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Questa sezione ospita soltanto notizie d'avvenimenti e produzioni che piacciono a me.
Troppo lunga, impegnativa, certamente lacunosa e discutibile sarebbe la dichiarazione dei principii che presiedono alle scelte redazionali, sono uno scansafatiche e vi rinuncio.
Di sicuro non troveranno posto qui i poeti lineari, i pittori figurativi, il teatro di parola. Preferisco, però, che siano le notizie e le riflessioni pubblicate a disegnare da sole il profilo di quanto si propone questo spazio. Che soprattutto tiene a dire: anche gli alieni prendono il taxi.

Guide a città ribelli


Diceva Guido Piovene: “Se volete veramente conoscere i luoghi in cui viaggiate, state lontani dalle guide turistiche ufficiali”.
Questo saggio consiglio mi pare l’abbia raccolto benissimo la Casa Editrice Voland che ha stampato su due città (e mi auguro lo faccia con altre) particolari guide che, attraverso tragitti inquieti, illustrano, esclusivamente, località che hanno visto – vittoriose o sconfitte – insubordinazioni, ribellioni, singole o di massa.
Tutto questo partendo da tempi lontani e arrivando fino ad oggi, sicché nelle pagine sfilano storia e controstoria delle città protagoniste dei volumi. Visitando quella certa via, entrando in un cortile, facendo capolino in quel piccolo museo nascosto, si percorre un tracciato d’idee esaltanti o degradanti, di vite dagli angoli ignoti, e, spesso, di sangue versato da creature note oppure anonime.

Prendiamo, ad esempio la Guida alla Barcellona ribelle del giornalista e sceneggiatore Guillem Martínez.
Scritta con straordinario umorismo e ironia, ripercorre gli episodi storici situandoli nei luoghi della città e ci racconta Barcellona e la sua vocazione alla ribellione e all’anarchia. Dalle origini fino alla fine del franchismo il libro mostra una città inedita, quella che si nasconde nei vicoli e nei quartieri. Una città in continuo fermento, che per questo ha incantato tra gli altri Cervantes e Moratín, Genet e George Orwell, Francis Carco e Vázquez Montálban.

Oppure si pensi alla Guida alla Parigi ribelle di Ramón Chao e Ignacio Ramonet. Strada per strada, edificio per edificio, gli autori tracciano una mappa dei luoghi dove hanno vissuto e agito rivoluzionari, scrittori, artisti ribelli. Da Bakunin a Hemingway, da Simon Bolívar a Ho Chi Minh, da Marx a Louise Michel, e poi George Sand, la banda Bonnot, la Bella Otero, Guy Debord, il subcomandante Marcos, Picasso, Lenin, Chopin, tutti questi e mille altri hanno tratto alimento dalla città delle rivoluzioni e del libero pensiero.
Del resto, come avvertono Chao e Ramonet in Prefazione, il termine ‘barricata’, che in decine di lingue sta a indicare una sommossa, è vocabolo parigino, coniato il 12 maggio 1588, quando in place Maubert, studenti della Sorbona innalzarono le prime barricate della storia usando botti (in francese barriques).

Ho aperto questa nota con una citazione da Piovene e la concludo con un aforisma di Mark Twain: “Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Viaggiate. Esplorate. Scoprite”.
Queste Guide di Voland aiutano a farlo.

Guillem Martínez
Guida alla Barcellona ribelle
Traduzione e cura: Spartaco Moscato
Introduzione di Ramón Chao e Ignacio Ramonet
Pagine 448, Euro 16.50

Ramón Chao e Ignacio Ramonet
Guida alla Parigi ribelle
Traduzione di Eleonora Corsi
Pagine 368, euro 15.00

Voland


Rabatana a Tursi


Esiste una realtà culturale italiana che meriterebbe d’essere meglio conosciuta, si tratta dei Parchi letterari; QUI, in sintesi, la loro origine e storia.
Uno di questi è a Tursi dedicato al poeta Albino Pierro lì nato, nel fiabesco quartiere arabo Rabatana in foto.
Località antichissima, infatti, verso l’anno 850 la zona fu abitata dai Saraceni che lasciarono profonde tracce nell’architettura e nel dialetto locale. A ricordo dei loro villaggi arabi, i Saraceni denominarono il luogo Rabatana, da Rabat. Oggi è un luogo pressoché disabitato, grandioso e minuto, arioso e misterioso al tempo stesso.

Tra quelle mura nacque, nel 1916, Albino Pierro. Fu candidato al Premio Nobel per la Letteratura. Su questa vicenda s’è innestato un vero e proprio giallo incrociandosi più voci; un’interessante lettura al proposito è "Albino Pierro, Intrigo a Stoccolma" (Napoli, RCE, 1999) di Rocco Brancati.
Il poeta tursitano fu consacrato fra i grandi lirici del novecento italiano da critici quali Gianfranco Contini e Gianfranco Folena. Le sue opere sono pubblicate in inglese, francese, persiano, portoghese, spagnolo, rumeno, arabo, neogreco, olandese e svedese.
Attualmente è possibile visitare la casa dello scrittore che è tenuta magnificamente con il patrimonio librario e oggetti appartenuti al poeta. Non a caso è meta non solo di turisti, ma anche di studiosi italiani e stranieri che hanno interesse a visitarla (per scrivere una tesi di laurea, o per allestire trasmissioni radio-tv, oppure per reportage giornalistici sulla carta stampata).
La casa sta vivendo un momento di rilancio con un’estensione su altri due piani dell’edificio, dove è già in corso l’allestimento di una galleria d’arti visive con opere dedicate a Pierro e una sorta di museo di cultura materiale dove accanto alle poesie è possibile vedere vecchi attrezzi citati proprio in quei versi.
Tutto ciò si deve al “Centro Studi Albino Pierro” che Francesco Ottomano, con encomiabile fatica, nonché con grande competenza e passione, anima da tempo con plurali iniziative.
Tra queste è annunciata una prossima pubblicazione dell’opera omnia di Pierro a cura di Pasquale Stoppelli dell’università romana La Sapienza.
In quest'intervista si apprendono notizie sulla biografia di Ottomano e sulla struttura del Parco e della Pro Loco di cui è presidente.
Per entrare nel sito web del Parco letterario basta un CLIC.

