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Un bar notturno dove gli avventori si conoscono tutti fra loro. Più per nome che per cognome.
Da un vecchissimo juke-box in fondo alla sala,
provengono le note della canzone che vi aggrada.
In Primo Piano, Adolgiso parla con i suoi amici di sempre, sfaccendati o peggio.

 

Un uomo chiamato Gregorio

 

Scommettiamo un Campari che ho scoperto un altro aspetto della Metamorfosi di Kafka?...
fu quando scrissi e diressi per la radio una serie d’indagini letterarie affidate al famoso Sherlock Holmes… non ci credete? Vuole il caso che abbia qui un Cd con il riversamento di quel nastro degli anni ’80… o fine ’70, non ricordo bene… sì, allora si registrava su nastro… proprio Sherlock Holmes con al fianco l’immancabile Watson a indagare, a scoprire i segreti nascosti di… di Cenerentola, Frankenstein, Lady Roxana, Ingravallo, e così via… ascoltare adesso quella registrazione?... non se ne parla, visto che ora è?... m’offrite una birra alta?... beh, allora non posso rifiutare, mettete il Cd nel riproduttore…

 

MUSICA SIGLA

 

Voce femminile — Onde gialle: racconti dall'etere d'indagini letterarie

 

 

(MUSICA RISALE E SFUMA)

 

 

Voce maschile - (alonata, senza sottofondo di musica o rumori)

Qual è il mistero che si nasconde nella famiglia Samsa?
Fin dove può portare l’esperienza d'una degradante esistenza?       
Una mela può uccidere?
Queste e tante altre domande s'accavallano in quella bruciante macchina d'idee e deduzioni che è la mente di Sherlock Holmes impegnata, nel racconto che segue, a risolvere un nuovo enigma che mai, ln verità, la sua vita letteraria gli propose…

 

Voce Femminile – (sùbito a seguire come a completare la frase precedente)
Il mistero di un uomo chiamato Gregorio

 

 

MUSICA IN PP CHE POI VA IN SF E VI RESTA

 

 

Watson   -   Signore e Signori sono John Watson... il dottor Watson. Come sapete abito da tempo con il mio amico Sherlock Holmes detective dilettante e… suonatore di violino. (sottovoce, aria complice) Io, a dir la verità, lo preferisco detective; come musicista è un vero strazio! Non poche delle mie ore, infatti, sono turbate dai suoni nocivi di quello strumento suonato tormentosamente da Holmes! (tornando in voce normale) Ma è ora d'annunciare questa serie di avventure di Holmes assai particolari: sono racconti d’imprese investigative eccezionali, finora ignote a tutti perché lo stesso Holmes me ne proibì la diffusione. Ma io ho ritenuto di trasgredire questa consegna perché le ritengo più affascinanti delle tante avventure che forse già conoscete.
Questa di oggi cominciò quando un uomo recò una lettera dell’investigatore Gregson… sì proprio lo stesso Gregson che insieme con Lestrade già conoscete come ammiratore e rivale di Holmes in tanti racconti di Conan Doyle. Holmes lesse ad alta voce.

 

 

(STOP MUSICA IN SF)

 

 

HOLMES – (leggendo lentamente) "Caro signor Sherlock Holmes, è successo un gran brutto affare in una casa alla periferia di questa città. Un giovane, certo Gregorio Sansa, una volta commesso viaggiatore, è stato trovato morto. II fatto strano è che a quanto affermano parenti e conoscenti, si era trasformato, da qualche tempoin un grosso scarafaggio. Ho provato a diradare il mistero, ma finora non ci sono ancora riuscito. Mi farebbe piacere se volesse dare gentilmente il suo parere su questo caso.
Suo Tobias Gregson”
 
WATSON -    Sherlock Holmes non se .Ia prese troppo calda, ben sapeva che se fosse riuscito a sbrogliare la faccenda, il merito - come al solito - sarebbe andato a Gregson, Lestrade e soci, i quali sapevano di essergli inferiori, ma si sarebbero fatti tagliare la lingua piuttosto d'ammetterlo di. fronte ad altri.
II mio amico, geniale detective dilettante, non resistette però più di tanto alla tentazione di risolvere la cosa per conto suo, se non altro, come affermò, per farsi due risate su quei due poliziotti professionisti che proprio non ne ingarravano una che è una!

