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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Sandra Petrignani. Scrittrice. Nata a Piacenza, vive a Roma.

Il suo primo romanzo, Navigazioni di Circe - con cui si è aggiudicata il premio Elsa Morante Opera prima - è una moderna riscrittura della storia d'amore tra Ulisse e la maga.

Successivamente pubblica Il catalogo dei giocattoli , Theoria 1988 - uno sguardo sull'infanzia negli anni Cinquanta attraverso i giocattoli dell'epoca - , e la raccolta di racconti Poche storie , finalista al Premio Viareggio 1993. Altri titoli: Vecchi , Ultima India , Come fratello e sorella , con Baldini & Castoldi; il radiodramma Dopo cena , con RAI-ERI, 1999.

I suoi romanzi sono stati tradotti in Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone.

All'attività di scrittrice affianca quella di giornalista culturale, prima al Messaggero e poi a Panorama; si sa, nessuno è perfetto. Ma dobbiamo essere grati a quel suo impegno perché da quell'esperienza è nata la raccolta di interviste Le signore della scrittura (La Tartaruga, 1996), dieci dialoghi con scrittrici italiane; interviste, sì certo, la tecnica è quella, ma sono anche qualcosa di più: perché attraverso domande vivaci, spiazzanti, mai ovvie, costruisce tanti microsaggi sul personaggio avvicinato e sui modi di fare letteratura.

Non mi sorprende tanta abilità, conobbi Sandra alla Rai molti fa quando io lavoravo lì (si sa, nessuno è perfetto), conduceva una rubrica d'informazione letteraria riuscendo in poche battute sul libro, o conversando con l'autore, a tirare fuori con chiarezza da quelle pagine pure quello che non c'era o, talvolta, purtroppo, c'era.

Il suo più recente successo è La scrittrice abita qui , Neri Pozza 2002, www.neripozza.it Testimonianze sulla vita e, soprattutto, sulle dimore di sei grandi scrittrici: Grazia Deledda, Karen Blixen, Marguerite Yourcenar, Virginia Woolf, Colette, Alexandra David-Néel.

Con quel titolo, è stata finalista ai premi Bancarella e Strega, ha vinto il Premio Argentario Narrativa Donna 2003, il premio Rapallo alla carriera, e il Premio Basilicata per la narrativa sempre nell'appena trascorso anno terrestre 2003. Ma aldilà di questo medagliere che, pur notevole, non mi commuove (i pochi amici che mi leggono sanno che non amo i premi letterari per molti motivi e, primo fra tutti, perché non ne ho mai vinto uno), ritengo siano pagine di valore che, passato il clamore di cronaca, sono certo non conosceranno l'oblio nel quale cadranno altre che ne sono state concorrenti.

Ha scritto Antonio Debenedetti: "La leggerezza dell'approccio, che fa leva solo sulla forza dell'immaginazione narrativa, coincide con una grande precisione documentaria: un libro dove la vita tiene davvero lo specchio della letteratura"

"La scrittrice abita qui": se non l'avete ancora fatto, compratelo, è una lettura di qualità.

Altre notizie su questo titolo, cliccando su http://www.pol-it.org/ital/latodebole17.htm e su http://www.nital.it/sguardi/8/news_libri.php

 