Dicevo della Rabatana, oggi disabitata, ma proprio in cima a quel quartiere sorge l’albergo Palazzo dei Poeti gestito dai fratelli Popia: Vincenzo, impegnato nel sociale; Filippo, musicista; Paolo come i precedenti ammiratore di Pierro (cui dedica recital) e poeta egli stesso: “Nel palazzo dei Poeti” (Edizioni Il Raggio Verde, 2008).
I tre fratelli sono figli d’arte perché il papà, Antonio Popia, oltre a coltivare versi vanta anche la realizzazione di un lungometraggio: “Profumi e nostalgie di una ricca povertà”. E' stato apprezzato in Istituti italiani di cultura all’estero e nell’Università della Sapienza di Roma dove è stato proiettato nella Facoltà di Antropologia come documento sugli usi e i costumi, i detti e i canti della Rabatana.

Questa nota non poteva chiudersi senza l’ascolto della voce di Pierro che troverete in questo servizio tv.


Marta Roberti a Vetrinale


Ideata da Simona Ventullo si terrà a Roma la prima edizione di Vetrinale.
Per sapere dell’originale progetto che vede uniti negozi di varia merce e arti visive di varia estrazione, cliccare QUI.
Per conoscere i curatori: CLIC!
Infine, segnalo un'intervista, circa Vetrinale, rilasciata dalla Ventullo a Chiara Vigliotti del webmagazine “Female Cut”.
Grafica e assistente alla produzione di Vetrinale: Emanuela Caponera.

Tra gli artisti invitati, c’è Marta Roberti (in foto) recente ospite di questo sito; la sua biografia, dichiarazione di poetica e opere cliccando QUI.
A “Vetrinale” presenta Scrivere, leggere, fare di conto presso Dé.Dé Maison, Via dei Pianellari 27, con vernissage dalle 13.00 alle 15.00 del 27 ottobre.
Le ho chiesto d’illustrare questo percorso didattico, angelicamente luciferino.

L'installazione che propongo a “Vetrinale” è composta di 3 elementi: un video (Educanda), un quaderno (Theuth) e un collage (Leggere, scrivere e fare di conto).
Questi lavori nascono dall'esplorazione di una problematica che mi sta molto a cuore e che è il passaggio alla scrittura alfabetica: un transito che è avvenuto come tappa del genere umano che continua a ripetersi in ogni singola persona che va a scuola.
Educanda, è una ragazza - riprodotta in plastilina ma con voce di una bambina di 5 anni -che ha appena imparato a leggere e sta facendo degli sforzi enormi per leggere un testo filosofico che parla della natura umana.
Theuth è un quaderno dove un amico disgrafico e disortografico ha scritto sotto la mia dettatura un testo estratto dal Fedro di Platone. In questo testo Platone fa raccontare a Socrate il mito di Teuth, il dio che ha inventato la scrittura. Qui Platone, che vive in un'epoca di passaggio dall'oralità alla scrittura, definisce la natura ambigua della tecnologia alfabetica: ci fa illudere di conoscere tante cose, di poterle memorizzare meglio, invece la maggior parte delle persone sarà solo imbottita di informazioni e conformista (conforme alle informazioni ricevute). La disortografia e la disgrafia sono disturbi specifici della scrittura .
Leggere, scrivere e fare di conto è un collage lungo alcuni metri ma alto solo 10 cm. il collage si compone di fotomontaggi di fotografie di scolaresche del secolo scorso in bianco e nero. queste fotografie di gruppi di scolari con grembiule nero, grigio o bianco sono un cliché con cui la scuola rappresentava i suoi gruppi in modo composto e ordinato. in internet se ne trovano a centinaia e le sto unendo in fotomontaggi che riproduco con stampante a getto di inchiostro casalinga su vecchi fogli di carta velina 11x34,5cm appesi alla parete in modo sequenziale
.

Basta un CLIC per conoscere gli altri artisti presenti a “Vetrinale”

Vetrinale
Roma, varie località
Dal 27 ottobre al 3 novembre ‘12


Pannocchie da Nobel


La prima assegnazione dei Premi Nobel risale al 1901.
Di fronte agli oltre 300 Nobel per le scienze vinti dagli uomini, solo 15 donne hanno ottenuto premi; in realtà sono 14, perché Marie Curie ne ha vinti due, uno col marito Pierre Curie e a Henri Becquerel per la fisica nel 1903 e uno per la chimica nel 1911.
Ecco i nomi finora premiati

Nobel per la Medicina:
1947 ‐ Gerty Cori; 1977 ‐ Rosalyn Yalow; 1983 ‐ Barbara McClintock; 1983 ‐ Rita Levi‐Montalcini; 1988 ‐ Gertrude B. Elion; 1995 ‐ Christiane Nüsslein‐Volhard; 2004 ‐ Linda B. Buck; 2008 ‐ Françoise Barré‐Sinoussi; 2009 ‐ Elizabeth H. Blackburn e Carol W. Greider.