 

 

(EFFETTO CARROZZA, ZOCCOLI DI CAVALLO SUL SELCIATO)

 

 

Partimmo in carrozza alla volta di casa dei Sansa e durante il tragitto Holmes mi disse…

HOLMES –  ...deve essersi destato un mattino da sogni ben inquieti questo Gregorio Sansa per trovarsi trasformato nel suo letto in un enorme insetto!

 

WATSON - Questa affermazione mi sorprese. Chiesi a Holmes come faceva a dedurre con tanta sicurezza che lo straordinario, e sciagurato, avvenimento era accaduto proprio di mattino e che il povero giovane se ne fosse accorto svegliandosi?
E il mio amico, senza battere ciglio, rispose…

 

HOLMES – … gli incubi, Watson, non provengono dai sogni ma dalla realtà ed è questa che invade  i sogni. Destandoci non facciamo che entrare nel vero mondo delle ombre che è il nostro universo quotidiano. Il giorno è solo il prolungamento delle nostre tenebre e l’ora del risveglio segna il destino di quel mattino come si è riflesso ore prima nel sonno. La vita  fonda gli incubi e i sogni ce li annunciano. Sono postini dell’angoscia.

 

 

(BREVE STACCO A CONCLUDERE)

 

 

WATSON – Quando giungemmo in casa Samsa, dove s'affittava anche a pensionanti, trovammo Gregson sulla soglia che ci accolse con ipocrita affettuosità e, subito dopo, incontrammo Lestrade che ci riservò la stessa accoglienza di Gregson. I due, uniti in quel le indagini (e nell' imperizia di svolgerle, aggiungo io), erano, però, divisi nella vita: si odiavano, l’uno geloso dell'altro e l’altro dell'uno.  Ma andiamo avanti nel nostro racconto.
La camera di Gregorio Samsa era piccola, sopra un tavolo un campionario di tessuti, un muro presentava vasti riquadri chiari sulle carte delle pareti, forse un tempo ci stavano lì dei quadri… su quel muro era appesa una fotografia di Gregorio durante il servizio militare: uniforme di tenente, mano sulla sciabola, sguardo che  incuteva rispetto.

 

HOLMES – (ragionando fra sé e sé a voce alta)Questa camera è in condizioni igieniche non proprio encomiabili… tracce di cibo sul pavimento… due piccole mele rosse per terra sotto quel divano… scie scure. sul soffitto e sulle pareti… uhm… il resto della casa, però, è tenuto in buon ordine e pulizia

 

WATSON – In verità, questi particolari li osservai solo tempo dopo perché entrando la mia attenzione fu rivolta verso la figura immobile e sinistra che giaceva sulle assi.
Un grosso scarafaggio, ormai morto, con la pancia all'aria e le zampine inerti sul ventre.
Holmes s’inginocchiò accanto al corpo, lo esaminò  attentamente in modo meticoloso.
Rivoltò anche il cadavere e, confitta nel dorso si vide allora una piccola superfice rossa come la buccia di una mela.

 

 

(BREVE STACCO A CONCLUDERE)

 

 

Holmes era assorto nei suoi pensieri mentre i genitori di Gregorio e sua sorella Grete Io fissavano non senza qualche comprensibile ansietà. Gregson e Lestrade non sapevano che fare e se ne stavano là come due salami a guardare la scena.
Dopo un lungo, imbarazzante, silenzio il mio amico si rivolse alla madre di Samsa

 

HOLMES – Signora, mi parli di suo figlio…
 
MADRE – (animosamente) Quel ragazzo pensava solo alla ditta. Se ne stava sempre in casa nelle ore libere sedendo con noi a leggere il giornale oppure a studiare l’orario ferroviario per i suoi viaggi di commesso. A volte, poi, se ne stava assorto alla finestra senza guardare alla strada, ma fissando un punto dell'orizzonte. Per distrarsi gli bastava il traforo. Prima della sua… come dire… metamorfosi… aveva intagliato una cornice... è ancora di là. e dentro vi aveva posto l’immagine ritagliata da una rivista illustrata di una bella signora, fiera, con al collo una sciarpa i boa e sulla testa un berretto di pelle nera.