Benvenuta a bordo, Sandra...
Grazie
Voglio farti assaggiare un vino delle tue parti, un bianco Sauvignon Doc Colli Piacentini di Torre Fornello. qua il bicchiere. ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto. interiore.insomma, chi è Sandra secondo Sandra.
Una navigatrice solitaria. Circe (la mia Circe intendo) è un autoritratto abbastanza fedele. Ritratto della scrittrice da giovane, ma resistente nel tempo.
Proprio in “Navigazioni di Circe” scrivevi: Bisogna che ogni vita scorra indipendente, possiamo solo favorire gli incroci . Da “La scrittrice abita qui”, con le ragioni dettate dalla ricerca e le emozioni suscitate in te dalle scoperte, quel pensiero esce confermato oppure no?
Direi di sì. E' una fantasia vagamente monastica. Sono una cultrice di introspezioni, meditazioni, evoluzioni interiori. E tutto questo è favorito dalla solitudine e dall'indipendenza. Ho sempre avuto relazioni difficili col prossimo. Per questo amo tanto i libri: permettono un rapporto di intimità con un'altra persona (l'autore) senza l'ingombro della fisicità. Ciò non toglie che mi capiti spesso di incagliarmi in altri destini e corporeità. E non mi dispiace per niente…
M'interessa molto “Il catalogo dei giocattoli” (per un profilo e qualche assaggio di quel testo: www.cafeletterario.it/185/8880898833.htm). Nel libro è svolta una ricognizione sul mondo dell'infanzia degli anni Cinquanta attraverso i giocattoli. Da allora ad oggi, qual è il principale cambiamento avvenuto nell'immaginario infantile?... Adesso che si confronta col vivere dei nostri giorni, con i nuovi linguaggi ludici dell'elettronica?
Ho scritto quel libro, quando – avendo avuto un bambino – mi resi conto che la sua infanzia, i suoi giocattoli, il suo modo di giocare, erano molto diversi dai miei. La mia infanzia (anni '50) era molto più vicina all'Ottocento di quanto fosse simile a quella della sua generazione. Credo che l'evoluzione tecnologica abbia scavato una voragine fra il modo di essere piccoli di “prima” e quello di oggi. Si è perso molto e guadagnato forse anche di più. Ma qualcosa da rimpiangere seriamente c'è: la libertà. Essere bambini “ai miei tempi” voleva dire appartenere a un mondo altro e un po' sovversivo, una specie di società segreta rispetto agli adulti, immaginativa e ribelle. Era come essere degli elfi. Oggi i pericoli si sono moltiplicati, la vita è affollata e difficile, innumerevoli impegni dominano il tempo dei grandi come quello dei piccoli. La televisione è il grande Maestro, che una volta era incarnato nella Natura o semplicemente dagli altri bambini.
Che cos'è secondo te che distingue – o dovrebbe distinguere – la letteratura dalle altre forme di comunicazione artistica, oggi?
La scrittura. La cura della parola. La ricchezza linguistica, la finezza di un accostamento (fra sostantivo e aggettivo, per esempio). I tempi verbali come impalcatura di una costruzione narrativa…
Nuove tecnologie, letteratura…quale differenza espressiva vedi tra testo scritto e ipertesto?
Per godere di qualcosa sono necessari limiti ferrei. Il limite del corpo umano è una ricchezza per il godimento: se gli dai possibilità infinite diventi frigido.
Il web trasformerà o ha già trasformato la lingua? In quale direzione?
Una direzione impoverita. Ma è naturale. Comunicare in rete è una cosa, fare letteratura è un'altra cosa. Scrivere una mail non è lo stesso gesto che scrivere una lettera. Personalmente amo scrivere mail e detesto scrivere lettere. Ogni strumento ti obbliga a riti e strutture differenti. Scrivo al computer perché è più comodo e permette maggior precisione e cura del testo. Ma penso sempre all'oggetto libro. Dovessi comunicare in rete (cosa che non faccio: chat e simili) userei una forma semplificata del linguaggio.
Il rimprovero - se ne hai uno - che rivolgi all'editoria italiana?
Non un rimprovero, ma una constatazione, che vale per l'editoria italiana come per quella mondiale: il trattare i libri come merce, la concentrazione sul numero delle vendite come valore primario. La mancanza di attenzione per l'oggetto artistico, per la sua gratuità.
La proprietà intellettuale al tempo di Internet ha posto nuovi problemi. E' chiaro che non mi riferisco a plagi o cose simili, ma a fenomeni che teorizzano il sabotaggio del diritto d'autore con ragionati argomenti che si riferiscono alle nuove realtà espressive contemporanee… si pensi, ad esempio, a quanto accade nella bootleg culture.
Tu che ne pensi dei vari Luther Blisset, Linux, Wu-Ming, eccetera? Anche “Le Monde” ha scritto di superamento del diritto d'autore. Io campo pure di SIAE e tremo.
Sandra: ti prego…la verità! Sono preparato a tutto… dimmi!
Non ne so niente. Non m'interessa. So vagamente di Luther Blisset, ma mi annoia solo nominarli. Tentato di leggerli: nessuna emozione. E' un gioco, capisco che possa divertire qualcuno, anche molti. Non me. Ma dell'identità non m'importa, non ci credo. E' fittizia, caduca. Che scompaia pure, come i dinosauri. Mi fa piacere ricevere i diritti d'autore: li difenderò fino alla morte solo per una ragione di sopravvivenza.
Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s'intende…
No, non rappresenta proprio niente. Mi dispiace. I nostri amori e orientamenti letterari dipendono dall'immaginario coltivato nell'infanzia, dalle esperienze e influenze avute, dagli incontri. Non ho fantasie spaziali e il cielo mi piace meno della terra e dell'acqua. Sono del Cancro, ascendente Capricorno. Luna in Acquario, ma evidentemente non basta…
Siamo quasi arrivati a Petrignànya, pianeta di cellulosa popolato di alieni che felicemente abitano ancora lì… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di bianco Sauvignon Doc Colli Piacentini di Torre Fornello… Però torna a trovarmi, io qua sto…intesi eh?
Io torno sempre, non preoccuparti.
Detto così può sembrare una minaccia, invece, so che è una promessa. E, per me, delle migliori.
Ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

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commenti presenti

Mi paice il modo piano e diretto di Sandra di interrompere anche navigazioni impegnative come questa, confinando lo spazio a sogno e la terra a vita, narrando di se stessa bambina, adolescente, giovane donna, madre e scrittrice nello spazio di domande che scavalca con leggerezza di amazzone per condurre al suo porto la sua nave. Strepitosa Circe! Laura

inviato da Maria Laura Platania
 

Mi è piaciuta questa conversazione con la Petrignani. E' una che non se la tira, a differenza di tante scrittrici. Sintiticità, chiarezza. Saluti a tutti voi. edy martini

inviato da edy martini
 

 

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