Nobel per la Fisica:
1903 ‐ Marie Curie; 1963 ‐ Maria Goeppert‐Mayer.

Nobel per la Chimica:
1911 ‐ Marie Curie; 1935 ‐ Irene Joliot‐Curie; 1964 ‐ Dorothy Crowfoot Hodgkin; 2009 ‐ Ada E. Yonath.

Vecchia storia questa della discriminazione delle donne specie in campo scientifico, una storia di cui possiamo rintracciare il primo episodio nel marzo del 415 quando l’astronoma e matematica Ipazia d'Alessandria si trovò circondata da un gruppo di cristiani, istigati dal vescovo Cirillo, e appostatisi per sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa. L’acciuffarono, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi a membro a membro, trasportati i brandelli del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, ne cancellarono ogni traccia bruciandoli (forse nel timore che potesse guarire). E Cirillo? E’ stato fatto santo dalla Chiesa cattolica.
Non è il solo crimine condotto contro le donne dalle religioni monoteiste, oggi, cambiati i tempi, in occidente, si limitano (anche con l’aiuto di laici) a ostacolarne carriere universitarie e ricerche nei laboratori.

Ecco perché è da accogliere con particolare piacere quanto Editoriale Scienza ha mandato di recente in libreria: Pannocchie da Nobel Storia e storie di Barbara McClintock.
Vita, studi, avventure di questa biologa statunitense vincitrice del Nobel per la medicina nel 1983. La sua esistenza e le sue ricerche, le racconta Cristiana Pulcinelli, laureata in filosofia, da molti anni impegnata come giornalista scientifica. Ha scritto libri di divulgazione delle scienze, tra cui “Contagio” (Editori Riuniti, 2003) e “Clima e globalizzazione” (Franco Muzzio, 2007); per Editoriale Scienza: Alla ricerca del primo uomo.

Barbara McClintock, nata nel 1902 nel Connecticut, fin da piccola si dimostra “fuori dagli schemi”, con la passione per macchine e attrezzi e con quei pantaloni che, a differenza delle altre bambine, indossa per correre liberamente. La madre fatica a capirne il carattere autonomo e ribelle, e spesso entrano in conflitto. Nonostante ciò, con il padre appoggia la sua volontà di iscriversi al college: è così che Barbara accede alla facoltà di agraria della Cornell University a New York dove, tra associazioni studentesche e serate jazz, rivela il suo lato socievole. Al terzo anno scopre la genetica, scienza nuova all’epoca, e ne rimane affascinata. Alla Cornell gli esperimenti si concentrano per lo più sulle piante di mais, e Barbara, volenterosa e appassionata, viene coinvolta da un professore nello studio dei cromosomi delle pannocchie. Ha così inizio il suo percorso di ricerca, diviso tra il microscopio del laboratorio e i campi, che la porta a individuare un particolare tipo di geni, i trasposoni. I colleghi sono in disaccordo e lei si trova sola, ma non demorde e continua a difendere le sue idee per 30 lunghi anni. Finché il mondo accademico non s’inchina alla sua scoperta.

In chiusura del volume: schede di approfondimento sulla genetica e sugli scienziati che hanno dato un contributo fondamentale alla ricerca; e un'intervista di Sylvye Coyaud a Manuela Giovannetti, professoressa dell'Università di Pisa famosa per le ricerche in microbiologia.

Cristiana Pulcinelli
Pannocchie da Nobel
Pagine 80, Euro 12.00
Illustrazioni di Allegra Agliardi
Editoriale Scienza


Teatro della conoscenza

Ci volevano gli studi e l’esperienza di Gianfranco Capitta, uno dei migliori critici teatrali di cui disponiamo, per condurre in porto l’impresa di fornire il ritratto e l’interpretazione d’oltre quarant’anni di lavoro d’un protagonista della scena italiana: Luca Ronconi.
Tutto questo in una lunga intervista ora pubblicata da Laterza con il titolo Teatro della conoscenza. Si tratta di una lunga conversazione articolata con sapienti domande alle quali Ronconi risponde rivelando, per la prima volta tanto estesamente, le origini del suo stile, della sua concezione di spazio teatrale, il suo rapporto con gli attori, gli scenografi, i costumisti, i tecnici. Tutto quanto gli ha permesso d’esprimere quella complessa macchina teatrale che a partire dall’ “Orlando furioso” (1969) lo ha condotto in un percorso che vanta a tutt’oggi più di cento regìe di prosa e altrettante nell’opera lirica.

Qualche rapida nota per i più distratti.
Nato a Susa, in Tunisia, nel 1933, Ronconi è il responsabile artistico del Piccolo Teatro di Milano, dopo aver diretto gli Stabili di Torino e Roma. Ha messo in scena in Italia e in Europa molti titoli memorabili a partire dagli anni Sessanta, quando lasciò un’apprezzata carriera d’attore per realizzare in maniera irrituale classici del teatro. Dall’Orlando furioso che lo fece conoscere in tutto il mondo, il suo teatro è stato un seguito di regie stupefacenti (di teatro, opera e televisione). Etichettato via via come “strutturalista”, “barocco” e nei modi più fantasiosi, ha in realtà scavato l’essenza del teatro dentro la profondità dei suoi testi, dai tragici greci fino al più recente Edward Bond.