 

WATSON — La sorella di Gregorio, Grete, familiarizzò subito con Holmes, con gran dispetto di Gregson e Lestrade, perché scopri di avere con il mio amico una passione comune: il violino. (sconsolato) Entrambi erano sciaguratamente violinisti! Rabbrividii all' idea che potessero li per lì improvvisare un concerto, ma la situazione in cui ci trovavamo in quella casa lo impedì rivelandosi provvidenziale per la mia salute. acustica.

 

GRETE – Signor Holmes, lo abbiamo assistito come meglio non si potesse fare… e poi, m’imbarazza dirlo… Gregorio talvolta è apparso con quel suo nuovo, terribile, aspetto spaventando i pensionanti che dimorano qui da noi… abbiamo fatto, mi creda signor Holmes, tutto quanto era umanamente possibile per curarlo e sopportarlo; nessuno potrà farci al riguardo il pur minimo rimprovero...

 

WATSON – II padre, infagottato in una uniforme blu dai bottoni dorati, si muoveva nervosamente manifestando un certo disagio. Talvolta si grattava il capo e poi scuoteva la testa come a sottolineare il fatto che non riusciva a rendersi conto di quanto accaduto.

Holmes si concesse una lunga pausa fumando pensosamente poi chiese al padre di Gregorio

HOLMES – E lei si è fatto un’opinione di quanto è successo in questa casa?

 

PADRE –  Non mi capacito! Non mi capacito proprio!... Prima . insomma, prima di…  trasformarsi, Gregorio con i soldi che guadagnava provvedeva a tutti noi…  ora, invece, sono stato costretto a trovarmi un lavoro nonostante la mia età! Io ho cercato di aiutarlo durante la sua triste malattia... Io guidavo con il bastone lungo il corridoio, lui ubbidiente come un tempo, ma assai più maldestro... una volta che lo guidavo con colpetti di canna, si precipitò (ridacchia ricordando) …buffamente… pensi che urtò con violenza contro quello stipite (qui non più trattenendosi dal ridere) ferendosi addirittura!

 

(LO SPEGNERSI DELLA RISATA MIXA CON EFFETTO CARROZZA E ZOCCOLI)

 

 

WATSON – In carrozza, durante il viaggio di ritorno non ci fu verso di cavare da Holmes qualche parola su quanto avevamo visto e sentito. Accadde di peggio! Prese a parlare di violini soffermandosi sulla differenza fra uno Stradivari e un Amati, finché lo interruppi e gli dissi: “Basta Holmes! Non mi tenga sulle spine, dica qualcosa su quanto pensa sia accaduto n quella casa!”.

 

HOLMES – Mio caro Watson, in tutti noi c’è un pensiero nero e lucido come uno scarafaggio

 

 

(IRROMPE STACCO IN PPP A CONCLUDERE)

 

 

WATSON – (nella battuta che segue già dopo le prime parole di Watson vanno in SF rumori ambiente cena: bicchieri, posate, liquido versato, etc.) .
Quella sera stessa del nostro incontro con i Samsa, ero più contrariato del solito perché Holmes, ostinatamente, aveva eluso il mio desiderio di sapere che cosa pensasse sulla misteriosa faccenda. Quando a un tratto si rivolse a me con voce ferma

 

HOLMES – È assolutamente necessario parlare con la governante

 

WATSON – Quale governante? Non abbiamo incontrato nessuna governante…

 

