|  L'ospite accanto a me è Luca Patella. 
          Artista visivo, creatura visionaria, da trent'anni fra i protagonisti 
          della scena artistica italiana ed europea. Fra le sue tante opere, figurano 
          anche mappe celesti (detto fra noi, suo padre era astronomo), quindi 
          non ha avuto difficoltà a raggiungermi in questa enoteca spaziale. 
          Per saperne di più su di lui:http://www.comune.roma.it
 La sua bibliografia è sterminata, impossibile riassumerla, ed 
          io vi consiglio un salvifico clic sempre su: http://www.comune.roma.it
   
  Benvenuto a bordo, Luca
 
scusi, lei è l'armatore? E come si sta Armando?Alla grande! In modo stratosferico…
a proposito, grazie per questa bella poltrona stratosferica, mi ci 
          sprofondo subito e cominciamo ad armare il discorsoArmando il discorso, voglio farti assaggiare questo Corole di Paolo 
          Scavino…qua il bicchiere…ecco fatto! Adesso ascoltami: il 
          Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero 
          "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, 
          schizziamo "a manetta", la cosa che sto per dirti io l'ho 
          già fatta, anche tu, in poche battute, trasmetti sulla Terra 
          il tuo ritratto…Si può sorbire direttamente a mezz'aria, il liquido; lo spirito 
          vi aleggia e galleggia…Dolcetto, o Amaro: nel Vuoto! Ecco, ho 
          usato questo termine, perché di questi tempi anche sulla Terra, 
          mi sembra d'essere uno che nota, e nuota, in un notevole vuoto d'idee…o 
          di dee?…ripetitive e inutili. Mi sembra che si stiano ri-petendo 
          (se non…petando) addirittura e smaccatamente cose fatte 
          da me, trenta o più anni fa…C'è chi presenta dei 
          "Muri parlanti" o un "Camminare nella città"…Il 
          mio "Camminare" lo eseguiva Carlo Cecchi nel '67; mentre i 
          "Muri" li avevo realizzati all'Apollinaire di Milano nel '71…ma 
          li ho anche ricostruiti - con lo Studio Morra - pochi mesi fa a Madrid.Comunque…i' mi son un che…tramita il passato profondo nel 
          futuro.
 Con presunzione forse, o meglio…pre-assunzione, ti citerò 
          Luc-retius: loca nullìus ante: luoghi mai di nessuno prima…
Hai lavorato non solo con la pittura, ma con la fotografia, il libro, 
          il suono, il cinema, il computer, sperimentando in anticipo le occasioni 
          dell'interattività e delle percezioni sensoriali…per esempio 
          i tuoi Ambienti Proiettivi, i Cespugli Animati…Oggi, con l'avanzare delle tecnologie, si parla molto di multimedialità, 
          ma abbiamo raggiunto un intercodice oppure solo un più cospicuo 
          multicodice?
Grazie per ricordare i miei prodromi & anticipazioni!Sì, se avevo realizzato allora gli "Ambienti proiettivi" 
          o i "Cespugli animati" interattivi, anche oggi lavoro con 
          simulazioni digitali e suono interattivo…Ma, a dire la verità, 
          mi sembra che il momento scottante e scattante della "necessità" 
          dei "Media" sia stato quello, pionieristico, della metà 
          degli anni '60, più che l'attuale…iperfetato.
 Io amo parlare di Arte & Non arte: credo cioè che 
          l'artista non possa fare a meno di una cultura molteplice, anche extra-artistica. 
          Dimensioni "tot ali", tutt'ali, che spàzino (e spàzzino!) 
          ovunque…ovunque uno abbia desiderio di andare.
 Bisogna, e bi-sogna, essere adeguati e pronti, sui linguaggi e sui modi 
          es-pressivi…anche come pressione dell'Es! Quindi, sì alla 
          sperimentazione tecnologica, ma - allo stesso tempo - sono le idee che 
          contano; a volte il lapis (alchemico?) o la biro (come la "tavoletta 
          cerata" storica) possono essere strumenti avveniristici!
L'arte elettronica la vedi come una smaterializzazione del corpo fisico 
          delle arti così come le conoscevamo? Oppure una mutazione genetica?Negli anni '60 parlavo di Media "Senza Peso"…senza 
          anche il peso moralistico!E c'è quel certo Luc-retius che parlava, tempo addietro, di esse 
          vias in mente patentis, qua possint rerum simulacra venire: ci sono 
          vie aperte nella mente, attraverso i cui simulacri delle cose possono 
          giungere a noi. La nostra percezione avviene appunto per via mentale; 
          i "simulacri" - consoni alla mente - non vanno quindi condannati, 
          né esaltati, ma usati e…superati. Tutto ciò nell'ottica 
          del "vero": esistenziale e mentale.
In quale delle aree espressive…arti visive, teatro, musica…vedi 
          oggi i lavori più interessanti nella sperimentazione di nuovi 