Gianfranco Capitta, giornalista e saggista, scrive per “il Manifesto” e altri periodici. Si è occupato di spettacolo anche in radio, sul web e in televisione ed è stato direttore artistico di alcune manifestazioni (tra cui la rassegna di teatro internazionale “Le vie dei Festival”, le Orestiadi di Gibellina dal 1999 al 2004, e quest’anno la condirezione di “Destini incrociati”, prima rassegna nazionale di teatro in carcere). Ha pubblicato diversi studi su artisti, in particolare due dedicati ad Harold Pinter (con Roberto Canziani) presso Anabasi e Garzanti nel 2005. Per Laterza ha firmato con Toni Servillo, nel 2008, Interpretazione e creatività.

Teatro della conoscenza, oltre all’intervista – suddivisa in tre capitoli: L’invenzione del teatro, Teatro come scuola, Lo spazio e altre dimensioni – s’avvale d’una teatrografia con titoli, date, interpreti d’ogni spettacolo e, per ciascuno di essi, qualcosa di più di una scheda perché si tratta di un fulminante microsaggio sull’opera citata con riferimenti sia alla sua nascita letteraria sia alla scrittura scenica operata da Ronconi.


Luca Ronconi
Gianfranco Capitta
Teatro della conoscenza
Pagine 142, Euro 10.00
Editori Laterza


Comprare il sole


Come sa chi generosamente legge queste mie pagine web, scrivo sempre meno sui romanzi di autori contemporanei e la smetterò del tutto prossimamente. Le ragioni di questa scelta le ho ripetutamente esposte e posso così riassumerle: non credo da tempo alla pagina scritta ma a quella elettronica dove intervengono suoni, foto, musiche, filmati, voci. O quella che, usando algoritmi, permette al lettore nuove composizioni e scomposizioni del testo, percorsi di fruizione simili a un videogame interattivo.
Naturalmente i romanzi su carta esisteranno sempre, e, come oggi, di bassa qualità (tanti) e di grande qualità (pochissimi).
Di alta qualità sono i romanzi di Sebastiano Vassalli – su questo link la sua storia letteraria – e torno ad occuparmi di lui perché, come altre volte ho scritto , lo giudico uno dei nostri maggiori scrittori. Per sua meritata fortuna, non sono solo, tanti l’hanno già detto prima, e meglio, di me, e tanti sono i lettori che ben lo apprezzano.
Leggo da molti anni sempre le sue nuove opere perché tracciano un’archeologia del presente (citazione di un suo titolo Einaudi) su plurali occasioni storiche del nostro paese facendone un itinerario che, pur riflettendo sulle peculiarità italiane, si legge come un universale, amaro ritratto dell’esistenza umana.
Lontano dalle mode, fuori d’ogni schema conciliante, è anche questo suo recente lavoro intitolato Comprare il sole edito da Einaudi.
Il tema affrontato stavolta è il denaro vissuto dalla ventiquattrenne Nadia Motta come unico traguardo della vita, sola ambizione.
Non farò cronaca della trama perché protagonista primo di quelle pagine è il linguaggio con cui Vassalli tratta il sospirato approdo della protagonista cui arride la fortuna di trovarsi all’improvviso assai ricca e sarà per lei premio e condanna. Le permetterà di entrare “in quella città metafisica del denaro”, le consentirà di vederne l’immagine come guardare un arazzo dal rovescio e, come dice Don Chisciotte, se ne vedono le figure ma sono piene di fili che le rendono confuse.
Vassalli in “Comprare il sole” rappresenta i nostri tempi in una creatura che come impongono le leggi economiche dei nostri anni, da lei sconosciute, riesce ad essere creditrice e debitrice del suo ideale.
Nell’'Anti-Edipo, saggio del 1972 di Gilles Deleuze e Félix Guattari, si legge: “Il danaro, la circolazione del danaro, è il modo per rendere il debito infinito”.

Ancora una cosa. Di non poco momento perché testimonia il rigore morale di Vassalli.
Nell'ultimo rigo del secondo risvolto di copertina c’è scritto: “Per volontà dell'autore questo romanzo non partecipa a premi letterari”.

Per una scheda sul libro e leggere un estratto dal volume: CLIC!

Sebastiano Vassalli
Comprare il sole
Pagine 192, Euro 18
Einaudi


Sono allergico ai draghi

I draghi nell’immaginario di molti popoli sono fonte di grande forza simbolica associata a sembianze di grossi rettili. Il rimando ai soli draghi realmente esistiti, i dinosauri, è per niente utile giacché questi ultimi non vissero contemporaneamente agli uomini che, difatti, comparvero sulla Terra circa 100 milioni di anni dopo l’estinzione dei dinosauri.
Il drago è, quindi, una creatura mitico-leggendaria che viene vissuta in modo profondamente diverso tra Occidente e Oriente.
Da noi è immagine spaventosa, sputa fuoco, rappresenta un pericolo; in Oriente, invece, il drago è visto come simbolo di fortuna, in grado perfino di produrre l’elisir dell’immortalità.

