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Questa sezione ospita soltanto notizie d'avvenimenti e produzioni che piacciono a me.
Troppo lunga, impegnativa, certamente lacunosa e discutibile sarebbe la dichiarazione dei principii che presiedono alle scelte redazionali, sono uno scansafatiche e vi rinuncio.
Di sicuro non troveranno posto qui i poeti lineari, i pittori figurativi, il teatro di parola. Preferisco, però, che siano le notizie e le riflessioni pubblicate a disegnare da sole il profilo di quanto si propone questo spazio. Che soprattutto tiene a dire: anche gli alieni prendono il taxi.

Olimpiche bugie


Con questa nota Cosmotaxi sospende le pubblicazioni fino a lunedì 1 settembre.

Secondo la Carta Olimpica, uno dei principi fondamentali dell'olimpismo è promuovere una società pacifica tesa alla salvaguardia della dignità umana .
La pena di morte viola il diritto alla vita così come la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti.
La Cina ospita le Olimpiadi trasgredendo tutto quanto sopra come ha dimostrato anche la recente repressione dei moti per la libertà in Tibet.
Timide le proteste, tanti i silenzi, recenti le benedizioni del Vaticano.
Gli interessi economici e politici frenano ogni più deciso intervento del mondo occidentale su quella macelleria che incrocia il peggio del capitalismo e del comunismo.
Un mondo che, appena ieri, in occasione di Tien An Men aveva simulato indignazione e lacrime.

Per saperne di più su quanto e come siano violati i diritti civili in Cina si legga il rapporto annuale del 2008 di Amnesty International.

Mi piace ricordare che in un’epoca in cui Godard e molti altri (per non dire degli imitatori nostrani, alcuni capi di allora oggi in Forza Italia) erano proni di fronte ai miti filocinesi di quegli anni, c’era già un grande che quei simboli li prendeva allegramente per il culo: QUI.

Arrivederci a settembre.


Mille anni a Pechino


Per coloro i quali da domani passeranno alquante ore davanti alla tv per assistere alle gare olimpiche (mi va di precisare che non sono fra quelli), ho un piccolo consiglio. Informarsi non solo su cazzotti e zompi, ma anche sulla storia della Cina, conoscerne il suo percorso, il pensiero del suo popolo attraverso i secoli. Questo aiuterà, ad esempio, a capire lo stile di certi rituali cui assisteranno, tante altre cose che scorreranno sullo schermo, e a non farsi sommergere dalla dolciastra retorica che fatalmente i media propineranno.
Per farlo, c’è un ottimo libro pubblicato di recente da Sperling & Kupfer, è intitolato Mille anni a Pechino e lo ha scritto una grandissima sinologa: Renata Pisu; ebbi il piacere d’ospitarla nella mia enoteca spaziale qualche tempo fa e tracciò un quadro, non privo anche di spunti divertenti, su filosofia, letteratura, teatro, arti visive, e anche gastronomia della Cina.
Il libro segue un altro importante testo “Cina: il drago rampante” del 2005 di cui ho riferito QUI.
L’autrice in Mille anni a Pechino non si limita a spiegare la simbologia dei luoghi più famosi di Pechino, dai giardini imperiali al Tempio del Cielo, dalle Tombe Ming alla Grande Muraglia, ma ha il merito – com’è nel suo stile da sempre – di far capire in modo semplice il complesso pensiero dei cinesi attraverso i secoli.
E’ un libro in cui scorrono le grandiosità di quel paese, ma anche gli orrori. Per citare un caso che riguarda un italiano, è citata l’esecuzione, nel 1951, dopo un sommario processo di Antonio Riva, colpevole secondo la polizia maoista d’avere progettato un attentato al Grande Timoniere.
Si tratta cioè di uno sguardo appassionato ma senza incanti su di una civiltà, un popolo, una cultura.

Ho raggiunto Renata Pisu al telefono e le ho chiesto: come vivono i cinesi un avvenimento di marca occidentale come le Olimpiadi?

