Questo mese Nadir ha invitato l’artista Sergio Vanni.
Sono nato a Rosignano Marittimo nel 1944. Vivo e lavoro a Milano.
Nella vita avrei voluto fare il falsario, ma ho desistito per evidenti limiti tecnici e qualche perplessità morale. Così mi sono ridotto a fare il ladro, mestiere meno nobile ma alla mia portata. Rubo immagini di artisti, quelli grandi e famosi ovviamente, perché dei piccoli non vale la pena. Così saccheggio, da Leonardo e Michelangelo fino ad arrivare a quelli vicini a noi, Cattelan, per esempio, o Damien Hirst. Un po’ goffamente, l’ho già detto che non avevo le qualità per falsificare, li riproduco in piccolo formato.
Qui finisce la prima parte del lavoro ma siccome sono un ladro sì, ma gentiluomo, li restituisco corredati di una battuta che li ironizza, ma nello stesso tempo li rende più umani, più vicini. È la seconda parte. Il mio lavoro è tutto qui, portare nel mondo dell’arte troppo spesso algido, criptico, autoreferente, spocchioso, inaccessibile, un tocco di leggerezza e, perché no?, un sorriso.
La mia produzione inizia tardi, dopo i trenta anni, e si indirizza verso un settore particolare della creatività, quello della poesia visiva, settore che si allinea perfettamente agli studi letterari che mi hanno portato alla professione di docente. La ricerca sul linguaggio, in modo particolare sul rapporto tra parola e immagine, non caratterizzerà soltanto la prima produzione, ma diventerà un filo conduttore di tutto il mio successivo lavoro.
Nei primi anni ’90 comincio la produzione delle parodie, una rivisitazione della storia dell’arte attraverso l’ironia, un gioco umoristico che fonde immagini celebri, movimenti, stili, a battute, e qui torna l’interesse per il linguaggio, che spostano l’attenzione abituale verso l’opera e ci spingono a guardarla da un punto di vista diverso da quello consueto. Questa operazione è esente da critica, sfugge al giudizio estetico, vuole essere soltanto un espediente per dimostrare come la produzione artistica possa essere letta al di fuori dei tradizionali codici.
Nel 2003 il ciclo delle parodie viene raccolto in un libro-catalogo dal titolo “L’arte è un pacco”, a cura e con testi di Dario Trento e Cecilia Scatturin, DM Editore, Milano.
Nel 2007 la casa editrice Feltrinelli organizza una mostra itinerante nelle sue librerie di Milano, Firenze, Bologna. Affiancando al lavoro creativo la scrittura, nel 2008 pubblico il suo primo romanzo, “Classica Moderna Criminale, un giallo ambientato nel mondo dell’arte. A questo seguiranno nel 2010 “Un delitto educato”, e nel 2012 “L’uomo con la mano alzata”, pubblicati tutti con Eclissi Editrice, Milano.
Nel 2011 esce la seconda edizione aggiornata di “L’arte è un pacco”, una raccolta di 111 parodie (attualmente ne conto 236), Edizioni della Galleria L’Affiche, Milano.
La più recente mostra: “Iconica Ironica” marzo-aprile di quest’anno alla Galleria Granelli di Silvia Ricci.
Parodie
L ’arte è un pacco
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L ’arte è un pacco
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Baj Baj Baby
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Christo
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Madonna del Perugina
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