In un’epoca indefinita, come spesso càpita nelle fiabe, l’illustratore Simone Frasca, anzi l’illustrautore, come ama definirsi, ha ambientato nella città di Dragonia il suo più recente lavoro intitolato Sono allergico ai draghi! che Mondadori manda in libreria destinandolo a piccoli lettori (o ascoltatori dalla voce di familiari nel ruolo di narratori) intorno ai tre anni.
Michele, figlio di Oddone sindaco di Dragonia, fin dalla nascita manifesta un fastidiosissimo malessere: è allergico ai draghi e anche il più sottile odore di quell’animale lo fa starnutire ininterrottamente per lungo tempo. Bel problema in una città in cui, oltre a nutrirsi di carne di drago, tutto è fatto con pelle di draghi: mobili, lampade, libri, giochi e perfino il ciuccio di Michele.
Ma non siamo in Italia, siamo a Dragonia e, quindi, una soluzione si trova.
Quale? Non posso qui rivelarla sennò alla Mondadori s'arrabbiano e mi danno in pasto a qualche drago resuscitato da Spielberg.
Posso soltanto dire che se volete saperne di più su Simone Frasca potete cliccare QUI e vi troverete in un ambiente del tutto futuribile.

Simone Frasca
Sono allergico ai draghi!
Pagine 48, euro 6.50
Mondadori


Seminario sui luoghi comuni


La casa editrice minimum fax ha pubblicato un libro delizioso: Seminario sui luoghi comuni Imparare a scrivere (e a leggere) con i classici.
Ne è autore Francesco Pacifico, nato a Roma nel 1977, dove vive. Ha pubblicato i romanzi Il caso Vittorio e Storia della mia purezza. Ha tradotto, tra gli altri, Kurt Vonnegut, Will Eisner, Dave Eggers, Rick Moody, Henry Miller. Scrive su Repubblica, Rolling Stone, Studio.
Seminario sui luoghi comuni è un libro di grande acutezza critica, e delizioso, come dicevo, ma sottotitolo a parte. Può depistare, infatti, chi guarda la copertina. Per quel poco che posso, rassicuro quel visitatore in libreria: non si tratta di un ennesimo testo di scrittura creativa che corre il rischio d’incoraggiare a nostro danno nuovi romanzieri, ma è un libro che soprattutto insegna a leggere, a conoscere non già i cosiddetti “strumenti narrativi” (quelli sono i fogli, le biro, le matite, le tastiere… gli strumenti narrativi si vendono in cartoleria), ma l’orchestrazione della pagina, i suoi nascosti ingranaggi che Pacifico svela con scrittura dotta e scorrevolissima.

Il libro nasce in Rete, come spiega lo stesso autore: “Sono almeno dieci anni che ricopio pagine di romanzi che amo. Riscrivendole, mi passano per un attimo nelle punte delle dita e finiscono in un file del computer come fossero cose mie […] quando due anni fa cominciai a ricopiare brani non più in privato ma per “minima & moralia”, il blog di minimum fax, l’idea era che i lettori provassero a rubare dal brano del giorno, facendone una cover aggiornata ai tempi. La rubrica si chiamava “Seminario sui luoghi comuni” a indicare come alla fine tutti scrivessero sempre delle stesse cose, di cose di tutti, di cose per lo più ovvie come il denaro, la malattia, le faccende di una giornata impegnativa, i rapporti con gli altri […] Ovviamente nessuno o quasi si prese la briga di farlo (per lo meno in pubblico): perché fare figuracce davanti a tutti, e rimanere in rete per anni coi propri sgraziati tentativi?
E qui per la seconda volta (… ma giuro che è l’ultima), oltre al sottotitolo non sono d’accordo con l’autore che, a mio avviso, pecca di generosità verso quelli che non hanno preso gusto al gioco. Quelli sono gli aspiranti scrittori che mica stanno lì a volere, aggiornandola, rifare una pagina di un classico, vogliono scrivere un libro nuovo, tutto di loro pugno; sono quelli che un giorno ci ammolleranno un pacco di fogli con il loro tormentato (e per noi torturatore) romanzo.
In questo saggio scorrono trentasette momenti famosi di classici della letteratura (da Gogol’ a Gadda, da Proust a Kafka, da Camus a Stendhal e a tanti altri ancora) accompagnati da brevi e luminosi commenti di Pacifico.
Un libro che stimola a leggere in modo competente piuttosto che scrivere nuove, inutili pagine; a leggere quello che è stato letto in modo superficiale oppure ancora non è stato letto.

Per una scheda sul libro e un assaggio di lettura: CLIC!


Francesco Pacifico
Seminario sui luoghi comuni
Pagine 220, Euro 10
minimum fax


La parte del fuoco


La casa editrice Barbés, (in foto il logo), ha varato una nuova collana, curata da Andrea Cortellessa e Luca Scarlini, intitolata Erratico Erotico Eretico nome ispirato agli scritti trasversali di Osvaldo Licini.
Di testi, quindi, non convenzionali, diagonali, si occupa questa collana con l’uscita di quattro libri l’anno che si muoveranno tra narrativa, poesia e saggistica (a cura di Cortellessa) e recuperi d’autori e testi del passato però tematicamente e stilisticamente ancora attuali (a cura di Scarlini).
I primi titoli sono “I venditori di Milano”, commedia di Ottiero Ottieri (1924-2002), edita per la prima, ed unica, volta nel 1960, e il romanzo “La parte del fuoco” di Marco Rovelli.