HOLMES – Quella probabilmente è la persona che ha scoperto il cadavere.
Avrà notato, Watson, nessuno dei tre che abbiamo sentito – la madre, la sorella Grete e il padre di – ha parlato di come, e quando, è stato scoperto il corpo senza vita di Gregorio.
E questo perché nessuno di loro tre ha fatto quella scoperta. Strano. Strano che nessuno abbia fatto riferimento a un momento importante di quella storia. È stato qualcun altro a scoprire quel cadavere… e penso che in una casa dove si fa pensione, come in quella dei Samsa,  sia ben necessaria una donna che si occupi delle pulizie e di altre faccende domestiche… sono sicuro che è stata lei a scoprire il corpo del grande scarafaggio.
Altra cosa strana… i saluti. Quelli tanto allegri che ci hanno fatto mentre noi due andavamo via. Gente che ha un figlio e un fratello cadavere in casa e si mostra tanto allegra… la madre accennava a un passo di danza, il padre palleggiava una mela, Grete ad accarezzare sorridendo il suo violino.

 

 

(IRROMPE STACCO IN PPP A CONCLUDERE)

 

 

WATSON – Holmes, come al solito, aveva ragione!
II giorno dopo incontrammo la governante che prestava lavoro, a mezzo servizio; in quella triste pensione. Come aveva previsto Holmes, confermò che era stata proprio lei a trovare Gregorio morto.
E a una successiva domanda del mio amico, rispose...

 

 

(in SF rumori di una pendola)

 

 

GOVERNANTE - …no, no no! Si può dire, per quanto sembri strano, che non ci fosse una gran differenza di comportamento negli ultimi tempi rispetto al modo in cui Gregorio stava, per così dire, bene. Era cambiato solo l’aspetto. E forse...(soffocando una risata) neanche quello a ben pensarci! Timido prima e pauroso poi. o, forse, il contrario. Chissà! La cosa che mi faceva impressione in lui era quella ferita rossa sulla schiena… (con ribrezzo) una cosa schifosa... schifosa proprio! Per il resto nella pensione quasi tutto come era prima della trasformazione di quello là: la madre a spiare i pensionanti, la sorella al violino e quel padre fannullone buono solo a giocare a bocce... pare fosse un campione di mira al gioco delle bocce.

 

 

(IRROMPE STACCO IN PPP A CONCLUDERE)

 

 

WATSON – Tornammo a casa. Lo facemmo compiendo un complicato giro per evitare Gregson e Lestrade che si erano fitti in capo di rintracciarci per sapere se ci fossero novità nelle indagini per rubacchiare, da scommetterci, qualche notizia a loro utile.
Anch'io, in verità, bruciavo dal desiderio di conoscere i pensieri di Holmes, ma non lo davo a vedere. Una volta a casa, Holmes, se ne andò nel suo laboratorio muovendo in elastici passi le sue magre e lunghe gambe.
Ore più tardi, mentre ero immerso nella lettura di un giornale, lo vidi riaffacciarsi e notai che era di vivacissimo umore. Capii che era pervenuto a qualche conclusione, ma mi astenni. dal chiedergli quali, sperando che fosse lui a parlarmene. Ci mettemmo a tavola per il pranzo che fu consumato in larga parte in silenzio rotto solo da qualche banalità buttata lì dai mio amico quasi a rafforzare il silenzio. In me cresceva il malumore per l’atteggiamento riservato di quel malnato Holmes ma, per. orgoglio non gli rivolsi le domande che pure sentivo salirmi alle labbra.
Alla fine del pranzo, come usava sempre fare in quel momento, accese 1a sua pipa e aspirò alcune boccate guardando il fumo salire verso il soffitto. Poi, a un tratto, mi fissò e lo sentii dire...

 

HOLMES – Non me ne voglia Watson!
Non le ho parlato delle mie conclusioni perché  ho voluto pensarci su bene, ma ora credo proprio di avere le risposte giuste...
                      