L’avvenimento è senza dubbio, come tu dici, di marca occidentale. Senza risalire all’antica Grecia, basta ricordare i moderni Giochi Olimpici. Prima d’inserirsi in un contesto storico che rifletteva le atmosfere sociali e politiche dei paesi ospitanti, le Olimpiadi furono volute dal barone Pierre de Coubertin con un taglio occidentale modernista, progressista, e, nelle sue ispirazioni, anche con intenzioni pacifiste.
E questi Giochi sono visti dai cinesi in senso modernista, un modo per confermare di non essere più da tempo il grande malato dell’Asia. Del resto, Mao, in uno scritto pre-marxista intitolato “Uno studio sull’educazione fisica” (1919) propugnava un’idea del corpo forte e selvaggio contro gli esponenti della cultura mandarinale e i loro atteggiamenti da lui giudicate mollezze. Una volta al potere, però mise al bando molte discipline tradizionali, si pensi ad esempio al Kung-Fu.
L’occasione delle Olimpiadi a Pechino è un modo per dire ‘ce l’abbiamo fatta, siamo i più moderni di tutti’ e per manifestarlo in modo concreto la città è stata trasformata in modo radicale: architettura, servizi, traffico su strade a sei corsìe.
Così accade che in molti, specie i vecchi, si trovino a disagio con i vecchi quartieri distrutti e con posti un tempo di socializzazione non più esistenti. Si dirà che anche da noi c’è stato lo stesso fenomeno, ma lì è diverso perché non è stato lento come in Occidente (abbiamo, infatti, ancora luoghi simbolo di secoli fa, e strade strette di epoca lontana), a Pechino il ritmo del cambiamento è stato rapidissimo, stravolgente, e in molti vedono un tessuto urbano che dà sconforto
.

Per una scheda sul libro: CLIC!

Renata Pisu
“Mille anni a Pechino”
Pagine 280, Euro 17:00
Sperling & Kupfer


Odifreddi e Zop


Nel dicembre scorso dedicai una nota ad una webtv nata allora da pochi giorni: BooksWebTv.
LogoTorno a segnalarvela perché si sta affermando grazie ad una programmazione che, come il nome già annuncia, è dedicata al mondo dei libri. Questa specializzazione è condotta in modo veloce, spigliato, senza quella mestizia che, chissà perché, spesso accompagna i redattori delle rubriche tv sull’editoria.

Di recente sono apparsi sui monitor due vecchi amici di Cosmotaxi: Piergiorgio Odifreddi in gran forma luciferina e il diabolico Antonio Zoppetti (detto Zop) funambolo della scrittura come sanno i tanti che leggono il suo blog.
Il secondo ha intervistato il primo e da questo tandem infernale n’è venuto fuori un servizio coi fiocchi sui temi della laicità, ma anche sul rapporto Arte-Scienza, sul Web e – vera chicca – una, manco a dirlo, sulfurea recensione di Dante e della sua opera.
L’intervista è in tre parti: qui la prima, poi la seconda, infine la terza.

Ve la consiglio.


Dentro l'Ignoto


Diceva Oscar Wilde: “La natura imita l'arte molto di più di quanto l'arte non imiti la natura”.
Ecco un pensiero che ben s’attaglia ad una mostra di cui Cosmotaxi s’occupa oggi.
Si tratta di Dentro l’Ignoto che dopo essere stata alla Città della Scienza di Napoli, è ora in Sicilia, a Mazara del Vallo, presso l’Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del Cnr.
Questa seconda parte della mostra s’è aperta il 3 agosto per ricordare la scomparsa del ricercatore Petr Mikhejchik che morì al largo di Mazara, in seguito all’affondamento della nave Thetis, proprio il 3 agosto del 2007.
Forte è l’impatto visivo delle splendide immagini esposte: fondi oceanici in un corto circuito ignoto-noto-ignoto realizzato con la visualizzazione che offrono le nuove tecnologie Multibeam.
Autrice di quest’originale ricerca espressiva è un’artista visiva e visionaria, ricercatrice scientifica che investiga fondi della sensorialità e fondali marini, e (destino nel nome) si chiama Marina Iorio.
Agisce in Rete un suo sito web dove si può apprendere di più su di lei: foto, pubblicazioni, volumi; bussate e vi sarà aperto.