E proprio quest’ultimo libro esce per primo in libreria e sarà presentato da Andrea Cortellessa venerdì 19 ottobre alle 21, all’ex SNIA (Via Prenestina 173, Roma).
Di Cortellessa, ricordo ai più distratti, che è redattore di Alfabeta, collabora con numerose (e prestigiose) testate, è autore di quel valoroso documentario Senza scrittori che suscitò tante reazioni in quelli che si sentirono colpiti al cuore nei loro cari due ventricoli: il Portafogli e la Vanità.
Per una sua scheda di presentazione del libro di Rovelli CLIC!

Per un’intervista dell’autore de “La parte del fuoco” rilasciata ad “affaritaliani.it” QUI.

La serata vedrà, alle 22.00, Rovelli esibirsi in concerto con Lara Vecoli al violoncello.


Piccola Biblioteca di Scienza


Le Edizioni Dedalo da anni hanno avviato una preziosa collana – diretta da Elena Ioli – che si propone, attraverso agili librini, la divulgazione scientifica fra i giovanissimi lettori.
Si tratta della Piccola Biblioteca di Scienza che ha raggiunto con le due più recenti pubblicazioni 31 titoli trattando dalla biologia alla fisica, dalla psicologia all’astronomia, dalla chimica alla zoologia, a tante altre discipline.


Ecco ora Internet, che passione!. Ne è autrice Françoise Virieux ricercatrice al CNRS. È responsabile dei sistemi e della rete di un laboratorio di astrofisica delle particelle e cosmologia.
Attraverso un veloce dialogo fra quattro personaggi sono tracciate le origini e la storia d’Internet passando ad illustrare i suoi essenziali momenti tecnici: che cos’è l’Adsl, l’Ip, il Firewall, il Router, il Server web, il motore di ricerca, i virus informatici, la posta elettronica. Né mancano in piccoli riquadri tante curiosità. Ad esempio lo sapevate che la chiocciola, il simbolo @, esiste fin dal Medioevo? Lo usavano i monaci amanuensi come abbreviazione della parola latina “as” che significa “a”, “verso”.
Troviamo, inoltre,un riassunto delle principali leggi che regolano la Rete, un glossario e una guida per creare un blog..
Un volumetto che permette ai più piccoli d’avvicinarsi ad Internet, un mezzo che ha caratterizzato questi nostri anni rivoluzionando la comunicazione

Altro utilissimo titolo è I rifiuti e l’ambiente di Marco Paci docente di Ecologia presso le Facoltà di Agraria e di Architettura dell’Università di Firenze. Si occupa soprattutto di ecologia forestale e del paesaggio; nella stessa collana ha pubblicato L'ecologia siamo noi.
Protagonisti sono una mamma, particolarmente attenta ai problemi dell’ambiente, un signor Luigi, Franco, due vivaci ragazzi Angela e Luciano, in una scena attraversata spesso dal gatto Canguro e da un Labrador che si chiama Milou.
Anche qui il dialogo serve a rivelare, o a evidenziare, termini e temi dell’ecologia.
Perché è necessaria la “raccolta differenziata”, che cos’è il “compostaggio”, un “inceneritore”, un “termovalorizzatore”, il “riciclaggio”, e così via.
Né mancano riflessioni sui drammatici risvolti sociali determinati dai rifiuti, spiegando perché quelli tossici sono, spesso illegalmente, scaricati nelle zone più povere del pianeta.
In conclusione si trovano, oltre a essenziali sitografia e bibliografia, una scheda su quanto tempo occorre per degradare i vari tipi di rifiuti. Qualche esempio. Per una gomma da masticare, 5 anni; per una lattina d’alluminio per bibite, da 20 a100 anni; per un sacchetto di plastica da 100 a 1000 anni; per una bottiglia di vetro, da 1000 a 4000 anni.


Françoise Virieux
Internet, che passione!
Traduzione di Andrea Migliori
Illustrazioni a colori di Sébastien Chebret
Pagine 64, Euro 7.50

Marco Paci
I rifiuti e l’ambiente
Illustrazioni a colori di Franco Grazioli
Pagine 64, Euro 7.50

Edizioni Dedalo


Pignotti alla Berardelli


Ricevo un comunicato della Fondazione Berardelli che volentieri rilancio.
Si tratta di una mostra che rende omaggio alla collezione di libri d'artista, illustrati e oggetto, che Lamberto Pignotti, uno dei padri della poesia visiva italiana, ha donato alla biblioteca della Fondazione.