WATSON – "Quali, per amor di Dio?!” Esclamai non frenando la curiosità che ormai mi travolgeva. "Mi dica! Non mi tenga sulle spine!”...
E qui Holmes con grande tranquillità pronunciò una frase da far dubitare del suo senno

 

HOLMES -  Gregorio Sansa è stato ucciso e si è ucciso.

 

WATSON — Istintivamente il mio sguardo andò alla bottiglia di brandy per vedere quanto di quel divino alcol li contenuto si trovasse a girare nel cervello di Holmes, ma dovetti ammettere che il mio amico non ne aveva bevuto un solo goccio, quindi, la sua frase non era prodotta da nessuna alterazione alcolica… (ripete lentamente a se stesso quasi a sincerarsi di avere ben udito) E' stato ucciso e si è ucciso?...Che cosa voleva mai dire quel geniale detective?

 

HOLMES – Fin dove può portare l’esperienza di una degradante esistenza…
Gregorio Samsa fu insetto prima di svegliarsi scarafaggio. Ricorda Watson quanto affermò la governante?

 

GOVERNANTE – (voce alonata, in campo lungo)
- …no, no no! Si può dire, per quanto sembri strano, che non ci fosse una gran differenza di comportamento negli ultimi tempi rispetto al modo in cui Gregorio stava, per così dire, bene. Era cambiato solo l’aspetto. E forse...(soffocando una risata) neanche quello a ben pensarci!

 

HOLMES – … lo scarafaggio viene da lontano, da molto cammina sulle sue trèmule ed angosciate zampine e cosi Gregorio ha lasciato scie di stupore trascorrendo tutta una vita assediata dalla pena di viverla, umiliata dalla solitudine, sferzata da umiliazioni ignorati da una sorella vanesia e da una madre ottusa e fatale...

 

MADRE — (voce alonata, in campo lungo) … se ne stava sempre in casa nelle ore libere sedendo con noi a leggere il giornale oppure a studiare l’orario ferroviario per i suoi viaggi di commesso. A volte, poi, se ne stava assorto alla finestra senza guardare alla strada, ma fissando un punto dell'orizzonte. Per distrarsi gli bastava il traforo. Prima della sua… come dire… metamorfosi… aveva intagliato una cornice... è ancora di là. e dentro vi aveva posto l’immagine ritagliata da una rivista illustrata di una bella signora, fiera, con al collo una sciarpa i boa e sulla testa un berretto di pelle nera

 

HOLMES – No, nulla in lui fa pensare ad una vera metamorfosi: è più facile negarla che ammetterla, nonostante le evidenze. Quella trasformazione avvenne solo per rendere tangibile agli   occhi degli altri uno stato di tenera interiorità che viaggiava da tempo su zampine inquiete. Gregorio Samsa, della sua metamorfosi non se ne stupisce, la soffre soltanto. Dapprima forse sperò che dal suo stato gli derivasse qualche compassione dagli altri, qualche moto di pietà, ma presto dovette accorgersi che anche questa era un'illusione. La sua stanza venne vuotata, ricorderà quei riquadri più chiari alle pareti, segno di quadri da poco portati via. Solo la foto da militare gli fu lasciata, quasi a testimoniare ai parenti che un giorno lontano anche lui era stato un uomo! La sorella Grete sentiva la coscienza a posto solo per averlo occasionalmente assistito, preoccupata solo di perdere i pensionanti spaventati dalle apparizioni di Gregorio

 

GRETE – (voce alonata, in campo lungo) Signor Holmes, lo abbiamo assistito come meglio non si potesse fare… e poi, m’imbarazza dirlo… Gregorio talvolta è apparso con quel suo nuovo, terribile, aspetto spaventando i pensionanti che dimorano qui da noi… abbiamo fatto, mi creda signor Holmes, tutto quanto era umanamente possibile per curarlo e sopportarlo; nessuno potrà farci al riguardo il pur minimo rimprovero...

 

HOLMES –  … pure in quello stato in cui si trovava era lui che provvedeva a tutta la famiglia fino a quando non riuscì neppure a uscire dalla sua stanza… e il padre poi!... un padre tiranno e malvagio.

