Questo mese in Nadir Moira Ricci.
Moira Ricci è nata nel 1977 a Orbetello, ha studiato presso il CFP Bauer di Milano, conseguendo nel 1998 il diploma in fotografia. Ha poi proseguito gli studi nelle discipline Arti multimediali e Comunicazione visiva presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, diplomandosi nel 2005.
Un libro fotografico
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«Le immagini di Moira Ricci sono tanto semplici, tecnicamente, quanto emotivamente non meno che lancinanti. Quello che può apparire un effetto Forrest Gump non ha niente di ludico: se è forse inevitabile, da parte nostra, proiettare nell’operazione una certa dose d’ironia nei confronti dell’abuso patetizzante che troppo spesso delle foto di famiglia fanno gli artisti d’oggi, lo struggimento che si produce guardando le immagini di Moira Ricci mantiene sempre una sua evidente, tanto bizzarra quanto innegabile, autenticità: paradossalmente proprio in virtù della falsificazione operata dall’autrice (non diverso il cortocircuito di altri suoi lavori che esplorano, o piuttosto “inventano”, le mitologie della heimat maremmana d’origine: come Da buio a buio, visto alla Quadriennale di Roma del 2016,o Dove il cielo è più vicino, passato al Festival Fotografia Europea di Reggio Emilia dove l’ho visto nel 2017)».
(da un articolo di Andrea Cortellessa)
«La finzione nel mio lavoro è un modo per raccontare la mia realtà. Nel lavoro su mia mamma del 2004 volevo entrare nelle sue foto per poter parlare con lei, dirle cosa le sarebbe successo nel futuro.(…) Già dal funerale mi sono accorta che avevo bisogno di “entrare” nelle sue foto. Poi quelle immagini sono divenute un documento “reale” anche per me. Rivederle adesso senza la mia presenza mi sembrano quasi un corpo senza un arto».
(Moira Ricci in un’intervista di Manuela De Leonardis sul ‘Manifesto’ del 28. 10. 2023)
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