Copertina CatalogoLa mostra è corredata dal catalogo: Scienza come Arte l’estetizzazione della Tecnica nell’opera di Marina Iorio edito da Silvana Editoriale; in foto, la copertina.
“Se è vero come ha ricordato Derrick de Kerckove che l’arte è un fatto di sensorialità” – scrive Marcello Viva – “l’artista è l’antenna che capta le alterazioni che un nuovo medium provoca nell’uomo e permette di risensorializzare l’esperienza”

A Marina Iorio, ho chiesto: il tuo progetto artistico, quale circolarità propone fra Natura - Scienza - Tecnologia?

Silenzio è la natura che parla. Sono profondità abissali, invisibili echi di tessuto marino restituiti a noi tramite onde sonore (la tecnica), frutto di antichi processi di erosione, d’ improvvisi moti tettonici, di lenti scivolamenti del mare (scienza). La loro posizione in uno spazio geografico non è casuale ma obbedisce a leggi che la natura instancabilmente detta da milioni di anni. Questi echi sono molto più antichi dell’uomo, ci parlano dell’ ignoto, ma ci anticipano come flussi ancestrali di vita. Li accolgo nel mio spazio mentale come dono, con colori che obbediscono solo al moto immemorabile dell’inconscio. Ma il segno originale, che non è astrazione matematica (computer art) ma oggettività fisica, permane e attraverso la tecnica che l’ha decodificato, la natura che l’ha modellato, l’ inconscio divino che l’ha modificato, impone il suo impatto visivo come sintesi del visibile e dell’invisibile, della tecnica e della natura, del conscio e dell’ inconscio.

Il catalogo – a cura di Marcello Viva – con presentazioni di Luigi Amodio e Ennio Marsella, vede interventi dell’autrice e contributi, nell’ordine di pubblicazione, di Alessandra Orioli. Guglielmo Maglio. Salvatore Mazzola. Marco Barra. Gabriella di Martino. Sara Innanzi. Renato Tonielli.

“Scienza come Arte”
Catalogo a cura di Marcello Viva
Pagine 65, con foto a colori
Euro 15:00
Silvana Editoriale


Badiou e Sarkozy


Del filosofo Alain Badiou l’Editrice Cronopio manda in libreria una raccolta di riflessioni scritte prima e dopo l’avvento al potere di Sarkosy:
Titolo: Sarkozy: di che cosa è il nome?
A quel solo punto interrogativo sono date plurali risposte perché il fenomeno – pur giovandosi di grande semplicità, cosa che è all’origine del successo – è composto di meccanismi che investono tanti punti del vivere quotidiano delle tribù metropolitane e dei territori contadini.
Com’è stato possibile far convergere umanità così diverse in una sola maggioranza?
Recensendo il volume, scrive Ida Dominjanni sul Manifesto: “Conosciamo gli ingredienti: conquista emotiva dell'opinione pubblica, frenesia sondaggistica, richiamo super-egoico alle urne su una forte indecisione dell'elettorato del tutto comprensibile data l'esilità del confine che separa il discorso della destra da quello della sinistra, attivazione di tutti gli apparati ideologici di stato di althusseriana memoria (partiti, corporazioni, media) per mobilitare l'elemento numerico pulsionale che decide chi vince e chi perde”.
Lettura perfetta del saggio di Badiou. La prima tentazione è quella di tracciare un parallelo con le disgrazie di casa nostra, ma le due sventure hanno anche molte differenze.
Macroscopica la prima: Sarkosy non rappresenta il vistoso conflitto d’interessi che affligge l’Italia. Porta avanti un’azione che non è strettamente legislativa, come facevano i suoi predecessori, né strettamente autoritaria o mediatica. Si muove dall'una all'altra. Colpisce come ogni giorno Sarkozy lanci una nuova idea, in un ronzio perenne mediaticamente interessante perché è di continuo sotto i riflettori, e aggrava il disorientamento.
Su Carta, Sarah Di Nella ha intervistato Badiou ponendogli interessanti domande.
Ad esempio, quale sia l’impronta che uniforma la politica del presidente francese, e Badiou: È una politica reazionaria imposta con la forza, che per certi versi ricorda Reagan o Thatcher: un tentativo di piegare la società francese alle norme del capitalismo mondializzato contemporaneo. Sarkozy sta liquidando tutto ciò che rimaneva della particolarità francese nel rapporto tra lo Stato e il sociale.