 

PADRE – (voce alonata, in campo lungo) Gregorio provvedeva, ad esempio, a tutti noi…  ora, invece, sono stato costretto a trovarmi un lavoro nonostante la mia età! Io ho cercato di aiutarlo durante la sua triste malattia... Io guidavo con il bastone lungo il corridoio, lui ubbidiente come un tempo, ma assai più maldestro... una volta che lo guidavo con colpetti di canna, si precipitò (ridacchia ricordando) buffamente… pensi che urtò con violenza contro quello stipite (qui non più trattenendosi dal ridere) ferendosi addirittura!

 

HOLMES – Finché un giorno lo scarafaggio divenuto non più utile alla famiglia da lui sostenuta finanziariamente non verrà bombardato da quel padre bocciofilo dall’ottima mira…

 

GOVERNANTE – (voce alonata, in campo lungo) …e quel padre fannullone buono solo a giocare a bocce... pare fosse un campione di mira al gioco delle bocce.

 

HOLMES – … di Gregorio Samsa ci si vergogna. Quando diventa neppure più utile lo si uccide. Ma Gregorio Samsa si era già ucciso. La mela che il padre gli lanciò ferendolo a morte fu solo l’ultimo colpo a uno scarafaggio già morto. Morto come tutte le creature che fissano l’orrore d’esistere in fondo a un pozzo.

 

WATSON – Ci fu un lungo silenzio. Holmes fumava e guardava Ie volute di fumo salire al soffitto. Io non riuscivo a pronunciare alcuna parola e mi accorsi di avere le sopracciglia inarcate e la bocca semiaperta. Pensai -che non era molto dignitoso manifestare in tale maniera la mia ammirazione ed il mio stupore per tanta ferrea logica deduttiva e mi ricomposi… confesso, però, che mi vergognai al pensiero di rivolgere più attenzione alle superbe capacità di Holmes che non ai dolori del giovane Gregorio.

 

 

(ENTRA STACCO MUSICA BREVE CHE MIXA CON AMBIENTE PARCO: CANTO UCCELLI; VOCI DI BAMBINI CHE GIOCANO IN LONTANANZA )

 

 

II giorno dopo, di buon mattino, vincendo la mia abitudine di poltrire nel letto fino a tardi, accompagnai Holmes nella sua solita passeggiata al parco. Voleva essere quel mio non piccoIo sacrificio una testimonianza d'affetto e ammirazione per la sua opera di detective dl cui, ancora una volta, avevo apprezzato Intelligenza e acume.
Svoltando una siepe, a un tratto, vedemmo non visti proprio padre madre e sorella di Gregorio che se ne andavano a passeggio nei prati. "Ma ora", chiesi indicandoli, "che cosa si propongono quei signori?“ Ed Holmes, tirata fuori dalla tasca del soprabito la sacca del tabacco, caricò la pipa e disse che soltanto un pensiero animava quella famiglia, ormai liberatasi della presenza di Gregorio divenuto inutile a causa del suo stato, liberatasi dalla della sua esistenza che rappresentava solo una segreta vergogna, avevano un solo pensiero: maritare la figlia Grete.
Vidi una conferma di quei freschi sogni e delle loro intenzioni quando Grete, al termine di una breve corsa, si fermò e, voluttuosamente, stirò il suo giovane corpo.
Come aveva fatto Holmes, ancora una volta a capire ?
Glielo domandai e lui si limitò a rispondere con due sole parole   

      

HOLMES  – Elementare Watson.

 

 

MUSICA SIGLA IN PP POI IN SF SU CUI PASSANO TITOLI DI CODA)

 

 

Grazie, grazie, troppo buoni. Basta applausi…. Ma che ora s’è fatta?... ‘azzo!… s’è fatto tardi… domattina ho una sveglia terribile, devo alzarmi per mezzogiorno… ‘Notte… buonanotte a tutti.

 


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Per riprodurli, due congiunte condizioni: citare l'autore e la sigla del sito.

 

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