalette, superare il blocco della pagina bianca, la punteggiatura, la revisione. Ci sono gli strumenti: dal web alla brochure, dalla presentazione power point al bilancio aziendale. C’è una intera sezione dedicata alla scrittura per il web. Ci sono moltissimi link per imparare a scrivere e comunicare meglio. Ci sono infine le mie riflessioni su quanto mi colpisce o succede nel mondo della comunicazione. La finalità è quella di condividere quello che leggo, che so, che vado imparando, con migliaia di altre persone. Una cosa che fa bene a tutti, e in primo luogo a me stessa…
L'Associazione La bella lingua, ha redatto tempo fa un manifesto in difesa della lingua italiana sottoscritto da molti autori e operatori culturali; per citarne solo alcuni: Guido Ceronetti, Francesco De Gregori, Ernesto Ferrero, Vittorio Sermonti, Luciano Violante, e tanti altri. Da chi e da che cosa, secondo te, va difesa oggi la lingua italiana?
La lingua va difesa soprattutto dall’impoverimento, dalla sciatteria, dall’eccessiva semplificazione…ma non credo lo si possa fare (soltanto) con proclami e manifesti da parte degli intellettuali. Lo si fa con la scuola, con l’educazione alla lettura, con una televisione migliore….insomma con scelte che sono prima di tutto politiche.
Il web trasformerà o ha già trasformato la lingua? Se sì, in quale direzione?
Il web è una grande e infinita rete ipertestuale, scritta in tante lingue diverse, che si influenzano l’un l’altra a ritmi velocissimi. Le modificazioni sono quindi inevitabili: più inglese, più osmosi non solo tra le lingue, ma soprattutto tra le culture. Una cosa più buona che cattiva, a mio parere. In quanto alla direzione, è davvero troppo presto per dirlo. Alcuni dicono che il web impoverirebbe la lingua, con i suoi ritmi veloci e la sua esigenza di sintesi, ma il web veicola anche brevissime poesie e lunghi testi bellissimi, e dà inoltre a tutti la possibilità di esprimersi, scrivere e pubblicare. In questo senso incoraggia sicuramente la scrittura, l’espressione, la comunicazione.
Qual è la principale differenza espressiva che noti fra testo scritto e ipertesto?
Un testo tradizionale si succede sequenzialmente nello spazio, un ipertesto si espande in profondità. Questo significa che i testi vanno progettati e scritti in maniera diversa. Con vantaggi e svantaggi. Un testo sequenziale è più semplice da abbracciare con un solo sguardo (se si tratta di un articolo) o con le mani (se si tratta di un libro), ma è in qialche modo più prevedibile. Di un ipertesto vediamo solo un pezzetto alla volta – le venti o trenta righe che stanno sullo schermo del computer -, il resto è nascosto. Ma forse per questo ci riserva molte più sorprese e possibilità di esplorazione… anche perché si connette con molti altri testi sparsi per la rete… insomma un buon ipertesto è una scoperta continua.
Weblog. Oggi i bloggers sfiorano il milione e contano, pare, su oltre mezzo miliardo di lettori…
Lo ritieni un nuovo genere editoriale oppure una frenesia di moda?
Forse né l’uno né l’altro. Il weblog è un fantastico e semplice strumento di pubblicazione a disposizione di chiunque abbia qualcosa di interessante da dire, da comunicare, da scrivere. Tanto che esistono blog diversissimi tra loro: veri e propri diari, blog su temi specialistici, blog di soli link commentati, blog di gruppo, blog di giornalisti, ora anche blog aziendali.
Il blog ci mette tutti alla pari e a tutti offre una chance: la differenza la fanno le idee, la passione, lo stile di chi scrive…
Ho ricordato in apertura il tuo testo “Cari piccoli giornalisti” pubblicato su Calibro Zeroquindici, un’editrice - diretta dallo scrittore Massimo De Nardo - nata sul web e che esclusivamente su di esso opera. Per sua sfortuna, il catalogo è funestato anche da un mio titolo. Dimmi i motivi che ti hanno spinto a pubblicare per quella sigla e che cosa pensi dell’editoria in Rete…
L’idea mi è sembrata molto buona, avevo scritto già un testo sulla scrittura professionale rivolto ai bambini e ai ragazzi e quindi mi ha fatto piacere partecipare all’iniziativa. Dell’editoria in rete penso tutto il bene possibile, perché dà a tutti l’opportunità di scrivere, pubblicare ed essere letti. Senza passare attraverso le strettoie delle case editrici tradizionali, senza burocrazia e senza soldi: sono i lettori a decretare il successo di un testo o di un libro. Ma è anche vero che ci sono generi letterari che più di altri sono adatti alla pubblicazione in rete. Scaricare un romanzo, per esempio, è scomodissimo, ma la pagina del computer mi sembra il luogo ideale per pubblicare e leggere la poesia, genere trascurato dagli editori perché notoriamente poco redditizio…
Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek (non necessariamente elogiativa)… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
Sì, sei crudele, perché mi costringi a confessare che frequento pochissimo la fantascienza, quindi davvero non posso fare una riflessione su Star Trek…è così grave?
Siamo quasi arrivati a Carràdya, pianeta di cellulosa e silicio…se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui la chiacchierata, anche perché è finita la bottiglia di Sauvignon Doc Colli Piacentini di Torre Fornello…
Il vino era ottimo e mi ha fatto dimenticare di stare quassù… la mia fermata si avvicina… ciao
Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuta.

Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy.

 

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commenti presenti

Cara Luisa, ben ritrovata! Sei grande, sei preparata nel tuo campo... e lo dimostri sempre, anch'in quest'occasione! Un saluto affettuoso e di stima, "Mode lessicali".

inviato da Carmine Natale
 

Bell'intervista. Ben condotta e con risposte fresche, veloci, intelligenti. gianna zaia

inviato da gianna zaia
 

 

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