E Di Nella: lei chiama Sarkozy I'uomo dei topi, un'analogia con il suonatore di flauto di Hamelin?

C'è in Sarkozy il tentativo di sedurre una frangia dell'opinione intellettuale di sinistra. Alcuni intellettuali ex rivoluzionari sono oggi ferventi fautori di Sarkozy: è il caso di Andrè Gluksman. Con il suo linguaggio, i suoi metodi, il suo aspetto di nuovo ricco senza complessi, riesce a convincere chi non gli sarebbe naturalmente prossimo. Cosi combatte i suoi avversari dall'interno, seducendone una parte.
In questo tipo di regime la corruzione svolge una parte notevole. Non si tratta solo della corruzione materiale ma di una dal meccanismo più sottile, che consiste nell'offrire posti e opportunità a persone che apparentemente non fanno parte del suo campo. Si tratta di una corruzione mentale. Lui è una specie di parvenu cinico senza una vera ideologia, e riunisce persone simili. Questo coincide con la sua immagine di uomo moderno, anche nella messa in scena della vita privata. È l'uomo dei topi. Suona un flauto moderno
.

Alain Badiou
“Sarkozy: di che cosa è il nome?”
Traduzione di Livio Boni
Pagine 144, Euro 14:50
Cronopio


Scienza e Arte (1)


“Ars sine Scientia nihil est”. Questa celebre frase è del Maestro Giovanni Mignot, architetto parigino, pare pronunciata nel 1399 allorché fu chiamato a Milano per valutare l’opera della fabbrica del Duomo.
Lo stesso concetto riecheggerà nel 1722 allorché il compositore francese Jean-Philippe Rameau scriverà: “La musica è una scienza che deve avere regole certe: queste devono essere estratte da un principio evidente, che non può essere conosciuto senza l'aiuto della matematica”.
Ai nostri giorni quei pensieri sono tornati di grande attualità con l’intreccio multidisciplinare, con forti richiami alle scienze e alle tecnologie, che è alla base del procedere artistico sia nelle arti visive sia nella musica e perfino in letteratura dove con le tecniche del web, con i wiki, sorgono narrazioni collettive, di scrittura mutante.
Quest’impianto filosofico ed espressivo muove il Festival Musical...Mente che si svolgerà a San Gemini dal 3 agosto al 6 settembre.
Il programma attraversa l’evoluzione del gusto musicale, dalla musica antica alla contemporanea con una rilettura della musica popolare abbinando alle esemplificazioni concertistiche una serie di conversazioni introdotte da Sara Maggi che vedranno protagonisti studiosi provenienti dalle aree della Matematica, della Fisiologia, Neurobiologia, Fisica.
Proprio perché musica e scienza procedono insieme, dall’era di Pitagora a quella digitale. Gli esempi sono tanti, solo per citarne alcuni: Einstein era anche un valente musicista, Pierre Boulez e Philip Glass sono laureati in matematica.
La direzione artistica del Festival – giunto alla quarta edizione – è affidata ad Angela Chiofalo.
Il tutto s’inquadra nel lavoro che da anni svolge il Campus delle Arti.

Per il programma, cliccare QUI.