In foto:Lamberto Pignotti, A questo punto la riconosce, 2004

“La raccolta, che comprende più di 150 volumi di autori italiani e stranieri, realizzati dagli anni settanta ad oggi, dà un'importante testimonianza oltre che del lavoro di ricerca svolto con passione e intelligenza da Pignotti, delle diverse modalità di sperimentazione degli artisti sul libro. Sono infatti presenti nell'esposizione: libri d'artista, volumi realizzati con ampie tirature di stampa, per essere facilmente diffusi, ma pensati dall'autore in ogni elemento costitutivo; libri illustrati, preziosi prodotti editoriali che nascono dalla collaborazione tra uno scrittore e un artista; libri – oggetto che sono invece delle opere in copia unica o in pochi esemplari, ideate facendo riferimento alla forma del libro. Un particolare spazio viene dato in mostra a quest'ultima tipologia di volumi che possono essere realizzati con materiali diversi, dalla carta alla tela, dal legno al metallo, e con varie tecniche che il più delle volte mettono in risalto la fisicità e la matericità del lavoro a discapito delle caratteristiche tradizionali del libro. Il libro-oggetto non deve infatti essere necessariamente sfogliabile o leggibile, come avviene nel caso dei libri cuciti, bruciati, cancellati o legati. Un'ampia sezione della mostra è inoltre dedicata alla produzione editoriale dello stesso Lamberto Pignotti, che dai suoi esordi nel mondo della letteratura negli anni cinquanta, è stata ricchissima e aperta a forme espressive differenti che vanno dalla poesia lineare alla saggistica, dalla narrativa ai libri d'artista.
La mostra è corredata da un volume, ricco di illustrazioni e contenente testi di Melania Gazzotti, progettato da Paola Mucciarelli. Collaborazione di Maddalena Carnaghi”.

Tanti gli eccellenti artisti in mostra, la luminosa lunghezza dell'elenco rende dissuasivo riprodurlo qui, ma chi è interessato a leggerne i nomi può cliccare QUI.

Fondazione Berardelli
via Milano 107, Brescia
Info: tel. 030 – 31 38 88
e-mail: info@fondazioneberardelli.org
dal 13 ottobre al 4 novembre 2012


CosmoZanichelli


Oh! Come invidio gli uomini che nasceranno fra un secolo nella mia bella penisola. Questi uomini possono scrivere in libri di nickel, il cui spessore non supera i tre centimetri, non costa che otto franchi e contiene, nondimeno, centomila pagine.
Parole di Tommaso Marinetti, pubblicate nel 1915, in “Guerra elettrica”.
La profezia marinettiana si è avverata tra i clamori di un acceso dibattito fra sostenitori del libro cartaceo e quelli del libro elettronico. Non c’è dubbio che il futuro – e ne sono lieto – appartenga a quest’ultimo, ma il libro di carta non morirà, nessun medium ha mai ucciso l’altro che lo precedeva; nel frattempo solo pochi hanno raccolto il momento di passaggio che stiamo vivendo fra due epoche e si sono attrezzati con entrambi i sistemi di edizione.
Fra questi, in Italia, c’è Zanichelli che presenta una sfilata di volumi fruibili su entrambi i supporti.

Cominciamo con una chicca: la nuova edizione di Wow Word On Words, il dizionario dell’inglese gergale con oltre 1000 nuove voci dallo slang, Internet, film e serie tv dai Simpson a Desperate Housewives.
"Gli anglosassoni" - avverte un comunicato stampa - "sono maestri nel coniare il giusto nome per qualsiasi fenomeno: immaginate un ADULTESCENT (il nostro bamboccione), che fa la sua DESKFAST (la colazione alla scrivania d’ufficio) mangiando FRANKENFOOD (cibo che contiene Ogm) e vive in NERDISTAN (quartiere o cittadina dove la maggioranza degli abitanti lavora nelle locali industrie high-tech, da Nerd “secchione”). Oppure pensate a un CHAV (tamarro) e alla sua MCMANSION (grande casa monofamigliare pretenziosa o architettonicamente di cattivo gusto). Ci sono voci come SHOULDER SURFING, il furto di password o PIN sbirciando da dietro le spalle di chi li sta digitando. Alla larga poi dai BRIDEZILLA, DADZILLA E MOMZILLA, futura sposa, papà e mamma esigenti, dispotici e soprattutto parenti linguistici del mostro di celluloide Godzilla. Scherzosamente (ma nemmeno tanto) e politicamente scorretti sono: il DOGGING (pratica del fare sesso o di guardare le esibizioni sessuali altrui in luoghi pubblici appartati), l’ HELICOPTER PARENT genitore iperprotettivo; che sta addosso ai figli come un elicottero librato nell’aria”.

Abbandonando la lingua birichina di WoW, sfogliamo I Primi Zanichelli (dizionari per principianti) sia in inglese e sia in francese.

Abbiamo poi Navigare nel tempo e nello spazio un felice incrocio tra l’Enciclopedia e l’Atlante storico.

Con Il Dizionario delle Scienze psicologiche si compie un viaggio – attraverso 18mila voci – tra fobie, patologie, casi, cure, protagonisti delle neuroscienze.

Volumi sulla Matematica e l’Architettura completano questo gruppo di uscite autunnali della Zanichelli in un panorama di studi e sussidi umanistici e scientifici.


Tre editori storici


E’ in corso al Museo internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna la mostra Tre editori storici d’avanguardia Sampietro - Geiger/Baobab - 3ViTre: dalla sperimentazione grafica al suono a cura di Maurizio Osti e Enzo Minarelli.

Di Maurizio Osti ne traccia QUI un ritratto Claudio Cerritelli; mentre con un CLIC trovate un’intervista audiovisiva fonicamente un po' faticosa all'ascolto.