          linguaggi?La parola, la lingua è "cosa" alta, ed ha raggiunto 
          storicamente, prima di altri media, uno stadio "adulto". I 
          poeti Latini non hanno niente da invidiarci! Credo anche negli "stati" 
          molteplici e intermediari: così che le "Arti figurative 
          allargate" si prestano a forti sperimentazioni e innovazioni. Sempre 
          però con una base creativa e culturale non troppo settoriale, 
          né "specifica-pacifica"!E' bene poi che sia sempre implicato…l' "individuo".
Accanto a quella artistica, hai una formazione scientifica che va 
          dalla chimica strutturale alla psicologia analitica. Molte delle tue 
          opere risentono positivamente di quei lontani studi, arricchiti inoltre 
          da una forte carica di elementi ludici. Insomma, a te che hai pratica 
          espressiva del rapporto Arte-Scienza, chiedo un vaticinio: quale sarà 
          il futuro di quel rapporto?Credo che una dimensione scientifica (antimeccanicistica) sia da accomunare 
          all'arte.L'artista non può permettersi "il lusso, la calma e la voluttà" 
          della pura forma, sensibilità e intuizione. Per essere veramente 
          pulsionale (non in senso d'altri tempi, scaduto) dovrà 
          essere cólto. Questo non desidero imporlo a nessuno: mi sembra 
          invece, abbastanza ovvio e appassionante…
Arte e Mercato…sono termini inconciliabili?Non li direi moralisticamente inconciliabili. Anche se, a me, "interessa" 
          poco…vuoi vedere che forse sono scemo? Certo, la sostanza non 
          può essere mercantile, ma: intelligente. E quest'ultima salva tutto
Le Arti Visive, specie oggi con la Rete, subiscono saccheggi ed espropriazioni 
          da parte di molti che nemmeno citano il nome degli autori predati. Lo 
          giudichi un bene, come i blissettiani? Oppure no?La citazione è uno dei pani quotidiani (insieme magari alla 
          medialità e al readymadismo).Ma altra cosa sono magari certi "occhiolini" snob o scemi, 
          o certe confuse…a proposito, "con" può essere 
          letto in francese; "fuse" son più da imparentare a 
          fusioni di motori immobili, che a fusa di gatti…certe confuse 
          ruberie o ri-petizioni, provenienti da mancanza di idee.
 Un cervello…c'è er vello!…quando c'è: non 
          fa male. E si può permettere tante cose…
A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, 
          chiedo una riflessione su Star Trek… che cosa rappresenta secondo 
          te quel videomito…Star Trek m'interessa con le sue avventure nelle quali i personaggi 
          devono sempre apprendere nuovi aspetti della Conoscenza entrando in 
          contatto con tante razze ignote, ancora ignote appena nell'episodio 
          precedente…mi fa ricordare un mio personaggio: "Marz"…si 
          veda, ad esempio il Libro "Io son qui / Avventure & 
          cultura", o il film del '74, ancora inedito, con Carlo Cecchi in 
          veste di "Marz"…doveva imparare tutto da capo, e senza 
          capi (ma con code). Era aiutato da "Tig", nel film l'attore 
          godardiano Marino Masè. Imparare se il caffè…co' 
          a fé…si "inzucchera" o si "inzacchera"; 
          se si rimugina (cioè ripensa?) verso destra o verso sinistra…eccetera. 
          Indagare e costruire…non ostruire…il mondo nei suoi codes, 
          cioè codici, ma senza il peso rassicurante dei luoghi comuni: 
          è il mio piacere, battaglia, divertimento, sforzo…anche 
          - a volte - senza sforzi: sputo per tera, perché ce naschi un 
          fiore!…Ohibò!…embè?Siamo quasi arrivati a Patellya, pianeta che rassomiglia a Montefolle, 
          abitato da alieni divisi nel tifo fra Diderot e Duchamp…se devi 
          scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, 
          anche perché è finita la bottiglia di Corole di Paolo 
          Scavino…. Però torna a trovarmi, io qua sto…intesi eh?
Abbiamo armato un po' di casino, Armando?…ma vivendo e armando, 
          che male ti fo? Armando tifò per me, ed io per lui. L'oracolo 
          della bottiglia diceva Fay ce que vouldras… E Diderot aggiunse Je n'appartiens à personne, et j'appartiens 
          à tout le monde…
E Duchamp dirà: "Da quando i generali non muoiono 
          più a cavallo, non vedo perché i pittori devono morire 
          davanti al cavalletto"Vagli a dare torto!…Grazie ancora per l'invito a salire quassù!Ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga 
          vita e prosperità!   
                    
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