La manifestazione è organizzata da Polimnia Ensemble con Comune di San Gemini, Pro San Gemini, in collaborazione con Università di Pisa, Istituto Musicale Briccialdi di Terni e s’avvale del patrocinio della Regione Umbria e del contributo della Provincia di Terni. Viene realizzata anche grazie al contributo di Fondazione IBM Italia, Sirmi, Sangemini, Musikstrasse, Infordata, YouPlay, Thou Group.

Per i redattori della carta stampata, delle radio-tv, del web, l’Ufficio Stampa è guidato da Giovanna Mazzarella (348 – 38 05 201) con la collaborazione di Francesca Aragno (328 – 46 95 657).

Nella nota che segue, due interviste sul Festival.


Scienza e Arte (2)

Ad Angela Chiofalo, direttore artistico Campus delle Arti, ho chiesto: qual è la finalità espressiva del Festival?"

La finalità del Festival è offrire ai giovani (poiché è soprattutto a loro che si rivolge) uno strumento molto antico di lettura sul connubio musica-matematica. Esse erano infatti,come si sa, discipline inscindibili nell’antica Grecia e strumento principe per la formazione dell’individuo. Dico disciplina poiché si pensa alla musica sempre e solo come arte, ma si sottovaluta la ricaduta diretta e indiretta che ha, se perseguita nella giusta maniera sin dalla tenera età, su un giovane.
Il Festival si svolge ‘a latere’ del Campus delle Arti proprio per fare da corollario fortemente espressivo all’attività musicale che vede protagonisti centinaia di persone, fra bambine e bambini, giovani che studiano professionalmente, adulti che praticano la musica come forma di cultura e uno stuolo di professionisti, docenti appassionati del loro appassionante mestiere
.


Al neurologo Mario Cacciavillani che terrà una delle conversazioni al Festival, ho chiesto: a che punto siamo negli studi scientifici sulla percezione musicale?

Psicologi, musicologi e neuroscienziati nell'affrontare il problema dei rapporti tra musica e cervello sanno di entrare, ciascuno con i suoi specifici strumenti di lavoro, in una fitta rete formata da una enorme quantità di funzioni diverse: uditive, visive, visuo-spaziali, motorie.
A tutto questo aggiungiamo la carica emotiva sempre presente nell'interpretazione e nella creazione musicale.
Negli ultimi anni la ricerca neurologico-musicale si è arricchita di nuovi dati grazie ai progressi del neuroimaging cerebrale. In particolare la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la Risonanza Magnetica funzionale (RMf) hanno permesso di osservare il cervello in attività evidenziando quali parti vengono coinvolte a seconda degli stimoli.
Di notevole interesse gli studi sul rapporto tra comprensione verbale e ascolto musicale che hanno condotto all'ipotesi di una indipendenza funzionale dei substrati neurobiologici di questi processi cognitivi.
Affascinanti gli studi di Levitin che hanno dimostrato che il nostro cervello non può scindere la musica dal movimento. La RMfunzionale ha permesso di osservare che durante l'ascolto le aree motorie e il cervelletto si attivano anche quando restiamo immobili.
E' noto infatti che in alcuni pazienti Parkinsoniani la musica riattiva schemi motori che la malattia pareva avere distrutto.
Ma se esiste questo stretto rapporto tra note e movimento, per quale motivo cantiamo la ninna nanna ai bambini per indurli al rilassamento e al sonno!?
Si indaga sui rapporti tra genetica, pratica musicale e plasticità neuronale. Alcuni studi hanno dimostrato che l'insegnamento della musica nell'infanzia accresce l'attitudine alla geometria, la capacità di concentrazione e la velocità di elaborazione. Chi si esercita con uno strumento memorizzando pezzi musicali complessi dispone di migliori strategie per la gestione di linguaggi anche non musicali.
Da questi brevi accenni ad alcuni campi di ricerca si capisce quanto siano enormemente complesse e difficilmente accessibili le funzioni cognitivo-emotive messe in gioco dalla musica e talora apparentemente contraddittori alcuni risultati
.

“Musical… Mente”
San Gemini
Dal 3 agosto al 6 settembre


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