Enzo Minarelli ha fondato le Edizioni di Polipoesia 3ViTre che ebbero come numero zero l’oramai introvabile LP “Voooxing Poooêtre international sound Poetry” (1982), cui seguiranno 7 dischi a 45 giri dedicati agli autori storici soprattutto francesi e americani. Ci sarà poi il cambio del formato in 33 giri, stampando altri 7 numeri che indagano i lavori di poesia sonora in corso svolgendo una relazione fra l’Italia e il Canada, la Spagna, il Messico, la California, l’Ungheria.
Pochi giorni fa, a Bologna, Minarelli ha presentato un gigantesco libro&oggetto (“Nembrot”, un metro per settanta centimetri), disposto su un leggio, creato per l’occasione, onde consentire al lettore-spettatore di sfogliarlo.

Il catalogo della mostra contiene scritti dei due curatori e di Ferdinando Albertazzi, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Antonio Faeti, Lamberto Pignotti, Maurizio Spatola, ed è stampato da Campanotto Editore, Udine.

Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Tre editori storici d’avanguardia
Fino al 21 ottobre 2012


Scritti galeotti

E’ incredibile il numero degli scrittori finiti al gabbio.
Le loro celle sono state visitate dalla torcia di Daria Galateria che con la sua scrittura elegante e seduttiva ne ha illustrato storie e storiacce in un libro pubblicato da Sellerio intitolato Scritti galeotti Narratori in catene dal Settecento a oggi.
Come l’autrice scrive in una nota, questo libro è una nuova versione di “Scritti galeotti. Letterati in carcere” (Eri, 2000) che rispetto alla precedente edizione vede metà dei nomi cambiati e voci aggiornate.

Daria Galateria (Roma, 1950) insegna Lingua e Letteratura francese nell’Università di Roma “La Sapienza”.
Ha avuto anche un’esperienza da cosmonauta, cliccare per credere.

Ha scritto “André Breton” (Milano, 1977) e ha curato la prima edizione commentata della “Ricerca del tempo perduto” di Proust, di cui ha pure pubblicato i primi quaderni preparatori (1988). Si è occupata di Buffon, di Jean Giono e di Paul Morand. Per Sellerio ha curato numerosi volumi: Madame de Duras “Il segreto” (1988); Charlotte Robespierre “Memorie sui miei fratelli” (1989); Nicolas-Edmé Restif de la Bretonne “Lettera a una scimmia” (1995); Raymond Radiguet “Il ballo del conte d’Orgel” – e ha pubblicato “Parigi 1789” (1989); Il tè a Port-Royal (1995); Fughe dal Re Sole. Memorie di cortigiani riluttanti (1996); Entre nous (2002); Mestieri di scrittori (2007).

In Scritti galeotti sono elencati 45 casi – da Voltaire a Goliarda Sapienza passando da nomi celebri a nomi meno famosi – e ogni ritratto è lo spunto non solo per raccontare l’avventura che sfociò nel carcere, ma anche per un luminoso microsaggio su quelle penne incarcerate.
Nella prefazione, intitolata in modo birichino “La galera è galeotta”, la Galateria scrive: I letterati finiscono in galera per i motivi più vari. Alcuni sono criminali o malavitosi come il pluriassassino Lacenaire; è raro che siano completamente innocenti, come Apollinaire, accusato a torto di aver rubato la Gioconda; o il poeta Dino Campana, arrestato tre volte durante la Grande Guerra perché assomigliava a un tedesco […] Molti (da Fallada a Burroughs, da Verlaine a Mailer) tentano di uccidere la moglie, anche con successo: il numero anzi è così elevato, in un campione tanto ristretto e particolare, che dà da pensare; forse è perché gli scrittori stanno spesso in casa.
E le donne?
Tutte le donne dichiarano, senza distinzione, che la prigionia è stato il periodo più libero della loro vita.
Ancora una volta la Galateria ci vizia con feste della pagina fatte d’ombre e luci di vite ora abissali ora macchiate da colpevole innocenza.

Per una scheda sul libro: CLIC!

Daria Galateria
Scritti galeotti
Pagine 320, Euro 14.00
Sellerio


Premio Neri Pozza

Ricorre quest’anno il centenario della nascita dell’editore Neri Pozza, nato il 5 agosto 1912 a Vicenza dove morì il 6 novembre 1988.

Antifascista, tenuto d’occhio dalla polizia fin dal 1938 quando fondò le Edizioni dell’Asino Volante, incarcerato due volte, sarà attivo nella Resistenza e da questa esperienza trasse il libro “La prigione”, negli anni sessanta.
Fu anche incisore e collezionista d’arte. Ha donato alla città di Vicenza (Pinacoteca civica di Palazzo Chiericati) parte delle opere da lui firmate e la sua collezione d’arte contemporanea comprendente lavori di Carrà, De Pisis, Guidi, Licini, Rosai, Severini, Vedova.
La Casa Editrice che porta il suo nome – tuttora una protagonista dello scenario culturale italiano – fu da lui fondata nel 1946.
Ha pubblicato nei suoi primi anni di vita, spesso per prima, opere di Vincenzo Cardarelli, Eugenio Montale, Dino Buzzati, Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise, Mario Luzi, tanto per fare alcuni nomi.

In occasione del centenario l’Editrice che oggi si avvale della direzione editoriale di Giuseppe Russo, pubblicherà l’opera omnia di Neri Pozza e ha bandito un concorso letterario che vede esclusi (con gioia di chi scrive questa nota) solo gialli, memoir, polizieschi, fantasy.
L’opera vincitrice riceverà un premio di 25.000 euro e sarà pubblicata da Neri Pozza.
Cliccare QUI per leggere il bando.

L’Ufficio Stampa della Casa editrice è guidato da Daniela Pagani.


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